Roberto Venturato: il ritorno in panchina dopo l'esonero dalla Spal

Venturato riflette sull'esonero dalla Spal e spera in una nuova opportunità. Ferrara e la squadra rimangono nel suo cuore.

di STEFANO MANFREDINI
5 giugno 2025
Venturato riflette sull'esonero dalla Spal e spera in una nuova opportunità. Ferrara e la squadra rimangono nel suo cuore.

Venturato riflette sull'esonero dalla Spal e spera in una nuova opportunità. Ferrara e la squadra rimangono nel suo cuore.

Sono passati due anni e mezzo da quell’esonero avvenuto improvvisamente dopo la sconfitta sul campo del Frosinone in serie B. Era il 9 ottobre 2022, e da quel momento Roberto Venturato (foto) non ha più allenato. Il suo ritorno in pista potrebbe essere questione di qualche settimana, ma il tecnico classe 1963 continua a ripensare con amarezza a quella traumatica separazione con la Spal. "Non sono rimasto ai box tutto questo tempo per mia scelta, anzi spero di poter rientrare al più presto – confessa mister Venturato –. Aspetto una buona opportunità nel più breve tempo possibile".

Le sono rimasti dei rimpianti per come si è conclusa la sua avventura in biancazzurro? "Sono innamorato di Ferrara, della Spal e del suo pubblico. Mi viene la pelle d’oca quando ripenso a quella squadra: mi è rimasta nel cuore e mi è dispiaciuto da morire non aver potuto proseguire il progetto quando eravamo a ridosso dei playoff. Avevamo perso contro Genoa e Frosinone che poi hanno stravinto il campionato, però la squadra era in costruzione: Valzania e Proia erano appena arrivati e c’era ancora molto da lavorare per dare un certo tipo di identità e gioco. Serviva tempo, invece non mi è stata data la possibilità di continuare un lavoro al quale credevo molto".

In seguito, il direttore sportivo Lupo ha dichiarato di aver sbagliato a confermarla a inizio stagione. "Sono parole che preferisco non commentare. Mi basta ricordare che dopo il mio esonero la squadra ha avuto un crollo verticale, fino alla retrocessione. Il percorso doveva essere appoggiato da tutte le componenti della società come era stato stabilito inizialmente e come era avvenuto la stagione precedente col direttore sportivo Zamuner, assieme al quale ho salvato una squadra che navigava in acque agitate, e con qualche vittoria in più che ci è sfuggita saremmo potuti arrivare ai playoff".

Lo sa che dal 2020 in poi soltanto lei è stato confermato sulla panchina spallina da una stagione all’altra? "Nel calcio serve tempo, le cose non si inventano. L’ho detto anche al presidente Tacopina: con un po’ di pazienza avremmo raggiunto dei buoni risultati, ne sono convinto. E se posso dargli un consiglio, dia fiducia ai propri collaboratori e continuità ai loro progetti: Ferrara è una piazza meravigliosa che merita di più".

Che idea si è fatto da fuori delle ultime stagioni della Spal? "Sarò monotono, ma il problema è sempre lo stesso: serve una società che dia agli allenatori la possibilità di costruire qualcosa: nella mia carriera ho avuto la fortuna di avere questa chance a Cittadella, ma anche alla Cremonese e al Pizzighettone. Ferrara è una realtà fantastica, dove si vive e respira amore per la Spal. Chi gioca e allena in biancazzurro lo percepisce chiaramente, quindi mi auguro che si riesca a trovare il modo per svoltare".

Riavvolgiamo il nastro di 10 anni, cosa ricorda della stagione 2015-16? "Un campionato di serie C bellissimo: il mio Cittadella dominò il girone A e la Spal il girone B. A Cittadella ho trovato un club che ha appoggiato e condiviso totalmente il mio lavoro: abbiamo sfiorato la promozione in serie A per cinque anni di fila, è mancata solo la ciliegina sulla torta. La Spal ci è riuscita con mister Semplici: entrambi avevamo alle spalle due grandi società, e questo in una squadra di calcio è determinante".

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