I due volti del Sassuolo al debutto Thorstvedt c’è, Laurientè meno
L’impegno del norvegese e i pensieri di troppo del francese: la reazione dei big calati nella Serie B .
di Stefano Fogliani
SASSUOLO
Si sapeva già, ma la conferma è arrivata a Catanzaro. Fabio Grosso l’ha messa giù facendo in compimenti ai suoi per la prestazione, aggiungendo come "la B non perdona" e ricordando che "giocare con il mercato aperto non è facile". L’ultima precisazione, legittima, è superflua: si sapeva bene che le trattative in corso, su un Sassuolo che di big oggetto di ‘chiacchiera’ ne ha parecchi, avrebbe condizionato i neroverdi. Che stanno sfoltendo gli scontenti – ieri addio a Tressoldi, che va al San Paolo in prestito – e sembrano aver deciso anche il destino di Turati – nemmeno in distinta, al ‘Ceravolo’ – ma hanno inevitabilmente a che fare anche con i ‘big’ che in campo ci vanno e restano, nel bene e nel male, incognite su cui è inevitabile ragionare.
E qui, se è facile pensare a Doig e Bajrami, che forse partono ma probabilmente restano, o a Boloca, appetito da molti ma ‘blindato’ e già a suo agio, è inevitabile puntare i fari su quelli più ‘in vista’, di big, e constatarne il diverso approccio al ‘nuovo mondo’. Così da una parte c’è Kristian Thorstvedt, che a Catanzaro come contro il Cittadella in Coppa ci ha messo la confusione del caso, le imprecisioni che immaginiamo inevitabili in un 25enne che, ricordiamolo, continua ad essere ‘attenzionato’ da Fiorentina e soprattutto Bologna, ma anche corsa e impegno, confermando la dedizione che serve e suggerendo che se lo vendono meglio, ma se non lo vendono va bene lo stesso. Lui gioca picchia e corre al Ceravolo come a San Siro, mentre dall’altra parte c’è Laurientè, e non necessariamente per quel rigore calciato alle stelle, quando per la distanza siderale che si intuisce tra le potenzialità del giocatore e l’inespressione delle stesse, tradotte anche da mimiche che sottendono insoddisfazione e perplessità. Match-winner in Coppa, con un gol che ne ha riscattato prestazione modesta, il francese anche al Ceravolo si è dimostrato prigioniero di una bolla che ne fa un incompiuto, in B come lo era stato in A.
Uno capace di ‘traccheggiare’ per 90’ lungo i quali rimedia anche un’ammonizione, oltre che sistematici raddoppi e altrettante sistematiche randellate e poi di accendersi al 94’ per piazzare lo scatto che incenerisce la partita, prendersi il rigore con cui la partita la vinci e sbagliarlo dopo una rincorsa che tradisce qualche pensiero di troppo. E poca serenità. Qui sta il nodo, mica nel rigore sbagliato da Laurientè o nelle corse a perdifiato di Thorstvedt o nelle svagatezze di Doig: nel modo in cui i ‘big’ accettano la B, almeno finchè sono costretti a giocarci. E (anche) da qui passa il Sassuolo di queste prime giornate. Il 30 agosto, a mercato chiuso, siamo certi che sarà tutta un’altra cosa: per chi andrà e per chi resta.
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