Si perde per interpreti che si distraggono e altri non all’altezza. Il paradosso di un anno da pazzi: di 15 sconfitte è la meno meritata
Non sono pagelle da 1-2 casalingo in uno scontro diretto, è vero, nè da quinta sconfitta consecutiva. Ma siccome il...

Non sono pagelle da 1-2 casalingo in uno scontro diretto, è vero, nè da quinta sconfitta consecutiva. Ma siccome il...
Non sono pagelle da 1-2 casalingo in uno scontro diretto, è vero, nè da quinta sconfitta consecutiva. Ma siccome il calcio è maligno e la sfiga ci vede sempre benissimo, è paradossale che nel pomeriggio che con tutta probabilità condanna la Spal ai playout con dieci (!) giornate di anticipo, si sia vista una squadra finalmente capace di far gioco e creare occasioni a ripetizione, soprattutto in un primo tempo che la poteva vedere sul 3-1 senza nulla da ridire.
La sconfitta questa volta non è meritata. Le altre quattordici (!) sì, il record di 49 gol al passivo (raggiunto il Legnago) altrettanto, questo stop no. E il ludibrio finale di una curva che in partita non ha mai smesso di tifare è dovuta a quelle batoste, non a questa. Perché allora la Spal ha perso? Perchè ha interpreti che si distraggono e altri non all’altezza del casato. Perché nel giorno in cui la squadra difende bene, ancora Bassoli incappa nell’errore fatale ,e perché Spini si mangia tre gol come uno che sia capitato in area per puro caso. Perché Arena e Haoudi colpiscono due traverse, perchè un Mignanelli per il resto bravissimo alza un braccio come non dovrebbe, e perché quando Galeotti para il rigore i compagni la danno per persa e non si battono sulla respinta.
Questa la sintesi del match, culmine (si spera…) dell’ennesima stagione disgraziatissima propiziata da errori esiziali di una società del tutto incapace di programmare e costruire. Se Baldini riuscisse a dare stabilmente alla Spal questa intensità di gioco, si potrebbe forse sperare in qualcosa di futuribile, e alla fine, chissà, gli si potrebbe perdonare l’impatto zero in chiave risultati. Ma ora bisogna guardarsi anche alle spalle, col Legnano a -5, e di fianco, e subito dietro invece che avanti. La Spal avrebbe clamoroso il bisogno di cogliere tre punti per tornare a credere in se stessa. Ma Pescara non pare terra ideale per l’impresa. E anche giocando, come si è visto, se non c’è chi la mette dentro che non si chiami Antenucci e chi sappia difendere, hai voglia giocare a calcio… E’ un anno da pazzi, e ormai serve soltanto cavarci la pelle.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su