Reggiana salva in Serie B: il ruolo chiave di Dionigi e la soddisfazione di Giuseppe Fico
Giuseppe Fico racconta la sofferenza e la gioia della salvezza della Reggiana in Serie B grazie a Dionigi.

Giuseppe Fico ha sofferto. tre mesi: «E con me chi mi sta vicino e mi vuole bene «La prima telefonata dopo la salvezza? Da mia figlia Letizia, era felicissima»
"Tre mesi da incubo. Una sofferenza indicibile".
Giuseppe Fico alle cinque del pomeriggio ha la voce di chi si è appena alzato da letto. "No, però finalmente mi sto rilassando. Dopo Castellammare non ho dormito per tre notti".
Troppe feste...
"Ma no, ma no. Ho scaricato tutto lo stress accumulato in quest’ultimo periodo. E niente bagordi per la salvezza: neanche una bottiglia di champagne, ma tanti abbracci con tutta la famiglia granata".
Qual è la prima cosa che ha pensato al fischio finale?
"Alla sofferenza patita negli ultimi tre mesi. Li ho vissuti male. Malissimo. Retrocedere sarebbe stata una delusione enorme. Per me e per tutti quei tifosi, davvero tanti, che amano la Reggiana".
Sì, sono tantissimi. Molti dei quali, bisogna dirlo, nel periodo buio non hanno risparmiato ’bastonate’ alla società.
"Critiche eccessive e immeritate. L’ho detto quando avevamo un piede in Serie C: abbiamo sicuramente sbagliato se siamo in questa situazione, ma la società ci ha sempre messo il cuore. E i soldi".
Perché eravamo finiti all’inferno?
"Un allenatore non deve imporre uno schema a tutti i costi se non ha i giocatori adatti. Sei tu che ti devi adeguare a loro, altrimenti finisce che sbatti contro un muro...".
Concetto che ha espresso a Viali?
"Mai permesso di dire qualcosa al mister. Ognuno ha il suo ruolo e io non mi metto certo a parlare di schemi o giocatori con un allenatore. Toccava a Pizzimenti e lui lo ha fatto".
Senza successo.
"Si sono scontrati, hanno avuto battibecchi. Del resto Viali ha un carattere forte e porta avanti il suo credo con fermezza. In questo assomiglia molto ad Aimo Diana".
Quando ha capito che bisognava cambiare timoniere?
"Col Sassuolo sono uscito dallo stadio dopo i primi 45 minuti. Mai successo. Ma avevamo giocato un primo tempo osceno. Mi sono sentito preso in giro. La squadra di Grosso è fortissima, ma noi eravamo mentalmente sfatti. E anche fisicamente c’era qualcosa che non andava. Dal 70esimo in poi calavamo vistosamente, vedi Cosenza e contro la Sampdoria".
Come si è mosso?
"Ho scritto ai soci che avanti così e saremmo retrocessi".
È arrivato Dionigi.
"Bravissimo. Umile e tenace. Eravamo davvero inguaiati, psicologicamente a terra. È entrato nelle teste dei giocatori e ci ha rialzati".
Nessuno avrebbe scommesso sulla salvezza.
"Dentro di me ero convinto di vincere due partite e poi di fare festa ai playout. Ma una roba del genere era impensabile: salvarsi con una giornata di anticipo...".
C’è qualcosa che l’ha colpita in particolare di Dionigi?
"Come vive le partite. Va letteralmente in trance. Se un’ora prima dell’inizio gli passi a un metro nemmeno ti riconosce. In questa cosa rivedo Massimiliano Alvini".
Aveva fatto un fioretto in caso di salvezza?
"No, ma ho imitato un gesto scaramantico di Roberto Goretti. A dire il vero ho fatto molto peggio".
In che senso?
"Lui dopo una vittoria indossava la stessa maglia, io per quattro partite mi sono vestito uguale, dalle mutande alla giacca. Ma, e qui sta la ’pazzia’, senza lavare nulla: arrivavo a casa, mi svestivo e mettevo tutto nell’armadio. Quattro partite e quattro vittorie. A Modena c’era un caldo allucinante, eppure non mi sono mai tolto la giacca (ride, ndr)".
Scelga un giocatore a cui dire grazie.
"Senza nulla togliere agli altri, ne dico tre: Libutti che non molla mai e mai si lamenta, Rozzio decisivo nel finale, e Gondo, che ha sempre fatto un lavoro fondamentale per la squadra".
Si riparte da loro?
"Con Paolo c’è già un accordo verbale, anche ’Libu’ resterà. Con Gondo parleremo".
Portanova?
"Ha il contratto per altri due anni. Lui è contentissimo di restare e noi di tenerlo".
Se chiama la Serie A?
"Se arriva un’offerta da cinque milioni di euro chi può dire di no?".
Bardi?
"Il miglior portiere della Serie B. È in scadenza, parleremo con lui".
Resta il nodo Amadei.
"Io mi auguro che resti un altro anno, ma capisco che è stanco. Nei prossimi giorni noi soci ci incontreremo e capiremo di più sulle intenzioni del patron".
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