Tanti presupposti però è mancata la concretezza
Possibile far arrivare 29 cross in area, tirare verso la porta avversaria 23 volte, avere il 60 per cento del possesso palla e non fare gol? Sì. Quindi? La soluzione per la malattia dello Spezia, che incamera il suo terzo stop consecutivo e rimane inchiodata a quota 1 in classifica, resta dietro l’angolo. Concretezza, questa sconosciuta. Ma non può girare male per sempre. Niente da invidiare alle altre rose, se a qualcuno venisse in mente di non notare un attacco all’altezza (tra nomi d’esperienza e promesse). Soprattutto ora che Verde ha deciso che nel progetto aquilotto ci vuole stare, eccome se ci vuole stare. E quando i suoi gol arriveranno, saranno dolori per tutti. Con una difesa dove mancano 4 delle prime scelte tra i centrali e un centrocampo che ha bisogno ancora di trovare un Bandinelli anche a... destra, e magari qualche assist basso in più, qualche seconda scelta dell’attacco dovrebbe iniziare a poter essere decisivo subentrando. Sono spesso queste le piccole differenze, i dettagli che possono cambiare una partita, quando la situazione si complica e si va in svantaggio. Ma non capita mai e non è certo colpa del tecnico che, alla fine, schiera praticamente l’intero reparto della rosa. Di quei 23 tiri, più della metà viene ribattuto e soltanto 7 finiscono nello specchio, contando anche quelli che Joronen ha parato senza particolari problemi. Numeri e considerazioni che, dunque, non devono far perdere la fiducia. Nel gruppo e nel tecnico. Marco Magi
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