Qualche lampo ma troppe pause. É dura la strada per risollevarsi

Il Venezia non ha fatto cose eccezionali ma avuto più voglia di vincere, Aquile pericolose in tre occasioni

17 settembre 2023

Se uno costruisce una casa senza buone fondamenta, è inevitabile che avrà dei problemi. La metafora si presta all’attuale situazione dello Spezia, uscito sconfitto per la terza volta consecutiva senza un gol all’attivo. Alcune spiegazioni le ha date indirettamente il tecnico avversario Vanoli a fine partita: "I campionati in Italia si vincono partendo dall’avere la migliore difesa; rispetto all’anno scorso c’è la mentalità, la voglia di andarsi a prendere dei risultati importanti, penso che di questo debbano essere orgogliosi i tifosi, perché la squadra li rispecchia". Mentre il Venezia ha puntellato la retroguardia pescando in A il buon Altare, che lo Spezia non abbia la miglior difesa lo dicono le cifre e soprattutto l’assortimento infelice della rosa: appena due terzini degni di nome, Amian e Reca, centrali tutti lenti e nessuno in grado di impostare. L’infortunio di Wisniewski e i guai di Hristov colpevolmente sottovalutati dal management, che ha tappato la falla con le scommesse Muhl e Gelashvili che hanno già mostrato limiti dinamici preoccupanti. Alla quarta partita ci si è già dovuti affidare a Bertola, che non ha demeritato finché la condizione glielo ha permesso: se non giochi mai non cresci mai, nemmeno sul piano della tenuta. Non è solo un discorso di reparto, ma di intera fase difensiva, con centrocampisti più portati alla (incerta) costruzione che all’interdizione. Ancora più preoccupante il secondo aspetto che Vanoli evidenziava a favore dei suoi, la voglia di vincere, che sembra mancare allo Spezia. Inutile aggrapparsi ai 23 tiri, sono statistiche che Trilussa giustamente sbeffeggerebbe.

Diciamo che lo Spezia è stato pericoloso in tre occasioni: il gol mancato da Antonucci su perla di Verde, la doppia conclusione Bandinelli-Amian e, nella ripresa, i due tiri di Verde e il salvataggio su Antonucci sempre nella stessa azione. Tre lampi in mezzo a pause lunghissime, ritmi blandi e prevalenza di gioco orizzontale, la specialità di Esposito. Il Venezia non ha fatto molto di più, ma non ha rubato la vittoria, proprio perché l’ha voluta con maggiore energia, arrivando sempre prima sul pallone. Appena le cose si mettono storte, lo Spezia non ha una reazione, un mettere ai paletti l’avversario per fare il risultato a qualsiasi costo. L’impressione è quella di un gruppo di colleghi che va a giocare perché il contratto glielo impone, qualcosa di molto lontano dal concetto di squadra che invece il Venezia, pur senza miracolo mostrare, ha fatto vedere. D’altronde, nell’intero globo terracqueo esiste una squadra il cui direttore va in vacanza invece che stare sul pezzo? Che motivazioni può trasmettere all’ambiente? Intanto c’è chi mette in giro voci di un possibile arrivo di Pippo Inzaghi, che la società ha smentito.

Mirco Giorgi

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