Spal, mercato da accelerare per non rischiare
A pochi giorni dal debutto sono arrivati alcuni giocatori, ma è troppo poco per fronteggiare un avvio ad handicap, col -3 e avversarie toste
Anche Ferragosto è passato, e complice il lungo "ponte", a cinque giorni dalla prima di campionato contro un Ascoli appena retrocesso dalla serie B, la Spal si ritrova incompleta assai come si temeva. A Napoli direbbero che è ora di "spicciarsi": serve assolutamente una accelerata sul mercato. Se è vero che undici Dossena li potrà mettere assieme venerdì sera contro i bianconeri di Carrera, è molto chiaro che tra giocatori in partenza e arrivi che tardano la situazione resta troppo fluida. Se c’è una stagione in cui la Spal ha bisogno di certezze in partenza è questa: non si parte alla pari con le altre ma da -3, e il calendario presenta immediatamente un poker di avversarie (Ascoli, Perugia, Lucchese e Milan) assai competitive. Ciò che oggi la Spal non sembra, perchè il contesto appare di decisa precarietà. Non proprio l’ideale per un nuovo corso giovane come quello sull’asse Dossena-Casella, che ha bisogno di presentarsi bene e non con un lungo sottozero.
Alcuni giocatori sono arrivati, è vero: la spina dorsale sull’asse Melgrati-Bachini-Radrezza-Karlsson è stata confezionata (ma andrà messa alla prova anche sul fronte della condizione fisica, in ritardo soprattutto per il regista di centrocampo). Poi c’è Zammarini, e stop. In fascia rimane enorme incertezza. A sinistra ci sono i destri Rao e D’Orazio, un punto interrogativo sul piano realizzativo. A destra c’è solo il mancino Rosafio che in partenza ha anche l’altro, di piede, e dietro di lui il promettente Camelio è un 2006 al debutto assoluto. E fin qui Dossena non ha inviato segnale di voler aggiustare il modulo a pro di Antenucci. A centrocampo toccherà facilmente a Nador o a un altro possibile partente come Collodel, e le alternative sono anche numericamente poche con Parravicini ai box. Dietro ci sono ampi timori soprattutto in fascia.
Bruscagin ormai è da considerare un centrale, non ha più la spinta di un tempo, e Dossena ai terzini ne chiede tanta. In precampionato non ha brillato neppure difensivamente, peraltro. Dall’altro lato si rimane all’accoppiata Tripaldelli-Saiani: l’ex cagliaritano inizia il quarto anno a Ferrara a sua volta tra color che son sospesi, e non ha certo incantato nelle tre prime stagioni, lanciando forse qualche mini-segnale solo nel ritorno dell’ultima.
Centralmente la Spal cerca un altro giocatore, ma per un paio di gare può anche sperare di far reparto pescando tra Bachini, Arena, Bassoli e lo stesso Bruscagin. E’ molto chiaro che il nuovo corso è stato imposto anche da ragioni finanziarie, ma da adesso in avanti non si deve scherzare con il fuoco.
Non occorre molta immaginazione per pensare che se le prime partite contro avversarie agguerrite dovessero lasciare la Spal sotto lo zero, subentrerebbero ansia da classifica, "pressioni", e insomma, tutto quel che si sta vivendo già da tre anni a questa parte. Tacopina si metta la mano sul cuore, anticipi se c’è da anticipare, confidando di riuscire comunque a piazzare i La Mantia, Del Favero e Buchel nel finale di mercato, e fornisca a Casella i mezzi per essere operativo prima di venerdì. Il ds in uscita sta dimostrando, una bella sfoltita l’ha già data, anche oltre le aspettative. Se è vero che gli obiettivi, anche quelli tuttora segreti, sono chiari e identificati, si proceda. L’Ascoli cala con Corazza, 75 gol e 4 promozioni dalla C.
No, la Spal non merita corse a handicap.
Mauro Malaguti
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