Napoli, è scudetto: il ritratto di Conte, lo specialista del tricolore
Il tecnico salentino firma l'ennesima impresa di una carriera impreziosita da tanti titoli, pur con la pecca delle Coppe. L'azzurro è il presente, vincente, ma il futuro potrebbe essere un ritorno al passato alla Juve

Antonio Conte allenatore Napoli esultanza a fine partita
Napoli, 23 maggio 2025 - Dopo soli due anni di attesa, il Napoli è tornato campione d'Italia e lo ha fatto grazie ad Antonio Conte, l'allenatore che quando c'è di mezzo lo scudetto raramente sbaglia. Se non mai.
La carriera di Antonio Conte
In realtà, l'epopea di Conte era cominciata già da calciatore, per una carriera avviata nel Lecce, con tanto di esordio in Serie A dopo la gavetta a livello giovanile, prima del passaggio alla Juventus, datato 1991. In bianconero, il salentino ha militato fino al 2004 vincendo 5 scudetti, ma anche la Coppa UEFA 1992-1993, la Champions League 1995-1996 e la Coppa Intertoto UEFA 1999. La tenacia, la grinta e l'abnegazione sempre profuse in campo hanno fatto di Conte anche un elemento da Nazionale, ma in questo caso vittorie non ne sono arrivate. Anzi: per il leccese un secondo posto ai Mondiali 1994 e il medesimo risultato agli Europei 2000, entrambi con il fortissimo sapore di beffa. Nel 2004 arrivano il ritiro e l'inizio di un'altra carriera, ancora più scintillante ma non prima della necessaria trafila. L'esordio è arrivato nella stagione 2005-2006 a Siena da vice di Luigi Di Canio, non prima di aver provato a restare nel mondo Juventus entrando nello staff tecnico: il neo allenatore Fabio Capello non è d'accordo, spegnendo (per il momento) il sogno di colui che in bianconero aveva anche indossato a lungo la fascia di capitano. La carriera vera e propria di Conte in panchina parte l'anno dopo, in sella all'Arezzo, penalizzato di 6 punti sull'onda lunga di Calciopoli: il 31 ottobre 2006 arriva l'esonero appannaggio di un allora sconosciuto Maurizio Sarri, un altro con Napoli e Juventus nel destino, prima del ritorno il 13 marzo successivo. Con 24 punti nelle ultime 10 partite, Conte sfiora l'impresa salvezza che tramonta definitivamente nell'ultima giornata, che sancisce la retrocessione in Serie C1 dell'Arezzo. Il 28 dicembre parte l'avventura al Bari, acerrima rivale del 'suo' Lecce, tra l'altro battuto nel contesto di una stagione da salvezza tranquilla in Serie B. Nel 2008-2009, Conte è ancora nel capoluogo pugliese, a fine stagione condotto in Serie A dopo 8 anni di assenza e con ben 4 giornate di anticipo: un risultato da festeggiare con un rinnovo. Anzi no, perché a poche settimane dalla firma Conte rescinde e si libera per poi passare, il 21 settembre, all'Atalanta. Il debutto in Serie A è uno 0-0 contro il Catania, con allegata espulsione all'esordio: per la prima vittoria bisognerà aspettare il 18 ottobre, ai danni dell'Udinese. Il numero 13 non dice bene a Conte a Bergamo: dopo 13 punti in 13 partite, il 7 gennaio 2010 arrivano le dimissioni, con la sconfitta contro il Napoli (ebbene sì) fatale in tal senso. Conte riparte nel maggio successivo dal Siena fresco di retrocessione in Serie B e stavolta non lo fa da vice, bensì da primo allenatore: a fine anno i toscani tornano subito in Serie A con 3 giornate d'anticipo, facendo di Conte uno specialista delle promozioni. Su quest'onda lunga, il 31 maggio 2011 si chiude il cerchio chiamato Juventus, squadra riabbracciata dopo il terremoto di Calciopoli e anni molto complicati. L'11 settembre, tra l'altro in concomitanza con l'inaugurazione dello Juventus Stadium, i bianconeri battono 4-1 il Parma prima di inanellare una serie di ben 18 risultati utili di fila. E' il preludio al primo scudetto da allenatore, ottenuto battendo proprio il Cagliari (corsi e ricorsi storici) a chiusura di un campionato vissuto senza conoscere il sapore della sconfitta. Sapore che invece arriva in Coppa Italia, il 20 maggio, giorno della finale persa contro il Napoli. Il ricorrente Napoli. La rivincita contro gli azzurri arriverà nella Supercoppa dell'estate successiva: 4-2 a Pechino, con allegate polemiche, prima di festeggiare un altro scudetto il 5 maggio 2013. Il cammino in Champions League da debuttante finirà invece ai quarti per mano del Bayern Monaco. La serie di trionfi domestici si arricchisce il 18 maggio, giorno dell'altra vittoria in Supercoppa contro la Lazio, prima di un altro tricolore, impreziosito da una striscia di ben 11 vittorie di fila. Non sarà l'unico record: quell'anno infatti la Juventus raccoglie ben 102 punti, di cui 57 in casa su altrettanti a disposizione. In ambito