Mercato Napoli, quasi fatta per Milinkovic-Savic: i dettagli e la rivalità con Meret

Accordo raggiunto tra il club partenopeo e il Torino, che incasserà tra i 18 e i 19 milioni. Poi il serbo si vestirà d'azzurro per essere il luogotenente del friulano, a sua volta vicino al rinnovo

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
20 giugno 2025
Vanja Milinkovic-Savic (Ansa)

Vanja Milinkovic-Savic (Ansa)

Napoli, 20 giugno 2025 – E se l'attesa del rinnovo di Alex Meret fosse essa stessa il rinnovo? Un noto slogan pubblicitario si presta bene a uno dei tira e molla più lunghi di casa Napoli, ma mai come ora la quadra della vicenda non sembra lontana: anche perché, in effetti, il 30 giugno, è distante appena una decade. Stavolta però, dopo momenti di alterno sapore e forse un ottimismo eccessivo ventilato nei mesi scorsi, la firma del friulano fino al 30 giugno 2027, con opzione appannaggio della società partenopea per un'ulteriore stagione insieme, è davvero prossima, con l'ingaggio che dovrebbe salire a 2,5 milioni netti. Chiusa una porta, stavolta in accezione positiva, per il Napoli si aprirà (anche) un portone bello grosso: per la precisione i 202 centimetri per 92 kg di Vanja Milinkovic-Savic, a un passo dal vestirsi d'azzurro.  

Le cifre dell'affare tra il Napoli, Torino e Milinkovic-Savic

L'accordo tra Napoli e Torino è davvero vicino per una cifra che dovrebbe attestarsi sui 18-19 milioni, praticamente poco meno del valore della clausola rescissoria in essere per i club italiani (20 milioni), a fronte dell'iniziale offerta di 16 milioni, con l'accelerata che è arrivata anche per evitare il blitz del Manchester United, società che curiosamente nel 2015 prelevò il serbo dal Vojvodina senza però mai farlo esordire in prima squadra. Dopo tanto girovagare in prestito, con alterne vicende, Milinkovic-Savic (che in azzurro dovrebbe guadagnare tra l'1,6 e l'1,7 milione all'anno fino al 30 giugno 2029) si è consacrato al Torino in particolare nella passata Serie A, nella quale in 37 partite giocate ha mantenuto la porta inviolata in 10 occasioni, parando anche ben 4 rigori. Praticamente un altro specialista di fronte al dischetto dopo Meret, con il quale condivide anche l'anno di nascita. Milinkovic-Savic, a lungo anche relegato all'ingrato ruolo di 'fratello di', a differenza del friulano è esploso molto più tardi: oggi il doppio cognome fa pensare prima a Vanja che a Sergej, che nel 2023 aveva scelto la causa Al-Hilal e non di certo per motivazioni prettamente tecniche e sportive. Vanja ha invece saputo aspettare con calma e tranquillità il suo momento, un po' due elementi che trasferisce anche in campo alle difese che guida sfoggiando i piatti forti della casa: i rigori parati, appunto, ma anche uno strapotere fisico nelle uscite alte e una grande abilità con i piedi che lo rende di fatto una sorta di giocatore di movimento aggiunto. La prerogativa di saper manovrare la sfera viene ormai richiesta a tutti i portieri moderni, ma per Milinkovic-Savic si esce dalla retorica: il passato da attaccante torna a fare capolino allorché, all'occorrenza, c'è da battere tiri dal dischetto o punizioni, come quella memorabile contro il Carpi che si schiantò sulla traversa. Un messaggio bello chiaro ad Antonio Conte, che nella prossima stagione, quella delle quattro competizioni da disputare provando a non lasciare nulla per strada, sarà chiamato a dirimere un ballottaggio niente male tra i pali.

La convivenza tra Meret e Milinkovic-Savic

Già, perché dopo anni di porte scorrevoli, il Napoli si ritroverà a dover gestire coloro che a tutti gli effetti saranno due titolari. Da Salvatore Sirigu a Pierluigi Gollini, passando per Elia Caprile e Simone Scuffet: nelle ultime stagioni il ruolo di vice di Meret ha visto avvicendarsi diversi portieri, tutti validi nonostante la differenza di età, di qualità tecniche e di formule delle operazioni. Tra tutti, Caprile sembrava quello scelto per il presente ma soprattutto per il futuro, ma qualcosa tra le parti non ha funzionato. Forse la voglia del classe 2001 di non restare imbottigliato in un ruolo, quello di riserva, difficile da scrollarsi di dosso a maggior ragione quando di professione si è un portiere, o forse lo scarso feeling con Conte e con le sue idee del prototipo di estremo difensore: a prescindere dalle motivazioni e contro ogni pronostico, la carriera di Caprile proseguirà altrove, verosimilmente ancora a Cagliari (che dovrebbe esercitare il diritto di riscatto fissato a 8 milioni) prima magari di provare a regalarsi un futuro in una grande, ma possibilmente stavolta da titolare. Il giovane Caprile scalpitava, forse anche legittimamente dalla prospettiva dell'ennesimo virgulto italiano costretto a vivere anni di apprendistato prima, magari, di avere la chance di mostrare con continuità le proprie qualità, senza la paura di sbagliare che tra l'altro per un portiere equivale spesso a una condanna senza appello: meglio andare su un profilo già di esperienza come Milinkovic-Savic, che si candida a diventare l'estremo difensore alternativo a Meret, più che riserva dello stesso. Difficile, ad oggi, parlare di portiere di coppa o portiere di campionato: molto si giocherà in ritiro, perché non è da escludere lo scenario che vede invece il serbo scavalcare nelle gerarchie l'italiano nonostante il rinnovo in laboratorio ormai da tempo e pronto a vedere la luce (e il conseguente aumento dell'ingaggio). Decide Conte, come da oltre un anno a questa parte nel capoluogo campano, e il verdetto emesso da Dimaro prima e Castel di Sangro poi sarà inoppugnabile da tutti: anche dai diretti interessati. Al momento, il borsino parla di Meret titolare, e non potrebbe essere altrimenti dopo un campionato ad altissimi livelli nel quale ha messo la firma sullo scudetto con diversi interventi miracolosi (e troppo spesso sottovalutati da tifosi e media), e Milinkovic-Savic come luogotenente, più che riserva. Il tutto aspettando le ufficialità: rispettivamente, quella sul rinnovo del friulano e l'altra sull'arrivo del serbo al termine di una trattativa lampo solo all'apparenza, perché i primi contatti tra Napoli e Torino risalgono ad inizio primavera, se non addirittura all'inverno. Come accadeva negli anni scorsi, gli azzurri hanno gettato con ampio anticipo i semi di diverse operazioni di mercato: ora arriva il momento di raccoglierne i frutti, belli grossi e già maturi come nel caso di Milinkovic-Savic.

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