Roberto Felleca valuta l'acquisizione dell'Ancona per la risalita in Serie C

L'imprenditore Roberto Felleca in trattativa per l'Ancona, con l'obiettivo di riportarla tra i professionisti.

di GIUSEPPE POLI
28 maggio 2025
Roberto Felleca ha acquisito e portato dalla D alla C il Como e il Foggia

Roberto Felleca ha acquisito e portato dalla D alla C il Como e il Foggia

Roberto Felleca è il nome accostato all’Ancona negli ultimi giorni, l’imprenditore cagliaritano che ha portato in C il Como ripartito dalla D in soprannumero dopo il fallimento del 2017, come l’Ancona lo scorso anno, per poi rivenderlo, come pure ha fatto a Foggia dopo la promozione in serie C. Massimiliano Polci avrebbe scelto lui e Alessandro Di Paolo come futuri soci per creare ciò che quest’anno non s’è riuscito a fare, cioè mettere le basi per la risalita tra i professionisti.

Roberto Felleca, è vero che ha messo Ancona nel mirino?

"Ho fatto delle belle chiacchierate con Polci al quale ho detto che anche se sto lavorando a rilevare un’altra società professionistica, la mia attenzione potrebbe spostarsi verso la sua società. Ancona è Ancona, il lavoro che piace fare a me si può fare lì come a Como, come a Foggia, è una piazza che può arrivare fino alla serie A. Magari non con me direttamente, ma ho i mezzi per farcela arrivare".

A che punto è la trattativa?

"Al momento solo una piacevole e gradevole serie di incontri con Polci, anche perché, ripeto, ho un’altra trattativa. Ma nel fine settimana potrei essere ad Ancona per conoscere anche il sindaco. Per cominciare un percorso bisogna che ci siano i presupposti, anche la piazza deve essere accondiscendente per un progetto di ripartenza. Perché di questo si tratta. A modo suo lo scorso anno l’Ancona è ripartita, forse con modalità non coerenti con la sostanza. I campionati di serie D sono difficilissimi, e lo dico io che ne ho vinti due al primo tentativo. Bisogna davvero strutturarsi per poter puntare in alto. Non è semplice vincere un campionato di D, serve l’appoggio di tutti".

Alessandro Di Paolo lo conosce già?

"Non ancora. E’ chiaro che se deciderò definitivamente di entrare ad Ancona dovrò incontrarlo. E se entrerò tutti dovranno metterci la faccia, su questa cosa non transigo. Se vogliamo fare qualcosa di concreto, ciascuno deve prendersi le sue responsabilità. Se entro è per fare il mio lavoro in autonomia, anche se Polci s’è prestato alla divisione dei compiti".

Ma su allenatore e diesse deciderebbe lei?

"Senza dubbio. Perché ho avuto brutte esperienze in circostanze in cui poi si è lavorato male. Sono uno che nel calcio lavora tantissimo, non sono solo uno che ci mette i soldi e poi va a vedere le partite e basta. Se a Foggia abbiamo avuto risultati è anche grazie a questo modo di lavorare. Altrimenti poi finisce che arrivi secondo e sei solo il primo degli ultimi".

Porterebbe con sé Ninni Corda?

"E’ una persona che con me ha lavorato seriamente e molto bene, è una persona di fiducia. Poi tutte le cose vanno costruite successivamente all’acquisizione di un’azienda e valutate. Corda ha fatto calcio anche senza di me. Ma è una persona molto affidabile per salire dalla D alla C. Ne ha vinti tanti di campionati, da allenatore e ds".

Quindi Ancona le piace?

"E’ una piazza molto importante, una via di mezzo tra Como e Foggia, per seguito molto più vicina a Foggia, anche come storia. E ci sarebbe molto lavoro da fare. Non è solo questione di costruire una squadra di venti giocatori forti, non basta mettere 500mila euro a socio e fare la squadra, bisogna fare un altro lavoro per ricostruire tutto". Qualcuno la critica perché compra e vende società.

"Ma perché, faccio qualcosa di male? Se riporto l’Ancona in C o in B e poi la vendo a uno sceicco che può portarla in A faccio qualcosa di sbagliato? Noi ci impegniamo sempre per fare le cose bene. Poi fino a dove arriviamo, arriviamo".

Giuseppe Poli

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