Nerazzurri, salta il banco. Inzaghi-Pisa, fumata nera. Niente accordo: addio vicino
La ricostruzione dei fatti: divergenze tecniche sulla squadra del futuro. All’ora di pranzo si consuma la frattura: tifosi divisi. Pippo verso il Palermo.

La ricostruzione dei fatti: divergenze tecniche sulla squadra del futuro. All’ora di pranzo si consuma la frattura: tifosi divisi. Pippo verso il Palermo.
Il sole di fine maggio tra Pisa e Forte dei Marmi è il malinconico teatro dove si consuma la fine di una storia d’amore, quella fra Filippo Inzaghi e il nerazzurro. Gli incontri fra allenatore e società – avviati martedì in Versilia – hanno portato all’esito meno sperato: un addio fra le parti.
Presenti al tavolo delle trattative c’erano l’allenatore di Piacenza e l’alta dirigenza nerazzurra. L’intento comune, più volte manifestato ad ogni latitudine, era quello di proseguire insieme: eppure qualcosa è andato storto.
Che cosa? Ebbene, diverse sono le risposte e le ricostruzioni anche se forse la verità non la sapremo mai. Da quello che emerge il punto di rottura si è consumato sulle divergenze del "progetto tecnico". Come noto, Inzaghi – memore delle esperienze non positive in A alla guida di Milan, Bologna, Benevento e Salernitana – avrebbe presentato delle richieste precise circa progetti e programmi. "La Serie A è un altro sport" ha dichiarato lo stesso tecnico più volte sottolineando come sia necessario rinforzarsi per non rischiare grosso. E proprio lungo questo orizzonte la distanza è stata insanabile. Il Pisa, infatti, non ha nessuna intenzione di rinnegare la propria filosofia societaria, men che meno adesso. Una linea ben chiara e strutturata che così possiamo riassumere: "mai fare il passo più lungo della gamba pur garantendo sempre la competitività della squadra".
La notizia della rottura si è dunque diffusa ieri intorno all’ora di pranzo lasciando perplessi i tifosi e aprendo dibattiti infiniti. Entrambe le parti hanno dunque iniziato a guardarsi attorno: l’allenatore vanta più offerte, su tutte quelle del Palermo. Il Pisa, dal canto suo, ha già iniziato a sondare possibili sostituti.
Certo è che quella che pare una prossima separazione rappresenta uno "smacco" un po’ per tutti. Per Inzaghi che ha sempre sottolineato di avere "due anni di contratto" e di " stare benissimo qui". Ma anche di avere sposato un progetto pluriennale che – almeno sulla carta – non pare affatto cambiato.
Per la società, invece, il divorzio significa dover intraprendere una nuova strada a quaranta giorni dall’inizio del ritiro. Una sorta di nuovo anno zero. Per i tifosi è un vero peccato: Inzaghi è amatissimo. "C’eravamo tanto amati" potremmo dire, sempre che non possano verificarsi risvolti stravolgenti in grado di cambiare le carte in tavola, cosa che nel calcio è sempre possibile. Anche perché una storia così bella meriterebbe un finale migliore. Ma tant’è.
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