Mourinho: "Un difensore a gennaio mi renderebbe felice"
Le parole di José Mourinho nel prepartita di Europa League contro lo Sheriff Tiraspol
Roma 13 dicembre 2023 - È la viglia dell'ultimo turno della fase a gironi di Europa League, la Roma ospiterà lo Sheriff Tiraspol all'Olimpico in una sfida in cui ha l'obbligo di vincere, per poi sperare in un risultato favorevole a Praga per ottenere il primo posto nel Gruppo G. A presentare questa sfida è stato lo stesso José Mourinho, presente in sala stampa per raccontare le sensazioni dell'ambiente giallorosso su questo match. Ecco le parole dello Special One
La conferenza stampa del tecnico è iniziata parlando dei tifosi, secondo Mourinho il dodicesimo uomo di questa squadra. "Che posso dire - ha esordito l'allenatore lusitano - il giorno che non sarà pieno lo stadio sarà una sorpresa negativa per noi. E' bello, è una motivazione l'Olimpico così. Non gli interessa se ci sia una grande squadra, non ci sono condizioni. Domani dobbiamo vincere per loro, per noi, per il calcio perché il gioco va rispettato. Magari nessuno pensa che lo Slavia perda domani, ma tutto è possibile. E per questo noi dobbiamo vincere. I cambi ci saranno e saranno obbligati anche nel modo di giocare".
Si è in seguito discusso delle caratteristiche di questa squadra, molto diversa rispetto a quella che lo scorso anno raggiunse la finale di Europa League. "Anche questa è una caratteristica: essere meno forti sulle palle inattive. Una squadra con Smalling e Ibanez vince più duelli difensivi, è più pericolosa sulle palle inattive, però è una squadra più brava in fase di possesso. Fare gol dopo 21-23 passaggi è una qualità che per altre squadre è fantastico, ma quando lo faccio noi no. Ho letto le dichiarazioni del presidente Viola che ha vinto 30 anni fa e 30 anni fa non era diverso da allora.
Non solo calcio giocato, Mourinho ha avuto l'opportunità di fare anche un ampio di scorso sul calciomercato invernale, prossimo ormai a cominciare. "Il nostro mercato - dice lo Special One - sarà sempre adatto a quello che noi possiamo fare. Io ci conto, sono l'allenatore. Noi siamo insieme, non è che io voglio una cosa, Tiago (Pinto ndr) un'altra, i proprietari un'altra ancora. Vogliamo tutti la stessa cosa. Non sono geloso, ma il City ha pagato 80 per Philips e a gennaio lo manda via e ne prende un altro. Noi siamo una realtà diversa. Io vorrei 1-2-3-4 giocatori, vogliamo tutti cercare di migliorare la squadra, di essere più forti, ma abbiamo difficoltà nel farlo. Ti dico onestamente: se facciamo un difensore nel mercato di gennaio sono già felice. Mi piacerebbe di più? Certo, ma non è possibile. Loro stanno lavorando per darmi opzioni per un difensore difficile. Poi se lo prendiamo abbiamo difficoltà per la lista UEFA. Kristensen e Azmoun entrano in lista? Mi piacerebbe che la gente lo capisse e l'onestà quando si parla degli obietti. Una cosa è volere, una è potere. Non possiamo fare nulla di più di un difensore che possa aiutare. N'Dicka non ci sarà dal 3 gennaio, Mancini è diffidato, Llorente resiste e continua a giocare, Smalling non ci sarà. Alla fine sarà possibile fare qualcosa".
Il tecnico ha risposto in maniera molto secca e diretta riguardo il silenzio stampa che ha caratterizzato il finale della partita di domenica contro la Fiorentina. "Abbiamo parlato tanto. Non abbiamo fatto silenzio".
