Spezia, il gol diventa un problema. A Venezia la terza sconfitta di fila. Buone occasioni nel primo tempo dopo lo svantaggio è notte fonda

Decide una rete del bomber lagunare Pohjanpalo a inizio ripresa, ma c’era tutto il tempo per recuperare

16 settembre 2023

Timidi segnali di risveglio non bastano a uno Spezia troppo compassato per uscire indenne dall’Isola di Sant’Elena, battuto da un Venezia sornione, al quale basta un missile di Pohjanpalo per affondare il fragile vascello aquilotto. Vista la penuria di centrali Alvini torna al 4-3-3, non rischia Gelashvili e lancia Bertola, che se la cava discretamente finché non è costretto a pagare dazio alla desuetudine alla categoria su un terreno oltremodo sabbioso e tagliagambe: sarà il dettaglio che costerà la partita. In avanti si vede un tridente elastico, con Verde e Antonucci liberi di svariare e Moro troppo solo, che non incide mai. Verde, per quanto ancora lontano dalla condizione migliore, anche corricchiando ha una classe talmente superiore che la squadra non può che giovarsene. Il primo squillo arriva con le conclusioni di Moro e Verde ribattute (8’), ma il Venezia risponde con un paio di belle azioni in un minuto. Tessmann trova l’opposizione di Dragowski (11’), più pericoloso lo spunto di Pohjanpalo, che brucia Nikolaou in dribbling ma si vede il tiro ribattuto da Amian (12’). I padroni di casa hanno una grande occasione al 22’, quando una bellissima azione impostata da Tessmann e rifinita da un cross di Zampano viene sprecata da Johnsen solo a centro area. A questo punto il ritmo cala, la partita finisce per impantanarsi. Lo Spezia si fa vedere al 26’ con Bandinelli e Joronen un po’ incerto, ma l’occasione di passare arriva al 41’, con l’ex empolese che impegna severamente il portiere, ma l’accorrente Amian si divora il gol da due passi scaricando sull’esterno della rete. Nel finale del tempo Dragowski si supera su Zampano, sulla ribattuta arriva il bomber finlandese e segna.

Prove generali del gol, frustrate dal Var, che rileva il fuorigioco del terzino. In apertura di ripresa (51’) l’altra grande occasione spezzina, con due siluri di Verde, uno di sinistro e uno di destro, ribattuti nell’arco di pochi secondi e Antonucci che si vede salvare sulla linea il suo colpo di testa da pochi passi. Il Venezia si riporta avanti e Bertola compie un gran salvataggio su cross di Sverko, deviando in corner, infortunandosi nell’occasione. Alvini non lo sostituisce e così, dal corner ribattuto centralmente, prima Busio coglie il palo a portiere battuto, poi Pohajnpalo insacca sotto la traversa. Bertola esce a buoi scappati, Elia va sulla fascia, Amian centrale. Ci si aspetta una reazione che non arriva: al 64’ Johnsen spreca il matchpoint da pochi passi. Alvini mette Kouda e un ancora impalpabile Zurkowski, ma non cambia niente. Per vedere un tiro ci vuole una punizione regalata dai veneziani: al 77’ Verde tenta il supergol, Joronen alza banalmente sulla traversa, i compagni non gradiscono l’iniziativa. Arriva poi il classico calcio negli stinchi dello zoppo, quando all’83’ un difensore commette un netto rigore di mano, ma un attimo prima Francesco Esposito travolgeva un difensore alla Bud Spencer vanificando l’aiuto della sorte. In fondo è giusto così: a questa squadra mancano troppe cose: gambe, cambi all’altezza, cattiveria: se al 95’ ci si mette a costruire dal basso invece che lanciare alla disperata, facendo fischiare la fine all’arbitro, o se i cartellini fioccano in panchina invece che in campo, è evidente che bisogna invertire la china in fretta.

Mirco Giorgi

Continua a leggere tutte le notizie di sport su