Sassuolo torna in Serie A: il miracolo di Fabio Grosso e Berardi
Il Sassuolo ritorna in Serie A grazie alla guida di Fabio Grosso e alla forza di Berardi, superando le difficoltà iniziali.

Il Sassuolo ritorna in Serie A grazie alla guida di Fabio Grosso e alla forza di Berardi, superando le difficoltà iniziali.
FoglianiLa premessa è d’obbligo, e la regaliamo a chi dice che sì, il ritorno del Sassuolo in serie A ha una sua logica. Perché l’organico era da A anche se giocava in B, perché la Mapei ha risorse che altre proprietà della serie B si sognano, perché Grosso la B sapeva come vincerla, e perché se hai Berardi e Laurientè, cosa ci fai in B? Tutto vero, e la premessa la smontiano per dire che, se ha una sua logica, scritta nei valori tecnici, il ritorno in A dei neroverdi mica era così scontato.
Oggi è tale, alla luce di una classifica che splende e dice che il Sassuolo, dietro di sé, ha fatto il vuoto sulla scorta di una marcia inarrestabile, ma sono serviti tempo e pazienza. Chi c’era ricorderà l’estate del Sassuolo retrocesso, alle prese con turbative di mercato non indifferenti e con un ‘pattuglione’ di scontenti che avevano chiesto, non sempre ottenendo un ‘sì’, di fare la valigia.
E ricorderà anche i cinque punti delle prime quattro partite di agosto: due pareggi, una vittoria e uno stop che collocavano il Sassuolo che si affacciava alla prima pausa stagionale al 13mo posto. È lì, in quelle due settimane che hanno costretto i neroverdi a fare i conti con la prima sconfitta (4-1 in casa, fu festa per la Cremonese, al Mapei Stadium), che il Sassuolo ha capito in che mare nuotava: il mercato ha chiuso i battenti trasformando gli scontenti in contenti, Grosso ha ricompattato i ranghi gestendo alla perfezione un gruppo sovradimensionato cui si è aggiunto, poco dopo, anche Domenico Berardi e il resto lo hanno fatto i tanti nuovi che, aggiunti ai vecchi, hanno remato dalla stessa parte. Aggiungendo alla qualità di solisti che con la B non c’entravano nulla le volontà di chi ha voluto lasciare il segno, saldando attorno alle già citate qualità una forza mentale che ha fatto la differenza. Imponendo la tecnica, ma anche la voglia di fare di più e meglio, ‘riconfezionando’ quel miracolo che riconsegna la massima serie ai neroverdi.
E premia sia il tanto fatto in campo che il tantissimo fatto dalla dirigenza e dalla proprietà, perché lo scorso maggio, una volta caduti, non è che rialzarsi subito fosse così ‘automatico’. Chiedere, per credere, alle altre squadre che l’anno scorso retrocedettero in cadetteria con i neroverdi, di cui basta guardare la classifica attuale per capire come quello del Sassuolo di mister Fabio Grosso sia un altro miracolo. Non il primo, aggiungiamo, e forse nemmeno l’ultimo.
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