Napoli, Mazzocchi: "Vogliamo scrivere la storia, ma mancano ancora delle pagine"
Ai microfoni di Radio Crc, il terzino azzurro carica l'ambiente a ridosso del match con il Genoa: "Sarà dura: ora tutti vorranno batterci per fare il colpo dell'anno"

Pasquale Mazzocchi (Ansa)
Napoli, 8 maggio 2025 - I titolarissimi, a loro volta divisi tra elementi forti e funzionali e veri e propri tasselli inamovibili capaci di decidere partite se non addirittura interi campionati, ma anche le cosiddette seconde linee, quegli elementi spesso sottovalutati che invece si rivelano molto importanti nell'arco di una stagione, tra momenti in cui c'è da sostituire il big assente di turno o 'semplice' apporto fornito durante il lavoro in settimana: alla seconda categoria in casa Napoli è da annettere Pasquale Mazzocchi, il figlio della città che sogna di coronare il proprio sodalizio del cuore con lo scudetto prima, almeno a sentire radio mercato, di rischiare di volare altrove in estate. Discorsi prematuri: prima c'è da chiudere al meglio l'annata in corso, come sottolineato nel pomeriggio ai microfoni di Radio Crc.
La forza del gruppo
Il primo dei tre ostacoli residui all'orizzonte si chiama Genoa, seguito poi da Parma e Cagliari, ma prima ancora gli azzurri se l'erano vista (anche brutta) in casa del Lecce, a detta di molti una vittoria sì sofferta ma anche forse già determinante nei giochi scudetto. "Io penso che in ogni gara si possa fare qualcosa in più. Sapevamo che andavamo ad affrontare una partita difficile e quindi, fin dai primi minuti, abbiamo cercato di chiuderli nella propria metà campo. Lì ovviamente, nel loro caldissimo stadio, si è anche creata un'atmosfera importante a loro favore, e quindi con tutte le forze abbiamo provato a raggrupparci e portare a casa il risultato". Missione compiuta grazie a una bella e beffarda punizione di Giacomo Raspadori, l'uomo della provvidenza quando all'orizzonte si staglia il tricolore, così come quest'anno lo è stato a più riprese Scott McTominay, che curiosamente anche al Via del Mare ci ha messo lo zampino con un velo che ha finito poi per ingannare prima la barriera giallorossa e poi il portiere Wladimiro Falcone: per lo scozzese, prelevato nella coda della sessione estiva di mercato, un impatto devastante in campo ma anche, a quanto pare, fuori e nello spogliatoio, nel quale lo stesso Mazzocchi ricopre un ruolo ben più importante di quanto possa trasparire da fuori. "Quando arrivano qui giocatori da altri Paesi, magari anche lontani, io in quanto napoletano cerco sempre di farli sentire a casa, come farebbe qualsiasi napoletano con uno straniero. Ogni giorno cerco di farli sentire parte di questo progetto ed è nato questo soprannome ('McFratm', ndr) che gli è piaciuto". Note di colore di uno spogliatoio unito e lontano parente di quello di un anno fa che sembrava una polveriera. "Penso che ognuno di noi quest'anno si sia sempre fatto trovare pronto dinanzi alle difficoltà. Mio padre mi diceva sempre che se non puoi essere un titolare, bisogna provare a essere la miglior riserva. E' quello che stiamo cerando di fare ognuno di noi". Compreso Raspadori, l'uomo dai gol pesantissimi dalla panchina (e non solo, come appunto a Lecce). "Inutile parlare di lui: ha delle qualità importanti e lo dimostra ogni volta". Mazzocchi torna poi con piacere sul tasto gruppo, del quale è evidentemente un tassello silenzioso ma importante. "Nelle storie delle squadre che hanno vinto c'è sempre un gruppo forte alle spalle: un gruppo costituito da tanti giocatori, non solo dai titolari, ma da persone che danno tutto anche durante gli allenamenti, per far crescere l'intensità e preparare al meglio chi parte dal primo minuto alla domenica".
Verso il Genoa
Parla il terzino con la sua voce, ma sembra di sentire Antonio Conte, il condottiero del suddetto gruppo che spesso, facendo leva anche sul suo background passato, fa leva su questi due tasti: il collettivo e la voglia di vincere, due elementi che nel giro di qualche settimana potrebbero arrivare a braccetto a dama. "Quest'anno siamo davvero fortunati a lavorare con il mister, perché sta ampliando il nostro bagaglio di esperienza. Ogni giorno cerco di imparare un movimento nuovo e mi sento molto cresciuto grazie a lui". Meriti di Conte ma anche di un giocatore che ha sempre fatto della duttilità la propria arma migliore, pur avendo delle legittime preferenze. "Per quelle che sono le mie caratteristiche, tra terzino e quinto preferisco quest'ultimo ruolo, però per la squadra sono a disposizione per tutto". Lo stesso 'tutto' che dovrà dare l'intero Napoli per chiudere in gloria il campionato, effettuando i cosiddetti ultimi tre passi: si partirà domenica sera dal Genoa, atteso in un Maradona ancora una volta gremito e, almeno in teoria, non per recitare il ruolo della comparsa. "Penso che ogni squadra che viene qui in questo momento vorrebbe fare il colpo dell'anno, ma noi dovremo farci trovare preparati, insieme al nostro pubblico che ci darà una grande mano, e cercare di portare a casa un risultato che ci servirebbe tantissimo". Non solo i rossoblù di Patrick Vieira, uno tra l'altro con un passato propria nella rivale Inter: a questo punto della stagione, lo stesso Napoli potrebbe diventare nemico di se stesso qualora prevalessero ansia e pressione. "Stiamo vivendo questa situazione con la giusta serenità, ma con la consapevolezza che ci giochiamo qualcosa di importante e unico. Il mister - continua Mazzocchi - sta cercando in tutti i modi di farci capire che non saranno partite facile. Sulla carta per un tifoso possono sembrare partite semplici, ma abbiamo visto anche a Lecce che non è così. Ogni giorno cerchiamo di raggrupparci e stare concentrati nella maniera giusta ed avere tutte le energie necessarie per affrontare queste gare". La stessa Inter che intanto sta facendo faville in Champions League, torneo nel quale si giocherà la finalissima contro il Paris Saint-Germain. "Facciamo i complimenti ai nerazzurri, perché stanno disputando una grandissima Champions League e facciamo loro un grande in bocca al lupo per la finale. Noi, però, dobbiamo pensare al nostro obiettivo che abbiamo ben chiaro in mente. Come ha detto il mister, dobbiamo cercare di scrivere questa storia, ma questo libro non è ancora finito: mancano alcune pagine, le più importanti, e cercheremo di dare tutto fino alla fine".
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