Spazio anche per parlare di futuro, con il rinnovo di Mourinho, il cui contratto scadrà a giugno 2024, attualmente uno dei temi scottanti in casa giallorossa: "Io non ho bisogno di pensare. Nella mia testa ho tutto molto chiaro. Posso - continua José - solo ringraziare i tifosi e non mi fa essere confortabile in campo. In campo si appoggia la squadra. Ovviamente mi inorgoglisce e mi fa emozionare però è una cosa che non mi piace. Non fatelo per me. Lì è la squadra che deve sentire l'appoggio. Però li ringrazio. Quando ho fatto il raccattapalle e papà era allenatore ho passato tante volte le informazioni".
Si è parlato anche dell'assenza di Dybala, una condizione con cui purtroppo i giallorossi dovranno fare i conti gino al prossimo anno solare. "C'è una partita con Dybala e una senza. Con Dybala la Fiorentina non era in grado di pressare. Senza Dybala non c'è un altro come lui e ora non ci sarà, così come Romelu e sarà una situazione difficile perché non si può replicare e dovremmo fare in maniera diversa: abbiamo Belotti e Pellegrini che può fare la seconda punta. Abbiamo El Shaarawy. Senza Dybala non sarà lo stesso".
Il tecnico ha anche affermato come probabilmente potrebbe optare per una difesa composta da quattro uomini nella sfida europea contro lo Sheriff: "Più o meno si schiererò una difesa a quattro, perché giocano Çelik e Karsdorp sullo stesso lato".
L'ultima domanda per l'allenatore nato a Setubal riguardava Renato Sanches, uno dei grandi colpi della sessione estiva, che però ha collezionato solo una manciata di minuti in campo a causa degli infortuni. "Gioca domani - dice José Mourinho - Lavora con noi da due settimane di fila senza giocare. Non ha giocato e ha lavorato con noi. Spero che la sua intensità aumenti. È un po' frenato dalla paura di un infortunio muscolare. Spero che la emozione della partita lo faccia andare dall'altro lato. Se non ci sta è dura giocare partite di livello e di intensità. Domani è importante per lui. Già sa che gioca e si è allenato in modo specifico. Domani mi aspetto 45-60' minuti veri".
Aouar: "Devo imparare, sto cercando di dimostrare al mister cosa posso fare"
Non solo José Mourinho, in sala stampa con lo Special One era presente anche Houssem Aouar. Ecco le parole del centrocampista franco-algerino arrivato in estate dal Lione.
La prima domanda faceva riferimento alla sfida di domani con lo Sheriff, chiedendo se fosse pronto anche a scendere in campo da titolare per l'occasione. "Sì, sono pronto per domani. Spero di giocare perché non ho giocato tanto nelle scorse partite. So che devo fare meglio per aiutare la squadra e spero di farcela. Vogliamo vincere sempre perché quando giochiamo per la Roma è l'obiettivo. Sappiamo che sarà difficile finire primi, ma non è impossibile. Domani andiamo con una mentalità vincente e speriamo di essere primi a fine partita.
Il ragazzo nato a Lione ha discusso anche di come si stia mettendo a disposizione per la squadra, seguendo le direttive di Mourinho. "È la prima volta che sono lontano da Lione. So - afferma il francofono - che devo imparare. Adesso è difficile per me, ho fatto due partite male a Praga e a Ginevra. Lo so. Con umiltà so che devo dimostrare al mister che posso fare di più. Sono fiducioso, a partire da domani".
Si è chiesto ad Aouar quale tra il calcio italiano e quello francese ritenga di livello più alto: "Credo che quello italiano sia più forte di quello francese però devo imparare ancora a giocare qui perché è differente. Qui è più tattico e tecnico, quello francese ha più intensità ed è più fisico. Spero che in futuro diventerò un buon giocatore nel calcio italiano".
L'ultima domanda per il fantasista ex Olympique Lione riguardava il suo rapporto personale con José Mourinho. "Il mister è una persona vera. Per esempio io parlo tanto con lui e ho già detto che il mister mi aiuta molto a imparare a giocare con la squadra, giocare un calcio differente, però mi piace questo, mi piace la mentalità vincente del mister. Sono felice e orgoglioso di giocare per lui e so anche che è difficile per me non avendo giocato molto, però spero che adesso possa fare grandi partite per lui, la squadra e i tifosi".
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