L’analisi delle dichiarazioni post partita dell’attacca nerazzurro. Torregrossa e quel lato... positivo

Il Pisa subisce la terza sconfitta in casa in cinque partite, ma la consapevolezza della squadra è cresciuta. Il 3-4-2-1 sembra essere il modulo più adatto, ma manca la precisione sotto porta. La rivalsa e l'ingiustizia sono alte, domenica a Venezia c'è la chance di dimostrarlo.

26 ottobre 2023

Delusione, sì. Rabbia, tanta, così come l’amarezza. D’altronde, non può essere altrimenti quando subisci la terza sconfitta in casa in cinque partite, subendo per la quinta volta gol in pieno recupero, contro una squadra il Lecco, che l’ultima vittoria in Serie B l’aveva ottenuta a maggio 1973. Per rendere l’idea della distanza: Il Padrino (il primo) vinceva l’Oscar per il miglior film, Andreotti era premier e a New York venivano fondati i Kiss. Eppure, a differenza delle altre sconfitte, questa è stata percepita in maniera differenza. Oltre alla rabbia, nelle parole di Aquilani e Torregrossa dell’immediato post-partita traspare altro, una consapevolezza differente. "Una caduta all’interno di un percorso di crescita".

Questa la definizione del numero 10. Può suonare strano, anzi, suona strano. Eppure provare a guardare il bicchiere mezzo pieno non è troppo folle. Come mai? Quello visto con il Lecco è stato un Pisa che ha giocato (e colpito favorevolmente) sulla falsa riga di quanto fatto sabato con il Cittadella. Il 3-4-2-1 è al momento il modulo che ha visto i giocatori maggiormente a loro agio, i due esterni, Tramoni ed Esteves, sono stati anche in questo caso i migliori in campo, capaci di saltare più e più volte l’uomo, come voluto da Aquilani. I nerazzurri sono stati padroni della partita. Non basiamoci sul mero dato del possesso palla (superiore al 74%), che come riconosciuto dallo stesso allenatore è fine a sé stesso. Nel calcio vince chi segna, ed è questo il problema principale di questa squadra (solo nove reti in dieci partite giocate) e, a differenza del passato, il Pisa ieri si è reso più volte pericoloso: 24 i tiri totali. Soltanto quattro, però, in porta. Una precisione da trovare, immediatamente, così come il gol degli attaccanti, ancora a secco, tranne Masucci. "Il calcio è uno sport di episodi dove conta il risultato" ha ribadito, suo malgrado, Aquilani. E sicuramente il tema degli ultimi minuti, giunti al quinto gol subito in chiusura, non è più casualità e oggetto di analisi. Ma gli episodi contano, e cambiano la narrazione di una stagione. Ma, a differenza delle altre volte, nello spogliatoio l’aria di rivalsa e il senso d’ingiustizia è alto. "C’è maggiore consapevolezza. Stiamo bene fisicamente" ha ribadito Torregrossa, e domenica a Venezia c’è la chance di dimostrarlo.

Lorenzo Vero

Continua a leggere tutte le notizie di sport su