Nazionale italiana: indifferenza e rassegnazione dopo la sconfitta a Oslo

La sconfitta della Nazionale italiana a Oslo evidenzia un sistema calcistico in crisi e l'indifferenza del pubblico.

di DORIANO
8 giugno 2025
Calcio, lo sport nazionale

Calcio, lo sport nazionale

RabottiIl vero segnale negativo è l’indifferenza, soprattutto perché è ormai figlia della rassegnazione. In altri tempi neanche troppo lontani una prestazione disastrosa della nazionale come quella di venerdì sera a Oslo avrebbe scatenato proteste di piazza o come minimo una interpellanza parlamentare. Stavolta no, stavolta è ovviamente scattata solo la consueta caccia al colpevole facile, il tiro al ct che, se può consolare Spalletti, in passato non ha risparmiato nemmeno gli allenatori che con l’Italia hanno vinto. Figuriamoci se poteva passare inosservato lui che sta cercando di ricostruire una credibilità azzurra dopo la brutta delusione europea. Ma l’Italia che prende tre sberle dalla Norvegia non è una vera disillusione, perché in fondo ai mondiali non sono andati neanche i ct dei due cicli precedenti, Spalletti non ha saputo dare la svolta, ma non è neanche giusto che gli si imputino le colpe di chi l’ha preceduto.Il ct ha le sue responsabilità, ovviamente. Tra queste, nel caso specifico dell’altra sera, aver cambiato il modulo all’ultimo minuto e non essere riuscito a trasmettere bene le sue intenzioni alla squadra. In senso più ampio, quella dichiarazione dopo la sconfitta di Oslo ("sono un tecnico poco capace se la squadra è così arrendevole") è la sintesi perfetta di quello che forse è un limite dell’allenatore, ma in realtà fotografa bene lo stato di un sistema che non funziona da tanto, troppo tempo. Perché anche senza prendere come alibi le assenze, una volta almeno i ct venivano contestati perché non convocavano giocatori buoni, da Beccalossi a Baggio a Pruzzo, perché avevano problemi a gestire l’abbondanza di talenti, dal dualismo Mazzola-Rivera al Mancini giocatore, solo per fare alcuni degli esempi più noti.Stavolta, in tutta onestà, chi c’era, di più forte della squadra scesa in campo ad Oslo, che Spalletti non ha chiamato in azzurro?

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