Napoli, bivio scudetto prima della sosta: trasferta a Venezia prima di Atalanta-Inter

Nel prossimo turno gli azzurri avranno la chance di tornare in vetta alla classifica sfruttando lo scontro tra le due nerazzurre: prima del posticipo la banda Conte dovrà però evitare brutte sorprese contro i lagunari

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
11 marzo 2025
Napoli-Fiorentina, l'esultanza degli azzurri (Ansa)

Napoli-Fiorentina, l'esultanza degli azzurri (Ansa)

Napoli, 11 marzo 2025 - La partita antecedente la sosta del campionato per lasciare spazio alle Nazionali è sempre la più delicata: lo è a inizio stagione, quando gli equilibri sono fragili e magari qualche panchina lo è ancora di più, e lo è a maggior ragione alle soglie della primavera, forse a ridosso del primo vero momento della verità del torneo. La teoria si unisce in maniera inesorabile alla pratica, assumendo quasi i tratti di un film thriller, quando si pensa al programma della 29esima giornata di Serie A: all'ora di pranzo di domenica 16 marzo il Napoli farà visita al Venezia e in serata Atalanta e Inter si sfideranno. Se i pronostici fossero rispettati e qualora gli azzurri espugnassero il Penzo, alle 20.45 potrebbero poi assistere da spettatori interessati (e felici comunque vadano le cose) al posticipo del Gewiss Stadium, guadagnando margine su almeno una delle due principali rivali per lo scudetto: un bivio forse determinante per la lotta al titolo che arriva tra l'altro proprio prima di una sosta che per il Napoli potrebbe diventare dolcissima.

Insidia Venezia e i precedenti di Verona e Como

I 'se' nel calcio, come nella vita, contano però solo relativamente e gli stessi azzurri lo hanno ben sperimentato in metà delle 4 sconfitte incassate in campionato, quelle contro Verona e Como, sulla carta avversari non esattamente impossibili da superare. Se il primo tonfo, quello del Bentegodi, aveva le attenuanti generiche che si concedono a un progetto ai primi vagiti, il recentissimo ko del Sinigaglia, seppur con l'alibi dell'emergenza infortuni che tuttora tiene ai box diversi giocatori, ha scoperchiato delle criticità ben diverse e, sotto certi aspetti, molto più pericolose. Lo stesso Antonio Conte dopo la debacle di Como non aveva lesinato feroci critiche ai suoi, invece spesso coccolati al di là del risultato in nome di quelle che erano le ambizioni estive della società.

La sconfitta nel calcio è un'evenienza più che contemplata da tutti, anche da un'ex bandiera di quella Juventus per la quale vincere era, ed è, l'unica cosa che conta, ma sulle modalità c'è molto da dibattere, e una ripresa come quella del Sinigaglia lasciò ben pochi argomenti anche ai difensori più strenui della causa azzurra. In realtà, i secondi tempi, da piatto forte del Napoli, negli ultimi tempi sono diventati il tallone d'Achille: la stessa seconda frazione con la Fiorentina, specie proprio negli ultimissimi minuti, ha riportato a galla vecchie cicatrici e fragilità. Con bravura e fortuna, domenica scorsa gli azzurri l'hanno sfangata e hanno portato a casa una vittoria che mancava da oltre 40 giorni e se durante questo lasso temporale lo svantaggio dall'Inter è rimasto di appena un'incollatura, allora ogni sogno è lecito. Se poi il calendario, oltre ai precedenti inciampi dei nerazzurri, tanto bravi a restare in scia al Napoli nel momento di massimo splendore di quest'ultimo quanto poi poco cinici a sfruttarne la fase critica per prendere il largo, offre un assist così succulento a ridosso della sosta, allora il sogno assume concretezza e le sembianze quasi di un patto per rafforzarlo.

Avanti con Lukaku-Raspadori

In realtà, quando si arriva a questo punto della stagione, certi concetti sono tanto frequenti quanto quasi inflazionati. Il patto, appunto, ma anche le finali nelle quale si trasformano le partite rimanenti in calendario, come se le precedenti non avessero avuto la stessa valenza e la medesima posta in palio. Neanche un allenatore all'avanguardia come Conte fa eccezione a questa regola non scritta del calcio che si palesa quando i primi germogli di primavera cominciano a fare capolino, e così il suo Napoli si ritrova a stipulare un patto scudetto alla vigilia delle ultime 10 finali. La prima lo metterà di fronte al Venezia, solo penultimo in classifica, ma capace di fermare sul pareggio Juventus, Lazio e Atalanta e, in generale, di mettere in estrema difficoltà nel corso della stagione diverse formazioni di alta caratura. Gli stessi azzurri nella gara di andata, nonostante il sostegno incondizionato del Maradona e il vento in poppa del periood d'oro, faticarono non poco per superare la squadra allenata da Eusebio Di Francesco, tanto bella da vedersi quanto a volte poco cinica e spietata: la spiegazione di una situazione di classifica così complicata da parte dei lagunari sta tutta racchiusa in questi picchi. All'epoca, ed è storia di fine dicembre, ci pensò Giacomo Raspadori a risolvere la contesa dopo che Romelu Lukaku, nel corso del primo tempo, aveva fallito un calcio di rigore. Curiosamente, mesi fa si parlava di una staffetta tra i due, oggi invece protagonisti di una coppia d'attacco affiatata ed efficace nel contesto di un altro modulo sul quale Conte continuerà a battere, chiedendo alla piazza di fidarsi di lui e delle sue scelte: missione facile, quando poi i risultati danno ragione, com'è successo domenica contro la Fiorentina, match deciso proprio dal nuovo tandem offensivo.

Poi, dopo la sosta, al ritorno di David Neres, verosimilmente si riaprirà il ballottaggio tra il 3-5-2 attuale e il 4-3-3 che aveva fatto le fortune nella prima parte di stagione. Prima c'è però da superare l'esame Venezia, il grimaldello per provare a tornare in vetta alla classifica sperando in successive buone notizie dal match tra Atalanta e Inter. Tra la prima delle 10 finali, il patto scudetto e la missione sorpasso, il Napoli e Conte le stanno provando tutte per riportare l'inerzia dalla propria parte dopo settimane complicate: nel mirino un ritorno al primo posto, e stavolta con l'auspicio di restarci fino al termine della stagione e delle sue 'finali', la prima delle quali si consumerà al Penzo. Sulla carta, e solo su di essa, una trasferta facile con vista su un posticipo da gustarsi poi con tutta calma e con i migliori auspici.

 

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