Qualità al potere a Pisa: giocatori inquadrati per un miglioramento
Il Pisa ha attuato una rivoluzione di uomini e tattica quest'estate e, dopo la sosta, si può tracciare un bilancio positivo: nuovi arrivati di qualità, gioco palla a terra, coesione e voglia di migliorare.
di Lorenzo Vero
Due sconfitte nel giro di quattro giorni non possono essere sufficienti per dare già giudizi defintivi. Così come non lo era la vittoria contro la Sampdoria. Una rivoluzione, sia di uomini che tattica, quella che il Pisa ha attuato quest’estate e, in quanto tale, necessita tempo prima che possa esprimersi totalmente. Giunti alla sosta, possiamo provare a tracciare un bilancio, evidenziando tre aspetti positivi visti in questo Pisa.
1) I nuovi arrivati – Il calciomercato del Pisa è stato ottimo. Questo è un dato oggettivo: la rosa nerazzurra è qualitativamente (e numericamente) migliore rispetto a quella della scorsa stagione. Tra fuoricategoria come Veloso, esperti del campionato come D’Alessandro, Barberis e Valoti e giovani dall’enorme potenziale, quali Arena, Vignato e Barbieri (oltre al ritorno di Esteves e all’arrivo di Mlakar), il roster a disposizione di Aquilani è tra i più completi dell’intero campionato. Basti pensare che la lunga lista di indisponibili di questo inizio stagione non ha stravolto totalmente la squadra. Un ulteriore dato, tutt’altro che scontato, è l’impatto che i nuovi hanno avuto in campo. L’immedesimazione nella realtà Pisa e nello spogliatoio sembra essere stata positiva, merito anche dell’arrivo di tanti nel corso del ritiro di Rovetta, con maggior tempo a disposizione per conoscere il nuovo ambiente.
2) Qualità al potere – L’impronta di gioco che Aquilani sta dando alla squadra è chiara: il Pisa gioca palla a terra. Possesso palla, anche lungo, con recupero aggressivo e immediato in caso di perdita (sulla falsariga del Gegenpressing di Klopp). Al netto di alcuni errori ancora da limare, i risultati già si vedono. Nicolas e Canestrelli non hanno paura di prendere rischi, Veloso è salito in cabina di regia (ed è degna di un cinema di nicchia), gli esterni vogliono il pallone (forse anche troppo) e non si fanno scrupoli a puntare l’uomo. Non c’è dubbio che questo Pisa sia destinato a divertire.
3) Coesione - Da Rovetta a Modena, nel giro di due mesi, mai una voce fuori dal coro. Da Aquilani a Masucci, fino agli ultimi arrivati, l’unità mentale che ha il gruppo squadra appare solida. Tutte le considerazioni, le interviste, le descrizioni sui post sui social, sono sempre volti allo stesso messaggio. La voglia di calarsi in questa nuova avventura è stata tanta sin dal primo giorno, e l’abnegazione di molti, spinti a cambiare il modo con il quale erano abituati a giocare (si pensi a Marin) per modellarsi alle volontà del nuovo allenatore è impressionante. C’è una parola che risuona spesso ascoltando i giocatori: “miglioramento”. Quasi un diktat. Le capacità e le possibilità per migliorare ci sono: è quasi un obbligo, per loro, i primi a sapere che questo Pisa si trova ancora in una fase embrionale.
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