Pioli tra passato e presente: “Milan? Nessun rimpianto. Ronaldo è più di un campione”

Il tecnico italiano oggi guida l’Al Nassr in Arabia: “Una bella esperienza, molto stimolante. Tra dieci anni mi vedo ancora allenatore”

di Redazione Sport
16 gennaio 2025
Stefano Pioli

Stefano Pioli

Milano, 16 gennaio 2025 – Torna a parlare Stefano Pioli a “Storie di Serie A” su Radio-TV Serie A con RDS. Dal passato al presente fino al futuro in panchina perché "nel 2035, tra dieci anni mi vedo ancora allenatore. Ho voglia di allenare. E' vero che sto entrando nei 60, un numero che mi ha sempre dato un po' fastidio, ma credo che con questa passione allenerò ancora a 70 anni, speriamo di rivederci".

Il presente in Arabia

Sull’oggi in Arabia nella squadra di Cristiano Ronaldo l’allenatore dichiara: "All'Al Nassr sta andando bene, una bella esperienza, stimolante, diversa - racconta il tecnico parmense - È quello che volevo, ci sono tante cose differenti, come le abitudini, una nuova cultura, un nuovo campionato, nuovi giocatori, è una situazione che mi sta coinvolgendo tanto. Ronaldo? Cristiano credo che non sia solo un campione, è di più. Rimarrà nella storia del calcio. Campioni ce ne sono, di leggende meno e Cristiano è una leggenda. Il nostro rapporto è molto semplice e facile per me, Cristiano è un professionista incredibile, vuole dare il massimo e il meglio ogni giorno, vuole aiutare la squadra. Quando ho lasciato il Milan ho avuto un paio di occasioni in Italia e una in Francia, ma appena lasciato il Milan non mi sentivo pronto - rivela ancora Pioli - Poi però è arrivata questa offerta dall'All Nassr. Nella proposta hanno messo forza motivazionale, di crescita e di sviluppo, e anche forza economica". "Ma onestamente dopo il Milan la mia idea era cercare qualcosa a livello internazionale, di provare qualcosa di diverso e di nuovo. Ho allenato 20 anni in Italia, non dico che ho fatto tutto perché c'è sempre qualcosa da fare e sicuramente tornerò ad allenare in Italia, ma l'idea mi è piaciuta, così come ho apprezzato il modo in cui mi hanno contattato, per i dialoghi che abbiamo avuto".

La tragedia di Davide Astori

Ripercorrendo la sua lunga esperienza in panchina non può non parlare della tragedia di Astori: "L'episodio di Davide mi ha segnato tantissimo. Io mi ricordo che dopo una settimana che eravamo a Firenze avevo detto ai miei collaboratori "lui è un capitano vero". E quando è venuto a mancare, soprattutto poi in quel modo, ci siamo sentiti veramente da soli. Ma per fortuna, anche per merito di Davide, si è creato un gruppo così saldo, così forte, che siamo riusciti insieme non dico a superarla, perché non la superi una situazione del genere, ma a portare avanti qualcosa che Davide aveva seminato".

Il recente passato al Milan

Nella sua storia recente c’è invece il Milan, esperienza che gli ha portato uno scudetto e che si conclusa appena la scorsa stagione: “Nessun rimpianto, io ho dato tutto, veramente tutto e ho ricevuto tantissimo, quindi assolutamente no", assicura Pioli, che qualche rimpianto invece ce l'ha su De Ketelaere "ma non credo che sia stata solamente colpa mia. Chiaro che probabilmente qualcosina non ha funzionato mentre adesso con Gasperini sta funzionando anche grazie all'ambiente". Sulle due stelle di quella sua squadra, Theo HernandezLeao, spende parole al miele: "hanno di speciale che sono due ragazzi con i quali siamo cresciuti insieme, due ragazzi ai quali ho voluto un bene dell'anima e due ragazzi che secondo me avevano bisogno di certi tipi di rapporti ma al contempo due ragazzi che sono solari, belli, difficili perché non così continui, a volte un po' indolenti. Aiutarli non vuol dire coccolarli sempre, a volte sì ma a volte vuol dire dargli bastone e carota in ufficio e altre volte davanti a tutti. Insomma è stato un bel lavoro e credo che abbiamo ottenuto successi importanti". Per prendere la sua pesante eredità il club aveva scelto Fonseca, poi sostituito da Coinceicao, entrato in corsa come lui. "Credo che abbia la chiarezza dentro di sé di quello che vuole essere, di quello che è e quindi cercherà di portare il suo modo di giocare, il suo modo di allenare, il suo modo di porsi alla squadra e poi dopo è tutto imprevedibile, secondo me è un ottimo allenatore, quindi gli auguro di fare il meglio, ma che si creino oppure no certe cose è difficile prevedere".

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