Napoli, Lukaku è in crescita e Conte approva. Ma ora servono i gol

Contro l'Inter il belga non segna ma gioca bene dopo un periodo di flessione che sta coincidendo con quella di tutti gli azzurri, che non vincono dal 25 gennaio

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
4 marzo 2025
Romelu Lukaku (Ansa)

Romelu Lukaku (Ansa)

Napoli, 4 marzo 2025 – Nel calcio moderno l'attaccante non deve solo segnare, ma anche svolgere un'ampia gamma di compiti supplementari al servizio della squadra: se però poi il suddetto attaccante esegue solo la seconda parte delle sue mansioni, mancando proprio in zona gol, il pacchetto risulta comunque incompleto e quasi contro natura. In casa Napoli l'identikit riconduce a Romelu Lukaku, che per la verità con queste prerogative, nel bene e nel male, si è accompagnato nel corso della sua intera carriera. Lo sa bene Antonio Conte, l'allenatore che più di tutti ha valorizzato il belga e che l'ha voluto fortemente in diverse sue avventure in panchina: non ultima, proprio quella tuttora in corso all'ombra del Vesuvio. Prendendo in esame solo i freddi numeri, finora in stagione il numero 11 ha messo in carniere 9 gol e 8 assist in 27 presenze: dati ottimi, ma non sufficienti a creare intorno al classe '93 un plebiscito, altra costante della sua carriera.

Un calendario (sulla carta) amico

Le motivazioni sono presto dette. Si parte dalla discontinuità che da sempre caratterizza Lukaku nell'arco della stagione ma anche della stessa partita, con lampi sporadici alternati a lunghi momenti di apatia che ben spiegano anche un fatturato in zona offensiva spesso concentrato nel giro di poche gare decisive. In effetti, se lo stesso mentore Conte arriva a dire che la migliore prestazione del belga in azzurro è stata quella contro l'Inter, match nel quale non ha segnato, qualcosa pur significherà. Per la precisione che, ed è un evento, per una volta Lukaku non ha lavorato solo da pivot, ricordandosi dunque di essere un calciatore e non un giocatore di basket. Insomma, non esistono solo frame del numero 11 spalle alla porta, ma anche ben due conclusioni direzione Josep Martinez, in una volta salvato dall'esterno della rete e nell'altra dalle gambe provvidenziali di Alessandro Bastoni.

Per una volta Lukaku in una partita, pur non trovando la via del gol, ha fatto tutto ciò che è richiesto al suddetto attaccante moderno, facendo felice Conte nonostante il suo Napoli, in quanto a reti realizzate, sia ancora solo quinto in classifica. Nella lotta scudetto, si sa, il vero ago della bilancia è la fase difensiva, che premia ancora gli azzurri nonostante ora la migliore squadra in tal senso sia diventata quella Juventus che, sorniona, si sta avvicinando a grandi passi al terzetto di testa. Per ora l'allarme non è ancora rosso, anche perché il Napoli, pur non essendo più padrone del suo destino nel testa a testa con l'Inter, può ancora contare su un patrimonio di 5 punti di vantaggio sugli acerrimi rivali.

Per il momento, dunque, meglio guardare alle due nerazzurre, che tra l'altro si sfideranno tra due turni nella giornata in cui invece i partenopei faranno visita al Venezia. Sulla carta, e solo su di essa, specialmente considerando i risultati a sorpresa che spesso hanno strappato gli insidiosi lagunari di Eusebio Di Francesco, proprio in quella giornata il Napoli, con una serie di combinazioni buone, potrebbe tornare in vetta alla classifica. Sempre ammesso che non succeda ancora prima, a patto che l'Inter non batta a San Siro un Monza allo sbando, ipotesi in teoria remota, e che intanto il Napoli festeggi al Maradona contro la Fiorentina, una gara sulla carta ben più ostica.

Le ipotesi per l'attacco contro la Fiorentina

Per riuscire nella missione gli azzurri dovranno limare ulteriormente i difetti emersi nelle ultime settimane, quelle delle molteplici frenate che sono costate prima l'ipotetica fuga in classifica e poi addirittura la vetta della stessa. Parlando di attacco, il tasto dolente di una stagione in cui si fa fatica a trovare il cosiddetto pelo nell'uovo, David Neres marcherà ancora visita, puntando a rientrare per il Venezia, ma solo qualora fossero esclusi i rischi di ricaduta di un infortunio tutt'altro che banale. Dunque, tutto lascia pensare a un'altra conferma del 3-5-2, a meno che la crescita di Noah Okafor non vada oltre i muscoli tirati a lucido sfoggiati sui social a testimonianza di una forma vicina a quella dei giorni d'oro (e lontana da quell'altra che causò prima il naufragio della pista Lipsia e poi le perplessità al suo arrivo nel capoluogo campano). Chissà che l'ex Milan non possa debuttare da titolare contro la Fiorentina, qualora Conte volesse riportare in auge il 4-3-3 senza aspettare il rientro di Neres. In questo caso, esiste un'altra ipotesi che si collega alla gara di andata: fare di Leonardo Spinazzola un esterno offensivo.

Qualsiasi decisione sarà presa, sarà finalizzata a riaccendere l'attacco di un Napoli che non vince dal 25 gennaio, giorno della sconfitta (ancora l'unica finora in campionato) della Juventus al Maradona. Quella che doveva essere la serata buona a lanciare definitivamente le quotazioni scudetto degli azzurri si sarebbe invece rivelato l'ultimo acuto prima della flessione tuttora in corso e, casualità o meno, coincidente con quella analoga di Lukaku. Del belga nel corso della carriera si è spesso parlato come di un giocatore che si eclissa negli appuntamenti clou: al Napoli invece il classe '93 finora ha segnato a Milan, Atalanta, Roma e appunto Juventus. Almeno questa nomea, fin da quando veste l'azzurro, Lukaku è stato capace di smentirla: con la stessa Inter, il suo passato tabù, nel recente incrocio nonostante non sia arrivato il gol, Big Rom ha mostrato un paio di guizzi degni anche del prezzo di acquisto sborsato in estate dal Napoli nelle casse del Chelsea.

Anche il Maradona ha gradito, ma tutto ciò ancora non basta a sbloccare un attacco che nelle ultime settimane è stato totalmente ai piedi di Giacomo Raspadori, a sua volta di professione non esattamente un bomber. Il ruolo, per la verità, spetterebbe a Lukaku, che dal canto suo ha risposto presente con 9 reti: ancora poche per prendersi definitivamente una piazza che negli ultimi anni a Fuorigrotta ha visto transitare attaccanti ben più prolifici e trascinanti.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su