Napoli, non solo Osimhen: possibili 150 milioni di introiti per il mercato
Il club partenopeo confida di vendere il nigeriano (ma non alle cifre offerte dall'Al-Hilal) e anche i vari giocatori oggi in prestito e qualche comprimario come Simeone, Raspadori e Mazzocchi: l'obiettivo è finanziarsi le entrate

Victor Osimhen (Ansa)
Napoli, 6 giugno 2025 - Un Aurelio De Laurentiis inedito che spende e spande (quasi) senza limiti: a partire dall'approdo in panchina di Antonio Conte, il patron ha deciso di cambiare la propria strategia societaria, precedentemente imperniata quasi esclusivamente sulla caccia a talenti giovani e poco costosi, nonché future probabilissime plusvalenze. Dalla scorsa estate quasi tutto è stato spazzato via da una nuova politica volta all'acquisizione di giocatori fatti e finiti, per un esborso totale di un anno fa di oltre 150 milioni: De Laurentiis è pronto a ripetersi, a maggior ragione per premiare la permanenza di Conte, ma stavolta le risorse per rinforzare il Napoli arriveranno anche dalle cessioni, per un tesoretto stimato in entrata di circa 150 milioni.
Il caso Osimhen e le situazioni degli altri prestiti
Gran parte del bottino, manco a dirlo, dovrebbe passare dalla partenza, satvolta a titolo definitivo, di Victor Osimhen. Certo, le ultime voci parlano di un primo approccio, quello dell'Al-Hilal, non andato a buon fine, con un'offerta inferiore ai 75 milioni della clausola rescissoria prevista nel contratto del nigeriano, diventato una sorta di esubero di lusso: chi lo avrebbe mai detto fino a non molto tempo fa. Se la prima fumata è stata nera, la seconda o le prossime potrebbero essere quelle buone, perché al Galatasaray l'ex numero 9 azzurro, seppur nel contesto di un campionato non esattamente di prima fascia, si è messo in mostra nel segno di 37 gol e 8 assist in 41 presenze: tra Arabia e magari mete anche meno esotiche, Osimhen dunque ha ancora molto mercato. Manca invece solo l'ufficialità per il riscatto di Natan da parte del Betis Siviglia: nelle casse del Napoli dovrebbero entrare 8 milioni, ai quali aggiungere il milione già incassato per il prestito oneroso. E' invece più nebuloso il futuro di Jesper Lindstrom e Jens Cajuste, giacché né l'Everton né l'Ipswich Town sembrano intenzionati a puntare su due giocatori ai quali, dunque, il Napoli dovrà trovare una nuova sistemazione: possibilmente provando a guadagnarci qualcosa nell'immediato. A meno di ripensamenti, il Cagliari dovrebbe invece riscattare Elia Caprile per 8 milioni: non è poi escluso che l'ex Empoli, chiuso all'ombra del Vesuvio dal titolarissimo Alex Meret e desideroso di giocare con continuità, possa essere tentato da un'altra squadra in un secondo momento, ma a quel punto il discorso esulerebbe dagli azzurri. Anche Alessandro Zanoli sembra in predicato di proseguire l'avventura dell'ultima stagione, quella al Genoa: nelle casse del Napoli dovrebbero dunque entrare 6 milioni. Alessio Zerbin tornerà invece alla base così come Michael Folorunsho: entrambi hanno un discreto mercato e potrebbero essere utilizzati come pedine di scambio nel contesto di altre trattative. Anche da questi piccoli dettagli, che poi dettagli non sono affatto, si costruisce una rosa qualitativa e profonda per reggere le quattro competizioni in programma la prossima stagione.
Le possibili altre cessioni
Non solo la situazione prestiti: per alzare il livello dei cosiddetti comprimari, il Napoli potrebbe salutare diversi protagonisti più o meno di spicco del recente passato. Da Pasquale Mazzocchi a Giovanni Simeone, passando per Giacomo Raspadori: qualcuno dei giocatori con meno minuti ma ancora tanto mercato potrebbe chiedere la cessione, e neanche per una somma esigua. Poi c'è qualche titolare che potrebbe essere a sua volta tentato da qualche sirena araba (e non solo), come Stanislav Lobotka e André-Frank Zambo Anguissa. Insomma, il Napoli che sarà, quello chiamato a riconfermarsi in Italia e a dimostrarsi grande in Europa, ripartirà da un nocciolo duro che sarà però oggetto di qualche modifica nell'undici titolare e non solo. Come sempre, molto peso nella questione lo avrà Conte, tra decisioni numeriche, personali e pure di modulo. Il primo acquisto in pectore, quello di Kevin De Bruyne, fungerà da ago della bilancia proprio con riguardo allo schema da adoperare nel prossimo futuro. Non è da escludere la permanenza di un Napoli fluido, in base agli avversari e alle contingenze del momento ma un'identità più chiara e definita, soprattutto in Champions League, servirà. Tutto spinge per il ritorno in pianta stabile del 4-3-3, a maggior se dal mercato arriveranno due esterni come chiesto da Conte. Molti quesiti sono legati alla posizione che avrebbe, anzi, che avrà De Bruyne, praticamente già annunciato da De Laurentiis nonostante il crisma dell'ufficialità non ci sia ancora. Il belga potrebbe galleggiare tra le linee di centrocampo e attacco, se non albergare proprio in cabina di regia, specialmente qualora alla fine Lobotka dovesse salutare. Se ne riparlerà più avanti: il primo step del mercato del Napoli, parlando delle uscite, riguarderà i prestiti più o meno di lusso che sono in giro. Inutile negare che molto, se non tutto, ruoti intorno al destino di Osimhen, un anno fa salutato in fretta e furia giusto per sgravarsi dall'onere di uno stipendio monstre ma oggi tornato prepotentemente una risorsa e pure un problema: ciò che praticamente il nigeriano è sempre stato fin dall'inizio della sua esperienza in azzurro. A prescindere dalle entrate del prossimo mercato, il primo tesoretto del Napoli si chiama Khvicha Kvaratskhelia, i cui 75 milioni per la cessione di gennaio al Paris Saint-Germain non sono ancora stati intaccati: oltre ovviamente agli introiti derivanti dalla vittoria del campionato e dalla relativa qualificazione in Champions League. Sacrifici di titolarissimi, a parte chi eventualmente potrebbe chiedere la cessione (come Lobotka e Anguissa), non ce ne dovrebbero essere in una squadra comunque dall'età media piuttosto alta e dunque con poche prospettive, ad oggi, di plusvalenze. Una delle poche cessioni deluxe potenziali si chiama Scott McTominay, pagato quasi un anno fa 30,5 milioni (più il 10% sulla futura rivendita da girare al Manchester United) e oggi dal valore quasi raddoppiato, ma ovviamente l'addio dell'uomo simbolo dello scudetto non è neanche una lontanissima ipotesi. De Laurentiis lo ha detto a chiare lettere: l'obiettivo sarà potenziare il Napoli e accontentare Conte, due target mai come quest'anno strettamente correlati.
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