Oltre al talento inglese, a fargli compagnia ci sono i fenomeni Haaland del Manchester City e Mbappè del Paris Saint Germain. E adesso il nuovo Messi(a) si chiama Jude. C’è lo scatto di Bellingham per il dopo Leo
Jude Bellingham, Erling Braut Haaland e Kylian Mbappè sono i nuovi Messi, Ronaldo e Ibra. Bellingham ha segnato 13 gol tra Liga e Champions, Haaland ha fatto 5 gol in 4 partite, Mbappè è pronto a trasferirsi a Madrid. Godiamoci questi giovani talenti, che non ci tradiranno mai.

C’è stato un tempo in cui il nostro ex ct, Roberto Mancini, sosteneva che i "Bellingham ce li abbiamo anche noi ma non li facciamo giocare". Eretico, perlomeno. Perchè Jude Bellingham, l’avrete e l’abbiamo capito tutti, è il nuovo Messi(a) del pallone, pur con quel nome che nel mondo cristiano non evoca certo il capolavoro di Paul McCartney scritto per i Beatles e rincuorare il figlio di Lennon.
Anche se poi c’è una frase di quella canzone che tiene lontano il ’nostro’ Jude da quello dei Fab Four: "Hey Jude refrain, don’t carry the world upon your shoulders". Ehi, Jude, fai con calma, non portare il mondo sulle tue spalle. E lui mica gli ha dato retta, a McCartney.JB si è messo il mondo del Real sulle spalle. Lo ha fatto grazie alla cosa migliore che potesse capitargli: lavorare con Ancelotti. Il Re Carlo e il nuovo Messi(a) del pallone: bella storia no?
E qui c’è un’analogia con chi, sbarcato in modo esplosivo in quella Premier che Jude ha lasciato per accarezzare "el mundo blanco", ha avuto la sua stessa fortuna. E cioè se a Madrid Bellingham s’è ’nutrito’ della saggezza e degli insegnamenti di un mostro del pallone come Ancelotti, a Manchester Erling Braut Haaland ha attinto da Guardiola. Cioè parliamo di due grandissimi giocatori a prescindere, intendiamoci, ma finire sulle tavolozze di Pep e Carlo ti fa scoprire colori e sfumature che pensavi di non avere. Non vi è dubbio.
Pensa che Bellingham ha segnato 13 gol tra Liga (10) e Champions (3), doppiando Lewandowski (5) e mettendo in fila tipetti del calibro di Griezmann e Morata. E il pallone è un mondo meraviglioso perchè sono almeno due anni che si racconta come Kylian Mbappè sia il Messi(a) che a Valdebebas, sacro quartier generale dei Blancos, aspettano a braccia aperte per cucirgli addosso la livrea di erede di Ronaldo. E invece l’erede del Re Cristiano ce l’hanno già, si chiama Giuda, esulta a braccia aperte come a dire "venite a me" e oggi quei 103 milioni spesi per portarlo a Madrid sembrano noccioline. E adesso, mentre c’è da rotolarsi dalle risate su chi raccontava la crisi del gol di Haaland, a secco per 4 partite - pensa te - e poi eccolo lì, cinque gol tra Brighton, Young Boys e la fantastica doppietta con la quale domenica ha schiantato (0-3) lo United nel derby, un quesito sorge spontaneo: Con Kylian che si fa? Che voglia andare a Madrid non è un mistero e il rapporto perlomeno elettrico con Luis Enrique non sta facendo altro che spingerlo verso il Bernabeu.
Kylian, Erling, Jude, abbiamo finalmente gli eredi di Messi, Ronaldo, Ibra. E godiamoceli perchè non ci tradiranno mai, anche se uno si chiama Giuda. A proposito: perchè? Scontato: mamma Denise e il papà poliziotto, Mark, adorano i Beatles - si narra - e in particolare ’Hey Jude’, brano pazzesco come lo è Jude in campo. Uno che non ti tradisce neanche al suo primo SuperClasico con quelli del Barcellona, i rivali di sempre, battuti in casa loro. Sessantasette minuti senza prenderla mai, poi arriva quel pallone che profuma di leggenda: sassata dai 25 metri nel sette. E arriva anche il bis e quell’esultanza a braccia larghe, come a dire: sono Jude, ma io non vi tradisco mica.
Paolo Franci
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