Napoli, Di Lorenzo: "La nostra forza è il gruppo. Scudetto? Ci crediamo"

Il capitano suona la carica prima della trasferta di Lecce: "Campo ostico e, da parte loro, tante motivazioni, tra le quali la salvezza, ma noi vogliamo vincere"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
30 aprile 2025
Giovanni Di Lorenzo (Ansa)

Giovanni Di Lorenzo (Ansa)

Napoli, 30 aprile 2025 - All'arrivo in panchina di Antonio Conte era stato uno dei primi giocatori a uscire subito rivitalizzato dal nuovo corso, ritrovando quel feeling in zona gol che sarebbe poi sparito nel prosieguo della stagione: nonostante le continue sollecitazioni incassate davanti a microfoni e taccuini dal proprio allenatore, Giovanni Di Lorenzo si è inceppato a livello di produzione offensiva, ma il suo rendimento e la sua leadership restano preziosi per un Napoli che mai come ora sogno lo scudetto, non a caso tema principale della chiacchierata pomeridiana a Radio Crc.  

Il ruolo di capitano e la marcia verso Lecce

  Il primo argomento toccato dal capitano azzurro è un bilancio della sua ormai lunga esperienza all'ombra del Vesuvio, che nel giro di poche settimane rischia (si fa per dire) di arricchirsi di un altro alloro. "Sono già passati sei anni a Napoli, qui sto bene con la mia famiglia ed è successo davvero di tutto questo periodo. Due anni fa abbiamo vinto lo scudetto e mai avrei immaginato di essere capitano come Diego Armando Maradona. Ogni giorno cerco di meritarmi la fascia e di rappresentare al meglio la società e la squadra". Capitano in campo, chissà, magari pure di un altro scudetto, ma capitano pure fuori e in particolare nello spogliatoio, un ruolo fondamentale in particolare nei confronti dei nuovi acquisti. "Spesso sono io a muovermi verso di loro, per metterli a loro agio e per farli inserire, magari con un messaggio o una chiamata. Consiglio loro le stesse cose che dissero a me quando arrivai: la cosa fondamentale è vivere la città come una persona normale e non sentendosi diversi. Io esco spesso in centro, scendo e non vivo male il posto". Si passa poi al calcio giocato, che nel prossimo turno metterà il Napoli di fronte alla trasferta a Lecce, squadra, club e città reduci dal lutto per l'improvvisa scomparsa del fisioterapista Graziano Fiorita. "Ci tengo prima di tutto a mandare un abbraccio alla famiglia del lorofisioterapista, la cui notizia della morteci ha colpiti molto. Sarà una partita difficile: loro lottano per salvarsi, e questa tragedia ha reso l'atmosfera particolare. Ma noi vogliamo portare a casa la vittoria". In effetti, calendario alla mano, il match del Via del Mare potrebbe essere per gli azzurri uno degli ultimi ostacoli veri da superare verso la gloria, per un percorso cominciato di fatto in estate con l'approdo in panchina di Conte. "Da capitano sono il più vicino all'allenatore, passo i suoi messaggi alla squadra. Fin dal primo giorno c'è stato un legame diretto, sincero e leale. La base è la sincerità: Conte è un allenatore forte, conoscevo già le sue qualità da avversario e - continua Di Lorenzo - in questi mesi le ha confermate. Siamo felici di averlo con noi".

Il sogno scudetto

  Nonostante sia di fatto una delle personalità più forti del mondo del calcio, Conte fa del collettivo il suo punto di forza, come conferma pure il capitano del Napoli. "La nostra forza è il gruppo: dietro ogni grande vittoria e ogni grande squadra c'è un gruppo solido. Quando ci si vuole bene davvero, si affronta tutto meglio. Le difficoltà arriveranno, come sempre, ma ciò che conta è come reagiamo. Se il gruppo è sano, superare i limiti diventa più semplice". Dal collettivo alla catena di destra, quella che di fatto ha subito meno scossoni, specialmente se si pensa a quella mancina che a gennaio ha perso un certo Khvicha Kvaratskhelia. "Ieri sera ho visto la sua partita con il Paris Saint-Germain: è fortissimo e gli auguro il meglio, anche di vincere la Champions League. Noi a destra ci conosciamo bene, da anni. Sappiamo leggere i movimenti l'uno dell'altro, ed è una qualità che ci portiamo dietro nel tempo. Ma il merito è anche del mister, che tiene alta l'ntensità e coinvolge tutti. Anche chi gioca meno dà un contributo importante: è questo spirito che porta i risultati". Si passa poi al ruolo di terzino, forse quello che nel calcio ha subito più evoluzioni nel tempo. "Ogni epoca ha i suoi. Il ruolo è cambiato: oggi si chiede di fare molto di più, anche da registi. Ho cercato di migliorarmi, grazie anche ai miei compagni." A beneficiarne di un Di Lorenzo sempre molto camaleontico è l'intero Napoli, a un passo dal rivivere l'emozione più bella, a quanto pare non più un tabù per nessuno: né per Conte davanti a microfoni e taccuini e né per lo stesso spogliatoio. "Siamo a un punto cruciale. All'inizio sembrava irraggiungibile, ora siamo lì: difficile, ma ce la giochiamo. Tutto è nelle nostre mani. Con il lavoro e con il sacrificio siamo lì e ce la giochiamo, sarà difficile e finora non abbiamo fatto niente". Il campionato ovviamente non è ancora finito, ma riavvolgendo il nastro all'indietro si pensa a come in estate, almeno pubblicamente, le ambizioni del Napoli fossero ben altre: poi tutto ha cominciato ad andare meglio del previsto, lasciando l'impressione generale che lo scudetto non fosse più solo un sogno. "Non c'è stato un momento preciso in cui abbiamo capito di poter vincere il tricolore. Partita dopo partita ci siamo costruiti questo percorso. Ora serve l'ultimo passo: il gruppo è unito, crede nell'obiettivo. Quando sei primo per tanto tempo non è mai per caso". In effetti, il Napoli è leader solitario della classifica solo dallo scorso turno di campionato, ma prima del regno dell'Inter c'era stata una striscia di ben 18 partite in testa alla graduatoria. E' ancora presto per festeggiare e, a maggior ragione, è ancora presto per pensare al futuro di Di Lorenzo una volta appesi gli scarpini al chiodo. "Lo vedo ancora lontano, ma come famiglia stiamo bene qui. Le mie figlie sono napoletane, ho casa a Napoli e sono legato a questa città. E il murales è una cosa che mi emozionerà sempre".Leggi anche - Atp Madrid, Arnaldi batte Tiafoe in due set  

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