"L’Eccellenza non aspetta”. "Spal, delusione enorme. Ma tra i tifosi vedo voglia di ripartire con aria nuova»
L’ex Gasparetto ora allena i giovani a Sant’Agostino: "Conosco quel girone, bisogna essere operativi con la squadra a metà luglio. Schiavon? Sarebbe bello. Il vivaio di via Copparo era una grande famiglia che ora rischia di disgregarsi".

L’ex Gasparetto ora allena i giovani a Sant’Agostino: "Conosco quel girone, bisogna essere operativi con la squadra a metà luglio. Schiavon? Sarebbe bello. Il vivaio di via Copparo era una grande famiglia che ora rischia di disgregarsi".
Daniele Gasparetto ha terminato la carriera agonistica nel campionato di Eccellenza con la maglia del Sant’Agostino, dove adesso si occupa di settore giovanile. Lo psico-dramma che ha investito la Spal però non lo ha lasciato indifferente, e chissà che nel progetto di ripartenza della società biancazzurra non ci sia spazio anche per lui. "Provo un dispiacere enorme per quello che è successo, per la prima squadra ma soprattutto per il settore giovanile che seguivo con attenzione – assicura l’ex difensore della Spal –. Il lavoro che stava effettuando il vivaio di via Copparo è sotto gli occhi di tutti, e i risultati ne sono la conseguenza: era una grande famiglia che ora rischia di disgregarsi".
Il suo amico Schiavon è comunque riuscito a lasciare un segno indelebile. "Eros ha fatto un capolavoro: possiede la dote eccezionale di saper trasmettere quello che ha dentro di sé ai ragazzi, dalla passione all’entusiasmo. Il senso di appartenenza ha fatto il resto: sono felicissimo per lui, se lo merita. Solo lui poteva conquistare un titolo nazionale in quelle condizioni, sarebbe bello che la nuova Spal ripartisse da lui". A proposito, come se la immagina la nuova Spal?
"Nelle ultime settimane di chiacchiere se ne sono fatte tante, ora spetta al sindaco tirare le somme e individuare una proprietà seria. Possibilmente locale, o comunque che coinvolga qualcuno che ha davvero a cuore la Spal. E soprattutto che presenti un progetto che metta al centro sia la prima squadra che il settore giovanile, magari ripercorrendo le orme di Ludergnani. Non è un sogno irrealizzabile: bisogna crederci, anche perché a prescindere dalla delusione per quello che è successo, tra i tifosi avverto il desiderio di ripartire".
Cosa dobbiamo aspettarci dal campionato di Eccellenza? "È un torneo che conosco. Se non lo approcci nel modo giusto si trovano delle difficoltà, soprattutto quando si va a giocare in alcuni campi brutti e piccoli. Inoltre, è prevedibile che per tutte le squadre quella contro la Spal sarà la gara dell’anno".
Parliamoci chiaro, la Spal deve restarci soltanto un anno. "Ma certo, deve essere soltanto una tappa nel percorso che riporta ai professionisti. La serie D è un ostacolo molto più impegnativo: in Eccellenza la Spal deve vincere lasciando solo le briciole agli avversari. Anzi, non vorrei essere nei panni delle concorrenti che magari ambiscono ad un campionato di vertice: la presenza della società biancazzurra può cambiare le carte in tavola. Attenzione al Mezzolara, che sta allestendo una bella squadra, però sono le avversarie a doversi preoccupare".
I tempi stretti rappresentano un problema? "A metà luglio bisogna essere operativi, perché le squadre partono per la preparazione tra fine mese e inizio agosto. Magari qualche elemento può essere inserito a ridosso del campionato, ma bisogna iniziare a correre perché serve il primo posto". Nel corso della carriera, aveva mai vissuto una situazione come quella della Spal di Tacopina? "Sì, ai tempi della Reggina era accaduto qualcosa di simile. Sono rimasto spiazzato, però ero tra quelli che diceva di non sottovalutare il segnale della prima penalizzazione: prima o poi la corda si spezza".
La prossima stagione cosa farà? "Ho fatto il corso da direttore sportivo e sono operativo nel settore giovanile del Sant’Agostino, poi è chiaro che se arrivasse una chiamata dalla Spal con un progetto serio sarebbe difficile dire di no".
Stefano Manfredini
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