Lo Spezia si gode la vetta dopo dodici anni. Ma l’infortunio di Sarr rende amara la festa
Il portiere ha riportato una frattura al braccio sinistro e dovrà stare fuori per tre mesi. Ha mantenuto il buonumore scherzando sui social
Quando abbiamo letto il referto dell’ospedale relativo al braccio sinistro di Mouhamadou Sarr, come a tutti (ci auguriamo) ci si è stretto il cuore: un velo di tristezza è calato sulla mente pronta a ragionare sul ritorno in vetta (naturalmente, piedi a terra, perché sono andati in archivio solo 4 turni, seppur da imbattuti), che mancava alle Aquile dai tempi della Serie C di Michele Serena nel 2012. Il portiere classe 1997, nel grave infortunio nel finale di Spezia-Cesena, ha trovato perfino la forza di sorridere e salutare la gente preoccupata sugli spalti, uscendo, rinunciando alla barella, con ‘una frattura diafisaria dell’omero sinistro’. Sarà sottoposto oggi ad un intervento chirurgico all’Ospedale San Raffaele di Milano: tra l’altro, non è alle prese con il primo serio infortunio della carriera, già nello scorso campionato era accaduto. Però il suo buonumore e la sua positività non sono mai venuti meno. Dopo l’episodio ha perfino scherzato sui social, facendo i complimenti pubblici a Soleri, per aver mantenuto la porta inviolata negli 11 minuti fra i pali. Insomma, per ora lo Spezia pare che lo aspetterà, per i circa tre mesi di assenza, affidandosi intanto al nuovo arrivato Gori e a Crespi, quasi pronto al rientro. La partita di domenica col Cesena ha evidenziato comunque, oltre alle buone doti di Sarr in porta, anche diverse altre cose: intanto che l’esperienza con il trequartista, se non arretra a sufficienza in copertura, costringe ad un superlavoro i quattro di centrocampo, che non possono coprire ogni spazio. Poi gli schemi su palla inattiva funzionano e sono un’arma vincente: 5 dei 6 gol realizzati sono arrivati così.
Non è una novità che tante formazioni sfruttino quel tipo di situazioni, però la predominanza assoluta è una novità per la formazione aquilotta (di tante stagioni). Della capacità e la predisposizione a voler ottenere a tutti i costi il risultato più importante fino all’ultimo istante, abbiamo già parlato anche nelle precedenti partite. Il gol di Bertola, dove aver perso tempo in maniera intelligente e aver tenuto il pallone ben lontano da chi portiere non era, come Soleri, ne è un esempio. Capiterà, lo sappiamo già, che in quel frangente, si svilupperà prima o poi qualcosa di negativo per gli spezzini. E allora molti diranno, da grandi soloni: "era meglio accontentarsi del pari...". Il coraggio del gruppo di D’Angelo è ammirevole, se ne facciano fin d’ora una ragione. I conti, come sempre, si faranno alla fine. Solo allora si capirà se quell’atteggiamento è stato più o meno fruttuoso.
Marco Magi
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