Sibilano: il mago dei calci piazzati alla guida della Reggiana

Sibilano, ispirato da Gianni Vio, guida la Reggiana con maestria nei calci piazzati e punta su Nahounou.

di FRANCESCO PIOPPI
29 maggio 2025
Sibilano, ispirato da Gianni Vio, guida la Reggiana con maestria nei calci piazzati e punta su Nahounou.

Sibilano, ispirato da Gianni Vio, guida la Reggiana con maestria nei calci piazzati e punta su Nahounou.

Sibilano, lei per tutto l’ambiente granata è ‘il mago dei calci piazzati’: si riconosce in questa descrizione?

"È uno degli aspetti a cui mi dedico fin dalla prima esperienza al Taranto, dove ho preso spunto dal grande Gianni Vio e poi ci ho messo qualcosa di personale. La percentuale di gol realizzati in queste situazioni è in costante aumento, quindi credo sia un aspetto fondamentale del gioco".

Vista la fisicità crescente, è in costante evoluzione.

"C’è da studiare tantissimo per stare al passo. Bisogna capire in ogni partita quali siano i punti deboli di una squadra e sfruttare le caratteristiche dei giocatori. Poi, come dico sempre, è fondamentale la qualità di chi calcia. Basta guardare lo Spezia con Salvatore Esposito cosa sta facendo…".

Facciamo un passo indietro: accettare la proposta della Reggiana, in quella situazione, è stato un atto di lucida follia?

"Era da prendere al volo, senza guardare il calendario. Una piazza come Reggio è molto ambita e noi volevamo dimostrare che eravamo a casa ingiustamente. Ci ho sempre creduto fin dal primo momento e anche dopo le due sconfitte, sentivamo che potevamo farcela".

Qual è stato l’aspetto più difficile?

"In queste situazioni bisogna intervenire in primis sull’aspetto mentale, capire cosa è successo, parlare con i ragazzi, conoscerli e sfruttare il potenziale che magari era rimasto inespresso. Tirandolo fuori con il dialogo. Io ho sempre detto che dovevamo essere chirurgici perché avevamo poco tempo. Con il rinvio della partita di Brescia abbiamo guadagnato quattro giorni che ci hanno fatto comodo anche dal punto di vista fisico".

C’è qualcuno che vi ha sorpreso? Pensiamo a Nahounou… "Credo che una delle sorprese, in futuro, potrebbe esser lui. Ha grosse potenzialità e da ex difensore ho un po’ l’occhio clinico. Ho cercato di spiegargli determinati dettagli e di fargli capire come lo vuole Dionigi. Ha una fisicità straordinaria, ma deve lavorare sull’attenzione. È un bel profilo, mi sono lasciato con lui con una sola raccomandazione: in questi mesi deve imparare l’italiano. È fondamentale, soprattutto in difesa, poter comunicare al meglio con i compagni. Rozzio è un maestro nel chiamare la linea".

È un ex difensore di ottimo livello, ci racconti un po’ la sua carriera.

"Nasco nel Bari, lì ho fatto tutte le giovanili vincendo tutto e arrivando anche in prima squadra, coronando il sogno di vestire la maglia della mia città. Dopo tante esperienze ho chiuso la carriera ad Andria con cui tra l’altro ho fatto due gol alla Reggiana nello stesso campionato: uno all’andata e l’altro al ritorno (stagione 2009-2010, finì 1 a 1 in entrambi i casi, ndr). Tra lì e Bari ho conosciuto Dionigi che è come un fratello per me".

Che tipo è il mister della Reggiana?

"Ho lasciato il calcio giocato a 33 anni per seguirlo perché sapevo che avrebbe fatto bene, vedevo già le sue potenzialità. È un tipo meticoloso, puntiglioso e che vuole sempre migliorarsi. Vive di calcio ogni giorno: le nostre famiglie sono rassegnate". È sposato?

"Sì, con una santa donna che si chiama Marianna e che sta con me dal 1997 e abbiamo due figli: Cristian che fa il terzo portiere al Monopoli e Alessio, difensore, che gioca nell’Under 18 del Sassuolo".

Come vede la ‘nuova’ Reggiana?

"Diciamo che sarebbe importante avere una base su cui iniziare a lavorare fin dal ritiro, ma prima di fare ogni discorso è giusto aspettare l’evolversi delle varie situazioni a tutti livelli".

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