Napoli, dall'albergo al divano: sulla strada dello scudetto c'è ancora la Fiorentina
La clamorosa vittoria dei viola sull'Inter lancia gli azzurri a +3 in classifica dopo che nel 2018 il Franchi fu teatro della debacle che costò i sogni di gloria all'allora squadra di Sarri

L'esultanza degli azzurri (Ansa)
Napoli, 7 febbraio 2025 - Che negli ultimi anni il rapporto tra l'Inter e gli asterischi in classifica non fosse semplice era cosa nota e un primo assaggio del copione lo si era avuto già nel match contro il Bologna rinviato a causa della Supercoppa, terminato in pareggio. L'altra pendenza in graduatoria riguardava la gara contro la Fiorentina interrotta oltre due mesi fa per il malore occorso a Edoardo Bove. Stavolta ai nerazzurri va ancora peggio e così al Franchi matura un 3-0 pesantissimo che a distanza fa felice il Napoli, oggi capolista con un +3 che non è più solo virtuale: lo stesso Napoli che, curiosamente, a quelle latitudini il 28 aprile 2018 aveva 'perso lo scudetto in albergo', come da dichiarazioni dell'allora allenatore Maurizio Sarri. Passano gli anni, cambiano i tecnici e gli organici ma la storia, a parti invertite, sembra riproporsi. E stavolta a vincere, magari dal divano e non in albergo, sono proprio gli azzurri, da ieri con un pezzo di tricolore virtualmente cucito sul petto.
Da Firenze a Firenze, dall'albergo al divano
Certo, rispetto a quel 3-0 firmato da Giovanni Simeone, un altro che poi a distanza di tempo avrebbe fatto pace con la sua futura squadra diventando un protagonista dello scudetto della stagione 2022-2023, da disputare c'è ancora una bella fetta di campionato: non siamo a primavera inoltrata, bensì in inverno e il girone di ritorno è cominciato da poco, con tutte le insidie del caso che aumenteranno man mano che la linea del traguardo si avvicinerà e il peso specifico di ogni punto crescerà anche e soprattutto per le squadre in lotta per non retrocedere. Resta però il fatto che da ieri il Napoli è padrone del proprio destino, al contrario di quanto accade nel 2018, quando di mezzo, tanto per continuare con i parallelismi, c'era proprio l'Inter. La lotta per il titolo vedeva però in prima linea la Juventus, che in rimonta (e non senza polemiche arbitrali) espugnò il Meazza per 3-2, con il suggello finale che fu messo da Gonzalo Higuain, l'ex beniamino di Fuorigrotta che spense i sogni della piazza che lo aveva idolatrato fino a pochi mesi prima e con la quale aveva firmato il record di reti (36) in un singolo campionato di Serie A tuttora in vigore in coabitazione con Ciro Immobile. Quella partita il Napoli la guardò dall'albergo di Firenze e lo fece vivendo quell'altalena di emozioni che, a detta di Sarri, avrebbe generato il blackout della gara del Franchi in programma il giorno successivo: 3-0 a firma di Simeone e addio ai sogni di gloria, nonostante la resa matematica in classifica sarebbe avvenuta a distanza di qualche settimana. Passano quasi 7 anni e la Fiorentina diventa ancora, forse, arbitro della lotta scudetto rifilando un altro 3-0, stavolta a un'Inter apparsa senza mordente e piglio al punto da non ricevere alibi neanche da Simone Inzaghi, da ieri sera consapevole insieme alla sua squadra di aver definitivamente perso lo scettro più o meno grato di favoritissimi per la vittoria del campionato. L'altra faccia della medaglia è il Napoli, che ora davvero non potrà più nascondersi per bocca della società o di Antonio Conte, tirando in ballo bilanci, operazioni di mercato più o meno discutibili, paletti economici generali e agli stipendi e l'ormai quasi anacronistico raffronto con quanto raccolto - o non raccolto - nella scorsa stagione. Il presente di un'annata che per la verità già da tempo recava con sé tutti i sentori positivi del caso mai come oggi è più azzurro che mai. Seppur, appunto, con delle trappole quasi inedite.
Dubbio in difesa tra Buongiorno e Juan Jesus
Finora il Napoli ha infatti un po' giocato a nascondino anche grazie all'abile dialettica di Conte, un maestro della comunicazione in casi simili, ma l'assist arrivato da Firenze, tra l'altro nella complicata settimana successiva alla frenata contro la Roma, è troppo importante per essere relegato in seconda linea. Lo stesso calendario, dopo un inizio di girone di ritorno in salita, ora sembra sorridere agli azzurri proponendo nel prossimo turno il match interno contro l'Udinese: per l'Inter, stavolta a San Siro, all'orizzonte di materializzerà nuovo la Fiorentina. Stavolta, ragionando in base all'inerzia delle ultime ore e al valore sulla carta delle squadre in ballo, la capolista ha la chance di tentare la prima vera fuga reale di un campionato entrato nella sua fase più calda. Qui si torna alle trappole nascoste. La prima si chiama Udinese, la classica squadra di metà classifica che, in quanto tale, potrebbe riservare delle sorprese, tra spensieratezza e voglia di salire sull'ultimissimo treno buono per le posizioni che conducono in zona Europa. La seconda trappola riconduce proprio al Franchi e all'inevitabile festa esplosa dopo il 3-0 rifilato dalla Fiorentina all'Inter: un boomerang qualora gli entusiasmi eccessivi e la fiducia nei propri mezzi per battere l'Udinese diventassero presunzione e tracotanza. Parlando della gara di domenica sera al Maradona, Conte ora ha problemi di abbonanza in difesa: il recupero di Alessandro Buongiorno è infatti ultimato, ma togliere dal campo un Juan Jesus in questa condizione di forma psico-fisica sembra quasi un azzardo. Possibile che tra i due possa consumarsi una staffetta, con l'obiettivo di cominciare a dare all'ex Torino quel minutaggio che gli servirà per ritrovare lo smalto dei giorni d'oro dopo quasi 2 mesi di stop. Paradossalmente al momento qualche grattacapo in più lo riserva l'attacco, troppo anemico a Roma e in altre occasioni poi risolte dal guizzo di un singolo. Non solo: all'Olimpico neanche la condizione fisica degli azzurri, nel lungo periodo, è sembrata eccellente, ma chissà che la botta di vita arrivata ieri dal Franchi non dia nuova verve alla vera 'nuova' capolista del campionato.
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