Scognamiglio è il braccio destro del nuovo direttore sportivo. "Con Fracchiolla ci litigo spesso»

"Gli devo molto, ma non sono uno yes-man. Certo che ricordo la mia rete. al Città del Tricolore...".

di FRANCESCO PIOPPI
28 giugno 2025
"Gli devo molto, ma non sono uno yes-man. Certo che ricordo la mia rete. al Città del Tricolore...".

"Gli devo molto, ma non sono uno yes-man. Certo che ricordo la mia rete. al Città del Tricolore...".

Tra i volti nuovi della Reggiana targata Fracchiolla c’è Gennaro Scognamiglio, ex ‘stopperone’ di ottimo livello e ora direttore tecnico. Di fatto, assieme a Malpeli, sarà il braccio destro del dirigente pugliese. "Che voglio ringraziare - spiega Scognamiglio - perché sono due anni che ci conosciamo e se sono qui è perché ha avuto fiducia in me anche se litighiamo spesso. Il rapporto è ottimo, ma secondo me nel mio ruolo non puoi dire sempre di sì, altrimenti non c’è crescita né per me né per lui. Ci confrontiamo spesso anche in maniera animata, ma poi l’obiettivo comune è lo stesso ed è il bene della squadra". Cosa le piace di più del suo ruolo? "Essere sempre presente al centro sportivo, così se vedi qualcosa che non va puoi cercare di risolvere il problema prima possibile. I giovani a volte non conoscono il percorso e hanno bisogno di consigli". Lo sa che lei ha qualcosa da farsi perdonare dal pubblico reggiano? "Immagino che il riferimento sia al gol segnato quando ero al Pescara…". Esattamente. Una rete che costò la sconfitta alla squadra di Alvini (2020-2021) e poi il successivo ripescaggio in Serie B. "Mi ricordo anche che mi beccai 4 o 5 punti di sutura vicino all’occhio… Però fu davvero un bel gol, di testa. Devo dire la verità: è la prima cosa a cui ho pensato quando sono venuto qui. Quando entro al Città del Tricolore mi viene voglia di rimettermi di nuovo gli scarpini. Qui a Reggio c’è tutto per fare calcio. Un modello da seguire? Credo che la Juve Stabia dell’ultima stagione sia un grande esempio. Avevano pochi nomi conosciuti, ma tanti giocatori che avevano fame e voglia di affermarsi. Si può dire quel che si vuole, ma se non corri e non lotti, nel calcio non vai mai da nessuna parte".

Francesco Pioppi

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