Napoli, parabola Billing: da eroe contro l'Inter a capro espiatorio con il Genoa

Il danese aveva fissato sull'1-1 il match scudetto contro i nerazzurri, ma domenica sera ha deluso la piazza e pure Conte. Complicato il riscatto a fine anno, ma intanto c'è da concludere la stagione

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
13 maggio 2025
Philip Billing

Philip Billing

Napoli, 13 maggio 2025 - Da potenziale uomo della svolta in occasione del pareggio all'ultimo respiro contro la rivale diretta Inter ad altrettanto potenziale emblema del mezzo passo falso che potrebbe costare tanto, se non tutto, al Napoli: il protagonista è Philip Billing, diventato - suo malgrado - il simbolo del deludente 2-2 interno contro il Genoa che rischia di complicare parecchio la corsa scudetto degli azzurri.  

I cambi della discordia di Conte

  In realtà, mai come quest'anno i fatti dell'alta classifica si intrecciano a doppia mandata con quelli delle zone meno nobili e non solo per la maxi contemporaneità quasi totale del penultimo turno di Serie A. Merito (o demerito, a seconda dei punti di vista) delle vittorie nell'ultima giornata di Venezia ed Empoli (oltre a quella ormai ininfluente di un Monza già retrocesso) che hanno aggiunto pepe a quella che già è un'autentica bagarre che coinvolge pure Lecce, Parma, Verona e Cagliari: metà di questo drappello di (nuove?) pericolanti sarà avversaria del Napoli in ciò che resta del campionato. Si partirà dal Parma di Cristian Chivu, uno che con la maglia dell'Inter ha scritto pagine importantissime prima di iniziare la sua carriera da allenatore nelle giovanili del club. Insomma, stimoli extra al Tardini che nella giornata successiva, con una combinazione particolare di risultati, potrebbe avere pure il Cagliari per proteggere una salvezza che qualche settimana fa sembrava più acquisita. Poi c'è il Napoli, da un lato inquietato da questi nuovi risvolti ma dall'altro forse quasi consolato dagli stessi, perché in fondo l'unico passo falso recente è arrivato contro un Genoa in teoria sazio e pago. Chissà che alla fine l'asticella della difficoltà fissata più in alto non aiuti proprio gli azzurri, che contro i rossoblù hanno pagato anche evidenti cali di attenzione e tensione in particolare su quelle palle alte curiosamente fino a quel momento sempre disinnescate in stagione. Succede poi che in campo entri Billing, alto 193 centimetri, e inserito proprio per sventare le minacce aeree. In realtà non andrà proprio così: Johan Vasquez svetta tra il danese e Mathias Olivera, quasi ostacolato dal compagno, il cui ingresso in campo alla fine finisce con il danneggiare pure Antonio Conte e non solo per l'esito finale del match. Il primo punto all'ordine del giorno nel processo al tecnico salentino riguarda in realtà la gestione di Stanislav Lobotka, gettato nella mischia dall'inizio nonostante una caviglia malconcia. Risultato: meno di un quarto d'ora in campo prima di fare spazio a Billy Gilmour, giocandosi così anche il primo slot del match, con allegato peggioramento delle condizioni fisiche dello slovacco che potrebbe aver chiuso già la sua stagione nonostante i due impegni roventi all'orizzonte per quello che è stato (ri)definito un trauma contusivo distorsivo della caviglia destra. Poi un esausto Matteo Politano è stato richiamato in panchina solo all'88' per fare spazio a David Neres, il cui brio sarebbe servito forse prima per sfruttare le praterie lasciate aperte da un Genoa in momentaneo svantaggio. Sul gradino centrale di un ipotetico podio si staglia però il cambio che ha visto protagonista proprio Billing, nell'occhio del ciclone e con il credito guadagnato dopo il gol contro l'Inter che sembra essersi già dissolto.

Il destino di Billing

  All'80' esce Giacomo Raspadori, autore del secondo dopo dopo quello di Romelu Lukaku (entrambi assistiti da Scott McTominay) e dentro il danese: passano appena 4' e il Genoa pareggia con un guizzo che rischia di innescare un effetto domino non solo nel campionato in corso e per l'esito di una lotta scudetto che vede l'Inter di nuovo in vita dopo settimane di resa apparente. Si parte dal destino in ottica mercato proprio di Billing, che il Napoli a fine anno potrebbe riscattare dal Bournemouth per 10 milioni: forse tanti per una seconda linea che già dopo la disastrosa prova di Como, seppur 'in buona compagnia' del resto della squadra, era finito nell'occhio del ciclone, tra l'altro proprio nel giorno del suo debutto da titolare. Certo, nel turno successivo il classe '96 si sarebbe riscattato con gli interessi frenando la marcia dell'Inter in quello snodo con il senno di poi decisivo per mantenere in vita la lotta scudetto. Billing dà e Billing toglie, ammesso che sia davvero corretto cercare un solo capro espiatorio in una serata in cui all'intero Napoli è mancato il mordente per sferrare il colpo del ko davanti o la grinta giusta per serrare le fila dietro. Non a caso, in queste situazioni di norma l'allenatore di turno assolve il singolo per tutelarlo e per responsabilizzare il gruppo. Conte, invece, facendo mea culpa sul cambio operato finisce con il catechizzare pubblicamente anche Billing, consegnandolo così al malcontento della piazza. Poi ci sarebbe un'altra possibile conseguenza dilatata nel lungo periodo e distaccata dall'esito del campionato. Il tormentato mercato di gennaio, quello passato alla storia per la partenza di Khvicha Kvaratskhelia (rimpiazzato dal quasi invisibile Noah Okafor), potrebbe aver segnato uno strappo tra l'allenatore e la società sulle vedute di gran parte dei temi più importanti. Se poi gli acquisti dai nomi già non troppo altisonanti spariscono dai radar, come appunto Okafor, o non forniscono un apporto all'altezza della situazione, come quello reputato tale domenica sera da Billing, allora l'eventuale frattura presente ai vertici del Napoli rischia di aggravarsi. Il tutto con un campionato da portare a termine, possibilmente difendendo con le unghie e con i denti quel primo posto in classifica diventato di colpo più fragile. Insomma, negli ultimi 180' all'ombra del Vesuvio in tanti si giocano tutto: dal Napoli a qualche singolo come Billing, chiamato a riscattare le sbavature del finale contro il Genoa. Un precedente c'è ed è confortante per il danese, tra i peggiori a Como e poi decisivo contro l'Inter, per un pronto riscatto che un'intera piazza auspica già a partire dal match del Tardini.

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