Napoli, i retroscena del ritorno al 4-3-3: il ruolo chiave dell'assente McTominay

Il forfait dello scozzese contro il Milan obbliga Conte ad accantonare il 4-4-2 studiato anche per tutelare la coppia Lukaku-Raspadori: un colpo di scena che fa le fortune degli azzurri

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
1 aprile 2025
Scott McTominay (Ansa)

Scott McTominay (Ansa)

Napoli, 1 aprile 2025 - Due settimane di lunga sosta trascorse a ponderare quale modulo scegliere tra il 3-5-2 in vigore negli ultimi mesi, quelli dell'emergenza infortuni, e quel 4-3-3 che invece aveva fatto le fortune del Napoli nella prima parte di stagione prima di optare, a sorpresa e almeno nei piani iniziali, per il 4-4-2, con il fine di tutelare il tandem davanti composto da Romelu Lukaku e Giacomo Raspadori. Poi il contrattempo che stravolge tutti i piani di Antonio Conte, il comandante al timone della nave azzurra ovviamente deputato a prendere le scelte più delicate: Scott McTominay, non proprio uno a cui si rinuncia a cuor leggero, dà forfait contro il Milan a causa di un malanno di stagione. A questo punto l'allenatore manda in cantina gli ultimi esperimenti, rinunciando quindi anche alle due punte e, soprattutto, a un Raspadori in stato di grazia negli ultimi tempi, e torna all'usato sicuro, quel 4-3-3 che subito lo ripaga al massimo: il Napoli vince e convince, soprattutto nel primo tempo, e resta in scia all'Inter grazie alle sue vecchie (e ritrovate) certezze.  

I cambi di moduli di Conte

  Alla fine nel calcio spesso dettano legge solo i risultati: chissà cosa si sarebbe detto e scritto del posticipo di domenica sera qualora, per esempio, Santiago Gimenez avesse segnato il rigore che, unito al successivo effettivo gol di Luka Jovic, avrebbe potuto pareggiare la contesa. Per merito di Alex Meret, ma forse più che altro per demerito del messicano, tutto ciò non è successo e quindi ha avuto ragione ogni scelta presa dal comandante, che lunedì prossimo marcherà visita al Dall'Ara di Bologna causa squalifica. Poco male per gli azzurri, che dopo mesi di duro lavoro e tante difficoltà avranno imparato a camminare, specialmente solo per una notte, senza il proprio condottiero, nonché sostenitore del 3-5-2. Eppure, all'ombra del Vesuvio, Conte aveva dimostrato fin da subito grande intelligenza e sagacia, adeguandosi alle qualità intrinseche di una rosa da decenni modellata sotto il 4-3-3: un'elasticità mentale che non tutti gli allenatori dimostrano. Non a caso, proprio con il modulo che fu anche dello scudetto, il Napoli aveva raggiunto la vetta della classifica, occupandola per 18 turni consecutivi, inanellando pure la bellezza di 7 vittorie di fila. In quella fase lì un primo buco sull'Inter era stato scavato, lasciando un po' a tutti la sensazione che gli azzurri avrebbero potuto ricalcare quanto successo due anni fa, con uno scudetto vinto con largo anticipo e con un margine abissale sulle altre. Stavolta il giochino non riesce, tra emergenza infortuni e qualche scelta operata nel mercato di gennaio che sembra indebolire le fasce, appunto le zone calde del 4-3-3. Così Conte torna 'a casa', a quel 3-5-2 che in teoria dovrebbe dare più solidità difensiva ma che invece si rileva l'esatto opposto. Il Napoli segna di più, vero, ma prende anche più gol e subisce prima il controsorpasso dell'Inter e poi l'allungo dello stesso, per quei 3 punti di gap tuttora in piedi che rappresentano al contempo un bottino ampio ma pure esiguo. La sosta per lasciare spazio alle Nazionali, spesso vituperata a ogni latitudine e ancora di più nel capoluogo campano, casca invece a pennello, consentendo a Conte di lavorare e sperimentare con il fine di curare i recenti mali della sua squadra. Le due settimane di vacanza del campionato alla fine partoriscono una sorta di compromesso tra le due vesti tattiche sfoggiate dal Napoli quest'anno, appunto il precedente 4-3-3 e il successivo 3-5-2: un 4-4-2 che consentisse alle ali in rosa di tornare a macinare chilometri lungo la linea dell'out laterale, ma pure di salvaguardare il tandem Lukaku-Raspadori che aveva di fatto tenuto a galla gli azzurri quando la tassa infortuni aveva fatto capolino nel quartier generale di Castel Volturno. Almeno fino all'imprevisto che ha scombinato i piani.

Il 'ruolo' di McTominay nella vittoria sul Milan

  McTominay, che avrebbe dovuto sfidare il Milan allargando leggermente il proprio raggio d'azione, alza bandiera bianca a causa di una sindrome influenzale e così Conte è costretto a tornare in fretta e furia al 4-3-3, lanciando dal primo minuto elementi acciaccati: per la precisione André-Frank Zambo Anguissa, tornato malconcio dalla spedizione con il suo Camerun, e David Neres, al rientro dopo oltre un mese e mezzo di infortunio. L'azzardo, per la verità più obbligato che voluto, riesce al punto che il Napoli sblocca la contesa subito grazie a Matteo Politano. Lo stesso Napoli che, curiosamente, nelle giornate precedenti di campionato aveva faticato a trovare la via della rete, denotando tra i tanti problemi anche i diversi sprechi offensivi. In un certo senso, le divinità del pallone potrebbero aver ricompensato Conte, premiandolo delle scelte coraggiose, seppur forzate dalle contingenze superiori, e così con il minimo sforzo la pratica Milan va subito sui binari buoni prima di essere liquidata, magari con un pizzico di sofferenza di troppo nel finale. Gli uomini copertina, tra gol segnati e rigore parato, sono Politano, Lukaku e Meret, oltre appunto al solito comandante in panchina, ma il ruole di attore non protagonista va tutto a McTominay, che con la sua defezione ha accelerato il processo comunque in corso di ritorno al 4-3-3 che, a questo punto, verosimilmente proseguirà in vista del match di Bologna. Ironicamente, lo scozzese, tra i cardini di questa stagione non soltanto per quanto riguarda il fatturato offensivo, che oggi recita 7 gol e 4 assist, diventa decisivo anche quando non gioca e, anzi, resta addirittura a casa per cause di forza maggiore. Tutto rientrerà per lunedì prossimo, giorno in cui il Napoli vivrà uno snodo forse cruciale in ottica scudetto: con che modulo lo deciderà Conte, da domenica sera con tante certezze in più a dispetto dei problemi vecchi, di quelli nuovi e dei contrattempi dell'ultim'ora che diventano quasi un'opportunità.

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