Berardi ritrova la Vecchia Signora. Storia di un matrimonio mai celebrato

Il fantasista di fronte alla truppa di Allegri dopo il caso mercato, anche quest’anno resta promesso sposo

21 settembre 2023
Berardi ritrova la Vecchia Signora. Storia di un matrimonio mai celebrato

Berardi ritrova la Vecchia Signora. Storia di un matrimonio mai celebrato

di Lorenzo Longhi

SASSUOLO

Il soggetto non è più originale, anche se la sceneggiatura, di anno in anno, si arricchisce di qualche nuovo incidente di percorso, però sempre lì si torna, quando ci si avvicina alla sfida tra Sassuolo e Juventus: a Domenico Berardi e alla storia di un matrimonio che non c’è mai stato, quello con i bianconeri. Promesso sicuramente, ma sposo mai. Fidanzato sì, perché c’è stato un tempo in cui parte del suo cartellino – la metà; erano i tempi nei quali le comproprietà erano possibili e lecite – ma marito mai. C’è qualcosa di manzoniano in tutto questo, non fosse che poi nei Promessi Sposi la vicenda si risolve con il sì e si svolge, dal celeberrimo incipit – "Quel ramo del lago di Como..." – al finale, nell’arco temporale di un paio d’anni. Qui siamo a dieci, e ancora si continua a contare. L’ultimo colpo di scena? L’assenza di Berardi in coppa e nelle prime due giornate, un po’ autoammutinamento un po’ no, immediatamente successivo a queste parole di Carnevali del 19 agosto: "C’era un principio di trattativa con la Juventus e una decina di giorni fa avevamo aperto alla cessione perché il giocatore aveva mostrato il suo gradimento. In realtà non è mai arrivata una proposta ufficiale. Avevamo fissato il prezzo a 30 milioni con la disponibilità di accordarci su cifre e formula che potessero soddisfare entrambi i club. Il Sassuolo aveva indicato una deadline precisa: il 17 agosto. Quel giorno scadeva la nostra possibilità di acquistare il sostituto e ho detto in modo chiaro sia a Giuntoli che ai procuratori di Berardi che non avremmo potuto superare quella data", aveva detto l’amministratore delegato neroverde in un’intervista. Ma entro quel giorno non era arrivata nessuna offerta. "Sono molto infastidito dal comportamento della Juventus – aveva aggiunto – e qualora dovessero ricontattarci direi di no". Non la migliore delle interviste, sia nei confronti del giocatore che in merito ai rapporti, a lungo forieri di affari, con i bianconeri, ma tant’è. Dire che non ci abbia guadagnato nessuno è pacifico.

Ciò che era stato molto prima è storia nota, appunto dalla comproprietà alla sua successiva risoluzione in favore del Sassuolo, eppure la Juventus, anche nelle estati nelle quali non pensava di portarlo a Torino, non lo ha mai perso di vista. Dopo tutto del Sassuolo Berardi è bandiera e capitano, è diventato in azzurro campione d’Europa e inevitabilmente in campo non passa inosservato. La Juventus l’ha affrontata in tredici occasioni segnandole una sola rete (gol su punizione più assist per Caputo nel 3-3 del luglio 2020, tra panchinari in mascherina e spalti vuoti) che dal vivo hanno visto in pochissimi.

Un ulteriore aspetto curioso, quest’ultimo, in una vicenda assai singolare, dove il momento non è mai stato quello giusto, dall’una o dall’altra parte, per colpa una volta della Juventus, l’altra di Berardi o dell’interposizione del Sassuolo stesso. L’uomo è sempre stato quello giusto, il timing sempre quello sbagliato, e allora via, eccoci a un nuovo Sassuolo-Juventus, con Berardi sempre dalla stessa parte, con lo stesso articolo che torna di anno in anno, uguale ma sempre diverso, perché c’è sempre qualcosa di differente da aggiungere e da aggiornare, salvo poi ritrovarsi al punto di partenza. A ben guardare, la comfort zone non è poi così male, no?

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