Anche la difesa è naufragata

A un certo punto del percorso sembrava che le toppe messe al vascello, dopo un varo tumultuoso e ricco di imprevisti, potessero reggere l’urto del mare in tempesta. Poi la furia delle acque ha avuto la meglio e il legno nerazzurro è naufragato nonostante la presenza di parecchi elementi di esperienza nel pacchetto arretrato. Al centro della retroguardia persino un certo Federico Barba ha fatto una fatica enorme a giustificare l’investimento fatto dalla società per acquistarlo dal Benevento, anche se la coppia formata con Antonio Caracciolo per qualche settimana ha fatto sognare di aver costruito un bunker inespugnabile. Il capitano, tornato in campo sette mesi dopo il terribile infortunio al ginocchio, ha pagato comprensibilmente lo scotto della prolungata inattività, ma non ha fatto mezzo passo indietro quando ha dovuto mettere la faccia in prima linea di fronte alla contestazione finale da parte della tifoseria. Tutto sommato sufficiente anche la prima annata in nerazzurro di Arturo Calabresi: al difensore romano, in termini di impegno e attaccamento alla maglia, non si può imputare nulla. Nette insufficienze invece per due reduci della cavalcata della scorsa annata: Hjortur Hermannsson (foto) e soprattutto Pietro Beruatto sono sembrati le fotocopie sbiadite degli splendidi interpreti ammirati fino a dodici mesi fa esatti. Rimandato anche Adrian Rus: al primo campionato in Italia il centrale romeno ha evidenziato diverse difficoltà a comprendere il complesso spartito tattico richiesto dalla cadetteria, ma ha evidenziato qualità tecniche sicuramente interessanti. Tomas Esteves invece ha lasciato a metà il discorso: tanti buoni indizi tecnici, alternati a numerose battute a vuoto sul piano tattico, non hanno contribuito a produrre la prova di un giocatore pronto a indossare i panni del "crac" per la B. Sufficienza piena, infine, per i due portieri che, al tirar delle somme, hanno seguito l’andamento generale del gruppo durante lo svolgimento della stagione.

M.A.