Napoli, Osimhen contro tutti. Dalla cessione al fuori rosa: tutte le ipotesi in ballo

Il Galatasaray, l'Al-Hilal e ovviamente lo stesso club partenopeo pendono dalle decisioni del nigeriano, che per ora non si espone. De Laurentiis valuta le contromosse: compresa l'esclusione dalla rosa

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
28 giugno 2025
Victor Osimhen (Ansa)

Victor Osimhen (Ansa)

Napoli, 28 giugno 2025 - Il Napoli e Victor Osimhen, una storia senza vie di mezzo. Da idolo incontrastato del terzo scudetto, il primo della gestione di Aurelio De Laurentiis, a problema bello grosso da smaltire nell'estate del quarto tricolore, per una criticità per la verità che si era già palesata un anno fa. La soluzione tampone, all'epoca, si chiamava Galatasaray, ma fin dall'inizio, anche alla luce della natura dell'operazione (prestito secco), l'impressione che la vicenda fosse lontana da un epilogo definitivo era forte. Non a caso, passa un giro intero di calendario e Osimhen torna una grana: a maggior ragione dopo il no rifilato all'Al-Hilal che ha guastato i piani di tutti. A cominciare da quelli di un Napoli che rischia di vedere sfumare i 75 milioni della clausola rescissoria e, beffa nella beffa, di mantenere in rosa un giocatore da tempo fuori dai piani del club, e soprattutto di Antonio Conte.  

Osimhen contro tutti

Non a caso, esiste un'ipotesi remota (ma neanche tanto) che vede il nigeriano convocabile per il ritiro di Dimaro, in programma dal 17 al 27 luglio. Con tutte le conseguenze del caso. Si parte dal rischio di appesantire l'atmosfera generale della luna di miele tra squadra e tifosi post scudetto e si arriva ai possibili malumori dello stesso Conte, che già un anno fa reputò Osimhen non idoneo al suo progetto tecnico: figurarsi oggi, dopo una stagione trionfale nella quale ogni ingranaggio ha funzionato alla perfezione. Ecco perché non esiste altra soluzione al divorzio tra le parti, stavolta possibilmente in modo definitivo. Facile a dirsi, meno a farsi. Lo sanno bene proprio il Napoli e lo stesso Galatasaray, entrambi indispettiti dall'atteggiamento quasi di surplace del classe '98, che si gode le sue vacanze incurante delle sorti di (almeno) tre club appese alle sue scelte. Si parte dall'Al-Hilal, che sperava di regalarsi un colpo da novanta in tempo per il Mondiale per club: niente da fare, a livello di tempistica, ma in fondo la società di Riad, che da qualche settimana ha ingaggiato Simone Inzaghi per la panchina, conta ancora di convincere il bomber per il futuro, magari forte proprio del richiamo offerto dal nuovo tecnico.

Osimhen invece traccheggia con i sauditi ma pure con il Galatasaray, che sperava di trasformare in qualcosa di più il sodalizio solo a titolo temporaneo siglato un anno fa proprio in coda alla sessione estiva di mercato: contando magari anche in uno sconto sul cartellino dopo essersi sobbarcato l'ingaggio monstre da 10 milioni netti. Poi, ultimo ma solo in ordine cronologico e soprattutto di situazioni in ballo nella questione, c'è il Napoli, che vive la vicenda diviso in due. Da una parte ci sono i 75 milioni della clausola rescissoria (valida solo per l'estero) che fanno gola nonostante ad oggi non ci sia un problema di liquidità, come dimostrato dai primi colpi messi a referti, ma dall'altra c'è l'aspetto prettamente sportivo che a partire da martedì vede Osimhen tornare a essere a tutti gli effetti un giocatore del Napoli, con tutti gli annessi e connessi. C'è il nodo Dimaro, ma ancora prima, per la precisione il 15 luglio, nel quartier generale di Castel Volturno è in programma il raduno. Una scadenza non prossima ma neanche lontanissima, entro la quale cercare una soluzione che accontenti tutti. E qui arrivano i veri problemi.

Le contromisure di De Laurentiis

La buona notizia per il club partenopeo è che le vacanze di Osimhen, praticamente gli unici 'segnali di vita' concessi al pubblico e a tutti gli attori della vicenda, stanno per volgere al termine. Poi, quasi come per uno studente, per il nigeriano sarà ora di tornare a scuola: da valutare c'è però in quale 'aula'. Proseguendo nella metafora, esistono però anche professioni e presidi, anche piuttosto severi se si chiamano De Laurentiis. Proprio il grande momento di popolarità del patron, probabilmente il più alto della sua intera gestione quasi ultraventennale, gli offre comunque un ventaglio piuttosto ampio di contromisure per il caso Osimhen, perché in effetti di caso vero e proprio ormai si tratta. La prima, la più auspicata, resta provare a trovare una società acquirente che metta tutti d'accordo: il Napoli, che difficilmente concederà uno sconto sui 75 milioni fissati dalla clausola rescissoria, ma anche e soprattutto il riluttante Osimhen, il cui sogno si chiama Premier League, seguito in seconda battuta probabilmente dal Paris Saint-Germain, per un ritorno trionfale dalla porta principale in quella Ligue 1 che l'ha consacrato al grande calcio.

Qualora invece perdurasse l'atteggiamento di impasse del nigeriano, non è escluso che il 'preside' De Laurentiis possa passare alle maniere forti, paventando il rischio di mettere fuori rosa colui che è stato l'acquisto più costoso della sua gestione. Certo, sul groppone del patron e della sua creatura resterebbero i 10 milioni netti di ingaggio all'anno da elargire, ma nella stagione che conduce prima alla Coppa d'Africa a gennaio e poi al Mondiale americano in estate, lo stesso Osimhen ne ricaverebbe un danno enorme d'immagine. Insomma, in teoria converrebbe a tutte le parti in causa trovare una soluzione e possibilmente pure in tempi stretti, evitando di incappare in un incidente diplomatico, che tra l'altro non sarebbe neanche il primo, prima che vengano diramate le convocazioni per Dimaro.

Calendario alla mano, l'inizio della prossima settimana sarà decisivo in tal senso per tastare il polso alla situazione e, dalla prospettiva del Napoli, vede che tipo di Osimhen si ripresenterà, almeno formalmente, al club: se collaborativo e desideroso di chiudere al meglio la sua esperienza in azzurro, senza ulteriori 'spargimenti di sangue', o se ancora intenzionato, dal suo punto di vista, a far valere il diritto di scegliere la migliore soluzione per il suo futuro. Nel mezzo c'è Conte, in questo caso inerme al cospetto dello svolgersi degli eventi: praticamente una rarità da un anno a questa parte.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su