I tifosi della Spal propongono un azionariato popolare per la nuova società sportiva
I tifosi della Spal vogliono partecipare alla gestione della società con un azionariato popolare per vigilare internamente.

I tifosi della Spal vogliono partecipare alla gestione della società con un azionariato popolare per vigilare internamente.
I tifosi della Spal chiedono di poter partecipare alla vita della società attraverso un azionariato popolare che consenta loro di eleggere un delegato: questi dovrebbe vigilare dall’interno su ciò che accadrà nella nuova società che si andrà a costituire per l’Eccellenza. In teoria, la ripartenza da un campionato dilettantistico può favorire il tentativo, perché si parla di somme infinitamente più basse rispetto al professionismo: si considera che con un milione si possa allestire uno squadrone, e che per vincere basti anche di meno. In passato si è più volte tentata una via analoga, e non per scoraggiare i promotori dell’iniziativa, ma per usare un eufemismo, quegli slanci non hanno sortito successi epocali. Peraltro, tempi e forme cambiano. In questo caso, il Centro Coordinamento con alcuni gruppi della curva sembra ripromettersi quasi più funzioni di controllo che di sostegno finanziario, e finché si navigherà in acque basse potrebbe anche funzionare. In tempi andati, l’azionariato o la sottoscrizione di quote avvenne per lo più a scopo di contribuire fattivamente alle sorti del club. E fu sempre appannaggio di ricchi e notabili per ovvie ragioni di portafoglio.
Roberto Zaramella ha collezionato questi reperti e ci sono "chicche" favolose. Il documento più antico risale addirittura al 1919, e racconta della sottoscrizione di 300 lire, somma cospicua per quei tempi, utili alla costruzione del primo campo sportivo della Spal che sarebbe sorto in quei giorni dietro l’attuale "Paolo Mazza", in Piazza d’Armi, nella zona degli attuali giardini della ex mutua. La Spal in fondo nasce come società polisportiva cui nei primissimi anni contribuirono centinaia di sottoscrittori che ne diventavano soci, e fu il fascismo a ridurne drasticamente il numero con l’imposizione di quote minime più alte, allo scopo di impedire una eccessiva vigilanza e meglio appropriarsi di quel gran veicolo di propaganda. Nei primi anni Venti si arrivò in fretta a chiedere una partecipazione per erigere l’attuale stadio, ed ecco che si arriva anche alle mille lire del barone Camerini Scola.
In questo caso c’era una garanzia ulteriore: non fosse andato in porto il progetto-stadio, la somma sarebbe stata restituita, cosa che non avvenne. Il regime non si fece scrupolo di richiedere fondi ai ferraresi più abbienti nemmeno nel 1939, quando la società in difficoltà economiche cambiò anche nome, diventando la più autarchica Ac Ferrara. "Fu addirittura il segretario del Fascio di Ferrara Lino Balbo, nipote di Italo – spiega Zaramella – a scomodarsi personalmente chiedendo soldi su carta intestata del Partito. In cambio venivano donati ingressi e abbonamenti al campo sportivo". Questione diversa nel dopoguerra, quando nel 1946 si volle ridare vita più solida al club appena ripartito dalle ceneri della guerra. Qui si chiese un "prestito a premio" rimborsabile in tre anni e senza interessi, sempre con le tessere d’ingresso alle partite come premio sostitutivo dei frutti mancati. A garanzia del prestito venivano messi il patrimonio della società e il capitale giocatori. Senza annoiare con altri tentativi che non ebbero esito, val la pena di ricordare l’ultimo vero azionariato popolare promosso da Donigaglia negli anni Novanta. Lanciato in una indimenticabile assemblea tenuta nell’allora cinema Embassy di Porta Po, vennero emesse azioni da centomila lire l’una, e per dare l’esempio al popolo i primi sottoscrittori furono i politici presenti. Più dei soldi, una goccia nel mare Costruttori di quei giorni, Donigaglia quasi poneva una questione di fiducia dopo un paio di stagioni di brucianti sconfitte. Sono dunque tanti i propositi e le forme che una partecipazione popolare alla Spal può assumere. Questa è singolare per un motivo su tutti: viene studiata in un momento in cui una Spal iscritta a un campionato nemmeno esiste. Presto esisterà, con l’augurio di non ritrovarsene due…
Mauro Malaguti
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