internazionale però la musica cambia: in Europa League è semifinale contro il Benfica, che prevale aprendo di fatto la crisi con la piazza prima e con la società poi che avrebbe portato al divorzio di metà luglio. Dopo un mesetto Conte firma con la Nazionale, diventandone ct e coordinatore delle giovanili. Dopo il debutto vincente in amichevole contro l'Olanda, la strada è segnata, quella verso Euro 2016, traguardo festeggiato battendo l'Azerbaigian. Gli azzurri superano il girone e agli ottavi battono la Spagna campione in carica, prima di uscire dal torneo nello step successivo ai rigori contro la Germania. A finire è anche l'avventura da ct di Conte, che il Chelsea aveva annunciato già con largo anticipo per la stagione 2016-2017. Il debutto in Premier League è vincente contro il West Ham, ma lo è l'intero campionato: con il neo della FA Cup, che prende invece la via dell'Arsenal. Buona la prima, ma non la seconda. Ancora i Gunners prevalgono nella Community Shield, così come pesa l'eliminazione dalla Champions League agli ottavi per mano del Barcellona. Il Chelsea crolla anche in campionato, arrivando quinto e non riuscendo quindi né a difendere il titolo né a qualificarsi alla competizione europea più prestigiosa. La consolazione è la vittoria della FA Cup contro il Manchester United: un cioccolatino che non basta ad addolcire un divorzio che si consumerà il 18 luglio 2018. Conte si prende il primo (ma non l'ultimo) anno sabbatico, prima di accasarsi all'Inter il 31 maggio 2019: il predecessore era Luciano Spalletti, per una staffetta tricolore che si sarebbe ripetuta all'ombra del Vesuvio. L'esordio è contro il 'suo' Lecce, liquidato 4-0: la prima di 6 vittorie di fila, compreso un derby buono a rinsaldare i rapporti con la sua nuova tifoseria nonostante il passato a forti tinte bianconere. L'Inter batte il Milan anche al ritorno, ma ciò non basta a vincere il campionato: trionfa proprio la Juventus davanti ai nerazzurri, che escono presto di scena dalla Champions League per poi invece arrivare in finale di Europa League, battuti dal Siviglia. Nel campionato successivo, l'Inter parte lenta ma poi inanella 8 vittorie di fila: è l'inizio della rimonta sul Milan, che si consumerà nel girone di ritorno con ben 11 successi di fila. Per Conte arrivano il quarto titolo in Serie A, il quinto contando anche la Premier League: un'altra festa chiusa da un altro divorzio, figlio anche del contemporaneo cammino tutt'altro che eccellente nelle Coppe. Il 2 novembre 2021 il tecnico torna in Premier League, sponda Tottenham, riportato in Champions League dopo due anni di assenza. La stagione successiva è funestata dalla scomparsa del preparatore atletico Giampiero Ventrone. Poi lo stesso Conte si ferma per problemi fisici: lo sostituisce il fido vice Cristian Stellini prima della risoluzione datata 26 marzo 2023. Conte si concede un altro anno sabbatico e sarà un'altra mossa vincente, prima del ritorno al Napoli: firma il 5 giugno 2024 e presentazione in pompa magna in una città ai suoi piedi fin da subito, nonostante il passato in bianconero. Come un po' da copione, Conte delude in Coppa Italia (eliminazione agli ottavi per mano della Lazio), ma a fari spenti diventa presto un carrarmato in campionato nonostante l'esordio choc di Verona: 0-3 e primi timori di attriti con Aurelio De Laurentiis. Forse c'è più un fondo di verità, nonostante lo scudetto vinto, il quarto totale del club partenopeo e il secondo dell'era ADL. Caratteri forti ma anche un mercato di gennaio reputato non all'altezza dal tecnico salentino, che a metà campionato saluta Khvicha Kvaratskhelia. Sembra l'inizio del declino dei 'campioni d'inverno', ma il Napoli si rialza e si dimostra bravo (e fortunato) a sfruttare i passi falsi sempre più numerosi dell'Inter, forse intanto distratta dal cammino in Champions League, con vista sulla finale proprio contro il Paris Saint-Germain di Kvara. Conte resiste a diverse problematiche, tra infortuni di uomini chiave, instabilità tattica, rivoluzioni nel modulo, a testimonianza di una buona elasticità a dispetto del culto della difesa a tre, e pressioni di una piazza esigente ma, da stasera, riconoscente per tutta l'eternità con l'allenatore del quarto scudetto, verosimilmente pronto a essere 'perdonato' anche qualora il vociferato ritorno alla Juventus diventasse realtà. Ci sarà tempo per riparlarne: per ora è tempo di far festa, Conte e il Napoli insieme. Chi lo avrebbe detto fino a non molto tempo fa, in una delle precedenti vite del tecnico specialista degli scudetti.
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