"Girone senza favorite, la Spal farà bene"
L’ex Nahuel Valentini fa le carte al campionato alle porte: "Pensavo di restare a Ferrara. Ora sono svincolato e aspetto una chiamata"
Nahuel Valentini è un professionista esperto, consapevole che la decisione della Spal di non confermarlo è legittima e come tale deve accettarla. Ciò non toglie che il difensore argentino abbia a lungo pensato e sperato di restare in biancazzurro, e l’amarezza di aver lasciato Ferrara dopo una sola stagione fatica a passare. E a una settimana dall’inizio del campionato Valentini è ancora svincolato, aspettando una proposta che gli consenta di tornare in pista. Ma il centrale classe 1988 guarda anche con interesse alla prima giornata in programma allo stadio Mazza, perché dal 2018 al 2020 ha indossato la maglia dell’Ascoli in serie B. "Per come avevamo finito il campionato, mi aspettavo di restare a Ferrara – confessa Valentini –, poi però ci sono stati tanti cambiamenti e a quel punto ho capito che per me non ci sarebbe stata la possibilità di restare".
La sua permanenza era legata a doppio filo a quella di mister Di Carlo?
"Non necessariamente, ma la sua conferma penso mi avrebbe permesso di rimanere. Magari anche i cambiamenti nella dirigenza hanno inciso: mi è dispiaciuto tanto, pensavo e speravo di restare in biancazzurro: peccato, ma il calcio è anche questo".
Non le è arrivata nessuna chiamata?
"Il mercato va per le lunghe, per gli svincolati ancora di più. Qualche proposta l’ho ricevuta, ma non abbiamo raggiunto l’accordo: mi ha fatto comunque piacere, significa che ci sono ancora degli addetti ai lavori che mi apprezzano. Aspetto una opportunità, un progetto che mi dia la possibilità di fare ancora quello che mi piace fare per qualche anno: vediamo cosa succede nelle prossime settimane. Eventualmente c’è l’opportunità di tornare in pista anche più avanti, ma preferirei accasarmi prima possibile".
Che ricordo le resterà di Ferrara?
"È stata una stagione strana. Sono arrivato con tanto entusiasmo e desiderio di fare bene, stimolato dalla storia della società e dalla passione dei tifosi, poi è cambiato tutto nel giro di un mese e mezzo. Quando non arrivano i risultati è normale che si cambi qualcosa, poi sappiamo quello che è successo. Per fortuna alla fine ci siamo riscattati: il mio bilancio personale è senza dubbio positivo, anche se il campionato non è stato all’altezza delle aspettative. È stato un peccato non aver fatto un torneo di vertice, perché nelle ultime giornate abbiamo toccato con mano cosa significa essere trascinati dalla tifoseria biancazzurra".
Chi sta meglio tra Spal e Ascoli?
"La Spal, perché la guida tecnica non è male e nonostante i cambiamenti sono rimasti diversi elementi importanti del gruppo dell’anno scorso: i vari Bassoli, Bruscagin, Arena e Antenucci sono atleti che possiedono valori importanti e aiutano i giovani della rosa: penso che la Spal farà un bel campionato. Radrezza? Ho giocato con lui nel Padova: è un giocatore esperto, che conosce la categoria e tecnicamente non si discute. È stato un buon acquisto per il centrocampo".
Cosa non la convince dell’Ascoli?
"Parte svantaggiato a causa dei problemi tipici dei club reduci da una retrocessione, come la Spal un anno fa. Il Picchio ha tanti giocatori in esubero con ingaggi elevati, inoltre la trattativa per il passaggio di proprietà che non si è concretizzata non ha aiutato l’ambiente. L’Ascoli però sta facendo acquisti intelligenti, anche attraverso giovani cresciuti nel vivaio bianconero che sono animati da senso di appartenenza".
Chi vincerà il girone B?
"Non c’è una chiara favorita: l’anno scorso ero pronto a scommettere sul Cesena, e non ho sbagliato. Quest’anno non saprei su chi puntare: vedo tanto equilibrio, saranno i dettagli a fare la differenza".
Stefano Manfredini
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