"Spal, serviva più rispetto». L’ex dirigente Schena:: "Con Butelli fu un’agonia, qui un finale inaspettato»
"Il presente? Le ipotesi sono quelle a cui sta lavorando il sindaco Fabbri ed è su di lui che peserà la scelta fondamentale di chi dovrà ricostruire il sistema calcio a Ferrara. Spero nei Colombarini, anche se non direttamente".

"Il presente? Le ipotesi sono quelle a cui sta lavorando il sindaco Fabbri ed è su di lui che peserà la scelta fondamentale di chi dovrà ricostruire il sistema calcio a Ferrara. Spero nei Colombarini, anche se non direttamente".
"La Spal è una cosa straordinaria che merita rispetto". Con queste parole Renato Schena se ne andò dalla Spal di Butelli a fine 2011 e come finì nel 2012 è storia tristemente nota. Tristezza che è riaffiorata per i ferraresi da questo maledetto inizio di giugno. Anche per l’ex team manager spallino, approdato dopo la Spal al Bassano e quindi al Vicenza, sempre alla corte della famiglia di Renzo Rosso, la mancata iscrizione della Spal è stata una brutta sorpresa.
"Credo che nessuno potesse pensare a una fine del genere della Spal fino a pochi giorni prima della scadenza del 6 giugno scorso – commenta l’ex team manager che alla Spal e ai ferraresi è rimasto molto legato –. Dall’esterno della realtà biancazzurra poi men che meno. Si doveva tenere una maggiore chiarezza e non mancare di rispetto alla storia, ai tifosi ma in particolare a tutta la città di Ferrara. Da sempre la Spal è un simbolo. Penso che un grande peso l’abbia avuto la crisi che sta avvolgendo tutto il sistema calcistico nazionale. Mantenere in vita un club in serie C, dove i contributi sono ormai poca cosa, è diventato quasi impossibile. Ci deve essere una proprietà economicamente forte, altrimenti…". Che scenario si immagina si potrà delineare?
"Le ipotesi sono quelle su cui sta ora lavorando il sindaco ed è su di lui che peserà la scelta fondamentale di chi dovrà ricostruire il sistema calcio a Ferrara. Da quello che ho letto nelle ultime due settimane sta pilotando la situazione ed è stato molto chiaro. Io spero, essendo nel calcio da tanti anni, che ci possa essere nuovamente il contributo della famiglia Colombarini, magari non direttamente, ma con persone di loro fiducia e professionisti validi. La città lo merita". Se la società presieduta da Tacopina non dovesse fallire? "Allora non potrà essere utilizzato il nome Spal in nessuna forma. Ad esempio, quando ci fu l’avvento della Spal 2013, con cambio di denominazione e sede, la matricola restò quella della Giacomense. Però fu possibile chiamarla così perché la Spal 1907 dove lavoravo io, e successivamente anche la Real Spal di Benasciutti, erano ormai fallite e sparite dalla circolazione".
Vede delle somiglianze tra la situazione attuale e quello che accadde in quell’ultima annata alla Spal, che culminò con il fallimento? "Non molte in realtà. La Spal 1907 fu un’agonia nell’ultima stagione nella quale restò in vita, nella stagione 2011-2012. Si capiva benissimo già da mesi che non avrebbe continuato la propria storia. Anche per chi guardava le cose dall’esterno era tutto molto evidente. Quella attuale, per chi come me è lontano dalla vostra città ma mantiene lo stesso contatti e segue le vicende, è stato come un fulmine a ciel sereno".
A Vicenza con la famiglia Rosso certo sono pericoli che non si rischiano di passare… "Ormai sono con questa proprietà da tanti anni, prima a Bassano del Grappa e poi con L.R.Vicenza dal 2018, con un anno di stop e un anno a Trento. Non è comunque mai facile riuscire ad emergere, guardate tutte le difficoltà che stiamo avendo per poter tornare in serie B…".
Per il Vicenza uno spallino che se ne va ed uno che arriva: mister Stefano Vecchi lascia il posto al ds Giorgio Zamuner. "Quella di Vecchi è stata una decisione della proprietà perché si è ritenuto che il suo ciclo fosse arrivato a conclusione. Stefano ha fatto non bene, benissimo. Una finale persa ai play-off l’anno scorso e 83 punti in classifica quest’anno, non abbiamo mai perso in casa da un anno e mezzo a questa parte. Quest’anno abbiamo perso la semifinale e per questo la proprietà ha deciso di cambiare, perché l’obiettivo non è stato centrato. Zamuner è un profilo importante, con tanta esperienza e competenza. Ci si augura possa dare quel contributo necessario per tentare finalmente di approdare alla serie B".
Beatrice Bergamini
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