Spal nel baratro: a Carrara toccato il fondo. Serve più coraggio per provare a giocarsela
L’assetto proposto allo stadio Dei Marmi è emblematico, con l’unico attaccante di ruolo a disposizione (Antenucci) partito dalla panchina

Spal nel baratro: a Carrara toccato il fondo. Serve più coraggio per provare a giocarsela
Pur non riuscendo mai a dare la netta sensazione di poter cambiare marcia, a fine ottobre – dopo i quattro punti conquistati nella doppia sfida con Sestri Levante e Torres – erano in molti a pensare che alla fine la squadra di Colucci avrebbe potuto lottare per uno degli ultimi posti della griglia dei playoff. Per carità, nulla di straordinario per una Spal che almeno sulla carta era stata costruita per puntare alla promozione, ma si riteneva che nonostante la partenza disastrosa e i numerosi infortuni i biancazzurri avrebbero comunque potuto mettere nel mirino la decima posizione. Nel giro di due settimane, tra il 6 e il 19 novembre, però è cambiato tutto. Nel senso che la situazione è letteralmente precipitata, con tre sconfitte in campionato e una in Coppa Italia che sembrano una la fotocopia dell’altra. Quattro partite nelle quali non solo la Spal è uscita dal campo a mani vuote, ma non ha realizzato nemmeno un gol.
Faticando addirittura a creare il minimo grattacapo ai portieri avversari. È difficile dire cosa sia successo nella mente di Antenucci e compagni, che anche in precedenza erano in piena emergenza ma non avevano mai dato il senso di impotenza avvertito nelle ultime uscite. Di fatto, prima col Rimini, poi con la Lucchese e il Pontedera e infine con la Carrarese la Spal ha dato la sensazione di scendere in campo per non prenderle. Con l’obiettivo – mai centrato – di mantenere inviolata la porta e provare saltuariamente ad alleggerire la pressione con qualche ripartenza. I risultati però sono sotto gli occhi di tutti: i biancazzurri hanno conservato lo 0-0 fino alla metà della ripresa in tutti gli incontri, finendo poi per soccombere puntualmente.
Il Rimini ha segnato al 63’, il Pontedera al 66’, la Lucchese nei tempi supplementari (ma aveva colpito un legno alla fine dei tempi regolamentari) e la Carrarese in pieno recupero. Si tratta quindi di un atteggiamento controproducente, che porta la Spal ad essere progressivamente schiacciata dagli avversari di turno fino all’epilogo inevitabile. L’assetto proposto allo stadio Dei Marmi è emblematico, con l’unico attaccante di ruolo a disposizione (Antenucci) partito dalla panchina e i biancazzurri incapaci di rendersi minimamente pericolosi dalle parti di Bleve. Giocando in questo modo non si va da nessuna parte, quindi in attesa di recuperare qualche pedina preziosa si pretende quantomeno di vedere una Spal più coraggiosa, che magari si prende qualche rischio in più ma prova a giocarsela davvero. A Carrara è stato toccato il fondo, non resta che guardarsi in faccia e tornare in carreggiata. Immediatamente. Stefano Manfredini
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