"Lo Spezia farà un campionato di livello" Parola dell’ex aquilotto Alessandro Andreini

di Fabio Bernardini

"Lo Spezia potrà risollevarsi alla grande e disputare un campionato di livello". Input di fiducia nelle parole dell’ex aquilotto Alessandro Andreini, team manager alla Spal e da sempre tifoso doc delle Aquile: "Servirà una mentalità tipicamente spezzina all’insegna della combattività".

Andreini, un avvio choc del suo Spezia, quali le ragioni? "Non me lo aspettavo neanch’io tenendo presente la forza dell’organico. Ho visto la partita contro il Como e le grandi difficoltà palesate dai bianchi che non ritengo siano dovute alla retrocessione inaspettata in Serie B. Le potenzialità per venirne fuori ci sono, siamo alle prime partite".

Mancano gioco e carattere. "Ho visto confusione, i bianchi hanno interpretato la partita in modo poco convincente, magari c’è bisogno di assestamento. Forse la necessità di dover ripartire forte dopo la retrocessione ha inciso a livello psicologico, lo si è visto nella frenesia di trovare la soluzione immediata nelle giocate. Il carattere viene fuori nel momento in cui c’è serenità mentale, probabilmente neanche gli Aquilotti si aspettavano di partire così male".

C’è di che essere preoccupati?

"Lo Spezia ha giocatori forti per la categoria. Penso a Antonucci, allo stesso Pio Esposito che ha caratteristiche importanti. La squadra deve acquisire un po’ di serenità, un risultato positivo può ricaricare tutto. Le Aquile possono risollevarsi alla grande, il campionato di B è lungo e difficile, ma la squadra ha le caratteristiche per venirne fuori a breve e disputare un campionato di livello".

È una squadra troppo giovane per reggere le pressioni dell’ambiente?

"Spezia la conosco bene, è ovvio che se ci sono tanti giovani alcuni possono avere la personalità di non subire il momento negativo, mentre altri meno. In squadra qualche leader che può aiutare c’è, penso a Bandinelli, Dragowski, Ekdal, Nikolaou, anche se ritengo che il leader più importante debba diventare il gruppo".

Mancano un centravanti esperto e un centrale rapido. "I risultati di queste prime partite hanno evidenziato questi aspetti. È ovvio che la mancanza di un bomber di spessore di categoria potrebbe incidere, ma i tre attaccanti in organico possono apportare un contributo importante. Pio Esposito è un giocatore strutturato con prospettive interessanti, Moro lo conosco bene perché lo abbiamo avuto a Ferrara e già nella Primavera e in prima squadra aveva dimostrato di avere fiuto del gol. In difesa, in effetti, il passivo di sette gol in tre gare è abbastanza pesante".

Su quali aspetti dovrà fare perno lo Spezia per risollevarsi? "La mentalità. Quando si retrocede dalla Serie A si pensa che sia facile ripartire e raggiungere risultati importanti, ma la cadetteria è una categoria totalmente diversa, dove ci deve essere un approccio differente. Si trovano realtà che magari hanno meno qualità ma hanno grande aggressività e combattività. Del resto è una caratteristica della città e dei supporter aquilotti pretendere la maglia strizzata. Mi dispiace la contestazione della tifoseria, però essa deve essere vissuta come uno sprone".

Infine, lei conosce bene Andrea Gazzoli, il nuovo Ceo dello Spezia.

"Ho lavorato con lui per sei anni, in Serie A e B. Andrea è una bravissima persona, un dirigente amministrativo che ha grandi competenze. Ha fatto un grande lavoro a Ferrara anche a livello strutturale, abbiamo un ‘Mazza’ che è un gioiello, molto è opera sua. È una persona equilibrata che lavora molto in prima linea e dietro le quinte, non esponendosi sotto l’aspetto tecnico. Può portare valore aggiunto alla società, oltreché innovazione e positività".