Napoli, Ngonge: "Concentrati in vista del finale di stagione"
Intercettato dai microfoni di Radio Crc, il belga pensa al prossimo match degli azzurri, di scena lunedì sera a Bologna (senza lo squalificato Conte): "Sarà dura, ma abbiamo le nostre armi per spuntarla"

Cyril Ngonge (Ansa)
Napoli, 3 aprile 2025 - Nell'economia di una squadra chiamata a raggiungere obiettivi di prestigio ogni tassello è importante: anche chi come Cyril Ngonge, intervenuto nel pomeriggio ai microfoni di Radio Crc, nel Napoli di Antonio Conte è solo un comprimario.
Ripensando al Milan
Il belga il campo lo vede poco e di solito lo fa nei finali, quelli sempre roventi quando c'è da rimontare il risultato o da gestirlo, con quest'ultimo caso che è quello recente del fondamentale successo sul Milan. "Era una partita importante in casa nostra: dovevamo aggredire e far vedere fin da subito che siamo forti. Siamo partiti bene, proprio da Napoli, e si è visto fin dal primo gol come l'avevamo preparata: si è trattato di una giocata provata in allenamento per tutta la settimana. E' riuscita e questo fa capire che oltre alla preparazione i giocatori hanno interpretato benissimo in campo". Il primo tempo, quello letteralmente dominato dagli azzurri, il belga lo ha appunto visto dalla panchina salvo poi subentrare nel finale, quello più caldo anche per merito di un Milan rinvigorito a sua volta dalle sostituzioni. "Noi che siamo entrati a gara in corso abbiamo cercato di aiutare la squadra nel finale, portando un po' di energia fresca. Si notava che c'era un po' di fatica, perché loro attaccavano con tanti giocatori forti, tra i quali pure Rafa Leao. Non era facile - ammette Ngonge - ma siamo riusciti a portare a casa i tre punti". Benissimo il risultato, forse meno bene la gestione del vantaggio nel lungo periodo, problema già emerso varie volte in stagione. "Dobbiamo mantenere di più la calma, soprattutto a fine partita. Bisogna continuare a guardare la palla e mantenere alta la pressione, senza abbassarci troppo e lasciarli giocare". Tra il dire e il fare ci sono di mezzo gli avversari, mentre il Napoli intanto può godersi un Romelu Lukaku da domenica sera 'mister 400 gol in carriera'. "Pensare che io non ho neanche giocato 400 partite. Anche solo comparando questo dato si capisce la grandezza di questo traguardo per me. Ci siamo ovviamente complimentati con lui. Dentro e fuori dal campo si vede tutta la sua esperienza, che trasmette a chiunque: è un piacere averlo in squadra".
Verso Bologna
Da un belga all'altro: uno, anagrafe e carriera alla mano, è fatto e finito, l'altro invece, ed è proprio il caso di Ngonge, appare come un diamante forse ancora da sgrezzare, con la perfetta collocazione in campo a sua volta ancora da trovare. "Di base nasco come prima punta. Con il tempo mi sono adattato a seconda punta e poi, in Olanda, mi sono spostato sulle corsie. Se facciamo riferimento al ruolo di esterno, preferisco giocare a destra a piede invertito, però in generale il mio ruolod ei sogni è quello di seconda punta". Ironia del destino, fino a poche settimane fa il Napoli ha giocato con un 3-5-2 nel quale, davanti, bisognava trovare il partner ideale dell'inamovibile Lukaku: la scelta alla fine è ricaduta, tra l'altro con ottimo profitto, su Giacomo Raspadori, mentre il feeling eventuale con l'ex Verona resterà un mistero che finora non ha conosciuto soluzione. In realtà, a prescindere dal rebus modulo, ciò che Conte chiede agli uomini offensivi è innanzitutto un grande sacrificio in fase offensiva. "Mentirei se dicessi che mi piace, ma ovviamente è una cosa che nel calcio di oggi va fatta. si tratta di un compito in cui sicuramente ho ancora tanto da imparare, ma sono giovane e il tempo è dalla mia e quindi non mi faccio problemi: posso colmare la lacuna. Se è per il bene della squadra, ovviamente, lo faccio con grande piacere". A quanto pare, le richieste agli attaccanti del tecnico salentino, squalificato lunedì sera per il match del Dall'Ara, sono anche altre. "Oltre che abbassarci e aiutare il difensore laterale, ci chiede di restare molto larghi, senza avere paura di cimentarci nell'uno contro uno e di incidere nelle partite. Un buon cross, un tiro, un passaggio chiave e, appunto, l'uno contro uno: ecco cosa ci chiede". Non esattamente poco, così come non sono esattamente una passeggiata gli ormai proverbiali allenamenti con Conte: a tal riguardo Ngonge svela anche un retroscena. "Prima che arrivasse qui avevo parlato con un giocatore dell'Inter che era stato allenato da lui: mi aveva detto che non sarei stato pronto a ciò che mi aspettava, ma io non gli ho creduto. Poi siamo arrivati in ritiro e abbiamo fatto un mese di fatica vera e propria. Gli allenamenti sono duri come non mi era mai capitato in alcuna squadra precedente, ma questo ci ha permesso di diventare dei 'mostri' in mezzo al campo, andando anche oltre i nostri limiti. Un sacrificio per un grande risultato". In effetti, è diffuso il pensiero secondo il quale il Napoli, specialmente se si pensa allo scetticismo estivo, stia rendendo meglio del previsto: un alloro che lo accomuna al Bologna di Vincenzo Italiano, avversario lunedì sera. "Stanno facendo molto bene con un allenatore che a me piace. Giocano un calcio molto aggressivo e sono bravi nell'uno contro uno. Un fattore molto importante per noi può essere che se superiamo bene la loro pressione, possiamo andare in porta. Dobbiamo però prestare attenzione a non perdere palle stupide, perché se la recuperano alta ciò può diventare pericoloso per noi: servirà essere concentrati quando avremo la sfera". Un'altra convinzione generale parla di un Napoli che dopo lo scoglio Bologna potrebbe avere un calendario molto più dolce di quello delle rivali e in particolare dell'Inter, a sua volta atteso al Dall'Ara a strettissimo giro di posta. "Non siamo preoccupati, ma concentrati e sicuri delle qualità che abbiamo in rosa. Ci guardiamo tutti negli occhi e analizziamo partita dopo partita: alla fine faremo i conti. Lasciamo tutto sul campo, sia negli allenamenti che appunto nei match".
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