Incubo senza fine al Mazza, il Campobasso impone alla Spal la quinta sconfitta di fila

I molisani sfruttano gli errori della squadra di Baldini in difesa e sotto porta, il gol di Antenucci arriva troppo tardi

di STEFANO MANFREDINI
22 febbraio 2025
Delusione Spal dopo l'ennesima sconfitta (foto Businesspress)

Delusione Spal dopo l'ennesima sconfitta (foto Businesspress)

Ferrara, 22 febbraio 2025 – Fase difensiva horror e colossali errori sotto porta impongono alla Spal la quinta sconfitta consecutiva (1-2 il risultato finale), quella che con tutta probabilità la condannerà a giocarsi la salvezza ai playout.

Il Campobasso – che in trasferta non vinceva da quattro mesi – ringrazia e festeggia davanti a 850 tifosi rossoblù in estasi. Per gli altri 5mila dello stadio Mazza di fede spallina invece è un incubo senza fine, con le ultime 10 giornate di campionato da vivere col cuore in gola. Né 4-3-3 e nemmeno 3-5-2 per mister Baldini, che sceglie un compromesso schierando un 3-4-3 con Arena, Nador e Bassoli in difesa, Fiordaliso e Mignanelli sulle fasce, Radrezza e Awua in linea mediana e tridente composto da Spini, Antenucci e Parigini.

Assetto diverso, ma la musica non cambia. Avvio choc per i biancazzurri, che vanno sotto dopo una manciata di minuti: Arena esce in ritardo su Bifulco che con un tocco buca centralmente la difesa della Spal liberando Di Nardo che dribbla Galeotti e appoggia in fondo al sacco. I biancazzurri falliscono tre ghiotte occasioni con Spini e colpiscono una traversa con un colpo di testa di Arena. La dura legge del gol punisce la squadra di Baldini, che subito prima dell'intervallo cola a picco.

Un evidente fallo di mano di Mignanelli induce l'arbitro Frasynyak a concedere il calcio di rigore al Campobasso. Dal dischetto, Di Nardo si fa ipnotizzare da Galeotti, ma sulla respinta il più lesto di tutti è Pellitteri che insacca sotto la traversa firmando il raddoppio.

Nella ripresa la Spal attacca senza però riuscire a creare grandi occasioni, e il gol di Antenucci che accorcia le distanze arriva troppo tardi per sperare di riuscire ad acciuffare il pareggio. Finisce con l'ormai tradizionale bordata di fischi della curva Ovest che invita la squadra a lasciare il campo senza la maglia. Avanti di questo passo, si precipita in serie D. s.m.

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