Massimiliano Santopadre. "Il mio tempo qui è finito. Sono stanco, ma lotterò fino all’ultimo per la B»
Il numero uno biancorosso: "Il Perugia è in vendita ma non ci sono persone serie e concrete. C’è un imprenditore pronto con 3 milioni? Firmo davanti a tutti. Con il tecnico Baldini mi sono scontrato: ma resta fino alla fine".
Massimiliano Santopadre apre il cuore agli sponsor, a coloro che nonostante retrocessione e tensioni, hanno scelto di restare accanto al Perugia. "Per me non è semplice, siamo retrocessi per la seconda volta. Per certi versi provo vergogna nel parlarvi, ma dall’altra parte c’è in me orgoglio e determinazione". Racconta di un incontro duro con Francesco Baldini, e spiega, soprattutto, lo stato del club. "Il Perugia è in vendita e continuerà ad esserlo". E poi chiude con un appello: "Non dobbiamo attaccare il Perugia perché si odia Santopadre, è la cosa più sbagliata che può fare un tifoso". Il momento non è facile. In campo e fuori. "Come sto? Sono ancora vivo. Tutto quello che è accaduto questa estate mi ha segnato. È difficile ripartire in queste condizioni. Ricevevo tanto dai tifosi e davo tanto. Oggi sono stanco. Manca un elemento della catena, ogni elemento deve portare qualcosa, punti in più. Ma nulla è perduto. Sono abituato a rialzarmi, spero di farlo insieme a chi ancora mi vuole bene e alla squadra, all’allenatore e al mio direttore". Il confronto con Baldini per dare una scossa alla squadra che non sta rendendo quanto potrebbe. "Ci siamo confrontati duramente con il mister. Dire che va sempre tutto bene è sbagliato: siamo a 12 punti dalla prima. Non si vince accontentandosi ma superando i limiti. E questa situazione ci ha portato a staccarci di 12 punti. Dopo ci siamo abbracciati e chiariti. Io non lo voglio esonerare, io esonero gli allenatori quando gettano la spugna. Baldini è il nostro allenatore e lo sarà fino a maggio".
Cosa le dà più fastidio? "Il fatto che si dica che sono qui per guadagnare e di non essere creduto. Si creano delle voragini e delle spaccature che alla fine fanno soltanto male al Perugia - spiega Santopadre di fronte ai microfoni di Umbria Tv e ai taccuini -. Oggi bisognerebbe azzerare e ripartire, le difficoltà sono maggiori rispetto a 4-5 anni fa. Sono lo stesso di quel periodo ma allora quando parlavo venivo creduto. Sono qui perché a oggi non ci sono persone serie che mi sostituiscono".
Il Perugia è in vendita o no?
"È in vendita e continuerà ad esserlo. Ho capito che il mio tempo a Perugia è finito ma devo trovare un sostituto serio che abbia la forza economica e la volontà di prendere questa situazione. Ad oggi ci sono stati solo contatti negativi che non mi hanno fatto neppure iniziare la trattativa. Bisogna avere calma e pazienza, nel frattempo bisogna mandare avanti il club".
Ma cosa è successo questa estate?
"Un ufficio importante di Roma mi ha contattato dicendo che c’era una società estera comandata da italiani interessata. Siamo andati avanti con la trattativa fino ad arrivare a firmare una lettera d’intenti ma al dunque non è mai stata formulata nessuna garanzia per il pagamento del club. Non ne ho parlato perché non sarei stato creduto. Spettava dirlo allo studio Benigni, ho fatto una richiesta a fine settembre per fare un comunicato chiarificatore, mi è stato detto che lo studio non poteva sopportare una débâcle del genere. Offerta umbra recente? Mai. Se c’è davvero qualcuno, questo imprenditore umbro si palesasse, dicesse chi è, dicesse che offre 3 milioni come è stato detto e Santopadre chiude la trattativa davanti a tutti".
Quale futuro?
"Il futuro per me l’Arezzo. Nel calcio non c’è futuro se non ci sono risultati. E io ci credo ancora. Lunedì c’è una partita importante, poi c’è una gara fondamentale con il Cesena. Poi ci sarà il mercato. Devo centellinare le risorse che abbiamo e non sono tante. È sempre stato così: un po’ per convinzione ed un po’ per necessità. Sto facendo il possibile e l’impossibile da 13 anni. Prenderemo la punta? Cercheremo gli esterni? Può darsi. Abbiamo le idee chiare, sappiamo ciò che ci manca. E io devo combattere fino all’ultima partita che mi darà la possibilità di andare in B. Se non sarà sufficiente devo combattere fino all’ultimo minuto dell’ultima partita dei playoff. E spero di trasmettere questo alla squadra".
Francesca Mencacci
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