Napoli, Marin è pronto: "A Monza sarà fondamentale vincere"
L'emergenza difensiva, con il ko di Juan Jesus dopo quello di Buongiorno, chiamerà lo spagnolo a riscattarsi dopo un inizio di avventura in azzurro in sordina: "Per me l'importante è giocare. E qui mi trovo bene"

Rafa Marin (Ansa)
Napoli, 16 aprile 2025 - Affinché una stagione vada in porto con l'obiettivo prefissato, o con quello che strada facendo la squadra è brava a costruirsi andando forse anche oltre i propri limiti, ogni pedina deve avere la sua utilità nello scacchiere dell'allenatore di turno, in questo caso Antonio Conte: anche chi gioca meno come Rafa Marin e che, complici gli infortuni prima di Alessandro Buongiorno e poi quello recentissimo di Juan Jesus, avrà presto le sue chance per mettersi in mostra nella difesa azzurra, tuttora la migliore del campionato. Proprio l'imminente probabilissimo impiego a Monza, avversario a sua volta non da sottovalutare nonostante la drammatica situazione di classifica, è stato il fulcro della chiacchierata pomeridiana ai microfoni di Radio Crc, durante la quale il classe 2001 ha approfittato anche per farsi conoscere meglio dopo una prima parte di esperienza all'ombra del Vesuvio tutt'altro che memorabile sul piano personale.
Le differenze tra Italia e Spagna
A distanza di diverso tempo, lo spagnolo ha riassaggiato il campo allorché il brasiliano si è fermato contro l'Empoli, match praticamente perfetto per i partenopei per tornare alla vittoria e, di conseguenza, tallonare l'Inter ancora a 3 punti di distanza. "In queste ultime partite abbiamo mantenuto un buon livello, prima difensivamente e ora anche sul piano realizzativo stiamo ottenendo di più. A livello offensivo non vivevamo un periodo semplice, ma questa vittoria in casa davanti ai nostri tifosi è importante per affrontare le ultime sfide che mancano". Nel frattempo, è migliorata la squadra nei suoi reparti ma lo stesso ha fatto anche lo spagnolo. "Sono cresciuto tanto in questi mesi, non solo io ma tutta la formazione. Quando sono arrivato al Napoli era tutto nuovo per me: la Serie A è completamente diversa sul piano tattico rispetto al campionato spagnolo. Oggi ovviamente mi sento più preparato rispetto all'estate. Io mi alleno duramente ogni giorno per migliorare sempre per l'allenatore e per i miei compagni di squadra". Marin va poi più nel dettaglio delle differenze con il torneo iberico. "Qui si pensa tantissimo alla tattica: da quando sono arrivato abbiamo lavorato duramente sulla pressione alta o su come fare un buon blocco medio o basso. Ogni partita è diversa, ci sono diverse difficoltà e noi siamo preparati per ognuna di queste, perché ci prepariamo su tutti gli aspetti. Proprio la tattica è la principale differenza con la Liga: è questo ciò che distingue maggiormente i due campionati. Anche in Spagna si pensa a questo, ma non così tanto, mentre qui - continua Marin - il focus è tutto sullo squadra: quando si attacca, quando si deve recuperare palla e tutti i movimenti".
Alla scoperta di Marin
Mentre l'ex talento di scuola Real Madrid, club che in teoria ne detiene anche una clausola di riacquisto esercitabile nelle estati del 2026 e del 2027 a prezzo variabile, probabilmente deve ancora ultimare la sua piena conoscenza del calcio italiano, anche quest'ultimo forse non è ancora totalmente edotto sul difensore che dovrà sostituire Juan Jesus, appiedato da una lesione distrattiva del muscolo semimembranoso della coscia destra che rischia di compromettere gran parte del suo finale di stagione: approfittando dei microfoni amici, Marin in pratica si ripresenta alla sua piazza (e non solo). "Per me non ci sono differenze tra giocare a destra o a sinistra. Di natura sono destro, ma nella mia carriera ho giocato tante volte in entrambe le posizioni come difensore centrale e quindi posso farlo tranquillamente. Per me la cosa più importante non è dove giocare, ma giocare. Il colpo di testa è una delle mie migliori caratteristiche: vengo da una squadra in cui c'erano molti contrasti aerei soprattutto in difesa. Questo discorso possiamo applicarlo anche alla fase offensiva: mi sento forte in questa caratteristica, mi piace". Si chiude poi con l'idolo. "Dico Sergio Ramos: mi sono sempre ispirato a lui per il suo carattere ed il suo modo di giocare. Mi è sempre piaciuto molto, lo ammiro". La chance per conquistare Napoli e il Napoli lo spagnolo la avrà nel prossimo turno, sulla carta piuttosto soft per i suoi, che faranno visita a un Monza al quale manca solo la matematica per la condanna in Serie B: eppure, nonostante l'evidente gap in classifica e motivazionale, Marin non si fida dei brianzoli che, se battuti, consentirebbero agli azzurri di invertire i ruoli e mettere pressione all'Inter, impegnato il giorno di Pasqua a Bologna. "La cosa fondamentale per portare a casa i tre punti è fare quello che stiamo facendo in queste ultime partite. Incontreremo una squadra forte, che giocherà in casa: ci stiamo preparando ed allenando duramente. Dal primo minuto dobbiamo presentare la nostra carta d'identità e conquistare l'intera posta in palio". Parole chiare da parte di un giocatore forse ancora tutto da scoprire, al punto da essersi guadagnato l'ingrato (e ricorrente) epiteto di 'oggetto misterioso', ma dal canto suo con le idee chiare soprattutto sull'ultima destinazione finora della sua carriera. "L'ambiente Napoli piace a qualsiasi calciatore: la gente è molto vicina alla squadra ed è tanto calorosa. Ti senti a tuo agio, senti che sono al tuo fianco e che ti staranno vicino qualsiasi cosa fai. Io vengo dal sud della Spagna ed anche lì amano molto il calcio, ma qui lo vivono in modo ancora più passionale, forse addirittura unico. Ho visitato abbastanza la città. Mi piace molto la cucina: è difficile venire in Italia e non prendere qualche chilo. Vivo in una zona bellissima di Napoli, a Posillipo, ed adoro la vista sul mare. Mi piace andare in giro con il sole e vicino al mare: questa è una città spettacolare".
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