"Spezia, sono qui per sentirmi importante"
Lapadula mette a disposizione esperienza ed entusiasmo. "Conosco D’Angelo dai tempi della serie C, è un ottimo allenatore"

Lapadula mette a disposizione esperienza ed entusiasmo. "Conosco D’Angelo dai tempi della serie C, è un ottimo allenatore"
Maglia numero dieci e grandi responsabilità per il nuovo attaccante della Aquile Gianluca Lapadula, arrivato dal Cagliari. Nato a Torino, classe 1990, nella sua lunga e importante carriera anche 40 presenze con la maglia della nazionale del Perù, di cui ha la cittadinanza da parte della madre.
Cosa l’ha spinta a venire allo Spezia?
"In questa mia scelta la differenza l’ha fatta il rapporto con il direttore sportivo Stefano Melissano con cui avevo già lavorato a Lecce. Sono qui perché il progetto è molto interessante e la squadra sta facendo un gran campionato. Voglio tornare a giocare e a sentirmi vivo".
Come giudica il suo esordio a Cittadella?
"Anche se ero appena arrivato, non mi sarei mai perso quella partita. A fine gara ero un po’ ’avvelenato’ per non aver fatto quello che avrei dovuto fare. Ho comunque trovato una squadra in salute che ha le idee chiare e che sta procedendo per la strada giusta".
Quale crede che potrà essere il suo partner d’attacco?
"Pio Esposito mi è sembrato sin da subito un ragazzo determinato e non vedo l’ora di conoscerlo meglio in campo. Ho già giocato con Di Serio e mi trovo bene. Non credo che tra noi attaccanti ci saranno dei problemi perché abbiamo un obiettivo comune. Dobbiamo essere tutti disponibili e capaci di adattarci alle situazioni".
Al suo arrivo che gruppo ha trovato?
"Sicuramente solido. Mi ha impressionato la fame che ha di sorprendere e di sorprendersi allo stesso tempo. Tutto sotto la guida di un ottimo allenatore che conoscevo da anni, quando lui era a Rimini e io al San Marino".
Conosceva già la tifoseria bianconera?
"Avevo giocato già al ’Picco’ e so quanto i sostenitori bianconeri possano essere carismatici. È importante avere dalla propria parte la tifoseria e sono elettrizzato dall’idea di esordire domenica nel nostro stadio".
Cosa pensa di poter trasmettere ai suoi compagni?
"La fame e la voglia non si possono discutere nella mia carriera. Se alla mia età, 35 anni, non riuscissi ad insegnare qualcosa allora avrei proprio fallito. Spero di essere un esempio soprattutto per i più giovani".
Anche le altre squadre si sono rinforzate. Chi temete di più?
"Sinceramente preferisco concentrarmi su quello che succede qui e non guardare in casa degli altri".
Cosa lascia a Cagliari?
"Cagliari è e sarà sempre casa mia. Ho vissuto anni importanti prima con Liverani, poi con Ranieri e Nicola. In questi mesi ho imparato tanto, anche se non ho giocato molto".
Qual è stato il momento più bello della sua carriera?
"Lo devo ancora vivere".
Come definirebbe il suo rapporto con la nazionale peruviana?
"Sono 5 anni che ne faccio parte. Non viviamo un momento semplice, ma la nazionale è sempre stata per me motivazione ed ispirazione".
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