Vido ha fame di riscatto. "Devo impormi a Reggio. Basta equivoci: voglio fare la prima punta e segnare»
Luca è fermo dal 28 agosto, quando il suo ginocchio destro ha fatto crac "Sto lavorando sodo per rientrare prima possibile. Febbraio? Sarebbe bello. Soffro a vedere i compagni giocare: si capisce che si divertono tanto".

È arrivato alla Reggiana per fare il definitivo salto di qualità, ma proprio quando tutto sembrava procedere per il meglio, con il rigore del 2 a 2 siglato a Como, Luca Vido è stato preso a pugni dalla realtà.
Il 28 agosto, a ventiquatto ore dall’esordio davanti al pubblico del ‘Giglio’, il suo ginocchio destro ha fatto crac. "È successo nell’ultima azione della rifinitura, prima della gara col Palermo – spiega l’attaccante granata classe ’97 – proprio sull’ultimissimo pallone: per questo dico sempre che era destino che accadesse…".
È fatalista, adesso come va?
"Più che fatalista, sto provando a prenderla nel verso giusto, come un’occasione per tornare ancora più forte di prima. So che lo dicono tutti, ma se mi metto in testa una cosa io faccio davvero di tutto per riuscirci".
Rientro previsto per febbraio-marzo?
"Non faccio previsioni, mi sono dato i sei mesi canonici poi c’è chi ce ne mette 4 e chi 6. Sarei contento se fosse febbraio, ma voglio arrivare al massimo della condizione".
Qual è adesso la sua giornata ‘tipo’?
"Mi sveglio alle 7,30, parto da Reggio e vado a Bologna all’Isokinetic dove verso le 9,40 inizio l’allenamento che dura fino alle 12-12,30, poi pranzo e alle 14 riprendo e continuo fino alle 16,30-17. Adesso il lavoro si è intensificato parecchio".
C’è qualcuno che la sta aiutando in maniera particolare?
"Mara, la mia compagna, mi sta aiutando molto: è sempre vicino a me ed è fantastica. Lei è la prima, poi anche i miei amici, i compagni che ci sono già passati e il fisioterapista con cui sto lavorando".
Guardare i compagni dalla tribuna non dev’essere facile…
"Soffro. Anche perché si stanno divertendo parecchio, si vede da come giocano ed è stato così anche quando c’ero io. Salvezza? Non mi piace guardare le squadre dietro, preferisco puntare a quelle davanti, ma è meglio non dirlo…".
Le offerte non le mancavano: perché ha scelto la Reggiana? "È stata quella che mi ha fatto sentire più importante e io avevo voglia di mettermi in gioco. Ho voglia di riscatto, l’ho percepito subito: per me qui a Reggio è iniziata una nuova vita ed un nuovo percorso professionale. Voglio impormi".
A livello giovanile ha fatto sfracelli ed è stato una colonna di tutte le nazionali giovanili: cosa le è mancato fin qui per sfondare anche ai massimi livelli?
"Quando sei giovane non riesci a capire bene certe situazioni e a farle tue. Adesso mi sento maturato sotto tutti i punti di vista e voglio fare un sacco di gol per la Reggiana".
Chiariamo le caratteristiche: prima o seconda punta? O tutte e due?
"Mi sono messo in testa che voglio fare la prima punta, stop. È una domanda che mi hanno fatto spesso e prima rispondevo che andavano bene entrambi i ruoli, ma poi ho capito che gli attaccanti, purtroppo, vengono valutati solo in base ai gol. Poi è chiaro che mi piace anche giocare la palla…".
Quando ha dato i primi calci?
"A 5 anni. Quando ne avevo 8 mia madre ha spinto perché facessi un altro sport e allora ho scelto il calcetto (ride, ndr). Così al lunedì, mercoledì, venerdì e domenica facevo calcio e al martedì, giovedì e sabato calcetto. Comunque mi è servito, ho imparato a giocare di suola, di punta e nello stretto".
Ha un modello di riferimento? "Harry Kane, fa caterve di gol ma sa anche rifinire e fare assist. Il mio idolo assoluto invece è Ibrahimovic".
Passioni oltre al calcio?
"Gioco alla Playstation, quasi sempre a Call of Duty oppure mi piace uscire con la mia compagna e andare nei ristoranti dove si mangia sano e bene".
Ha già provato qualche piatto tipico reggiano?
"Mi piace molto l’erbazzone anche se essendoci il lardo non è proprio il massimo per un atleta…".
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