Un punticino nel grigiore generale. E’ uno Spezia senza gioco nè anima
A Lecco emersi nuovamente tutti i limiti della squadra. Salvatore Esposito ’stecca’ ancora a centrocampo

Un punticino nel grigiore generale. E’ uno Spezia senza gioco nè anima
Un brodino che non sa di niente, un punticino che avrà un senso solo se sarà rafforzato da una vittoria contro la Ternana domenica al Picco, in quella che sarà una vera resa dei conti non solo per Alvini, ma anche per tutti i protagonisti di questa stagione da incubo. Gli umbri, ultimi in classifica, arrivano a Spezia con il vantaggio di non aver dovuto affrontare un infrasettimanale e con l’entusiasmo che deriva dal cambio di allenatore, con Roberto Breda al debutto dopo l’esonero di Lucarelli. Sono due fattori da non trascurare né sottovalutare se li confrontiamo alla pochezza dello Spezia odierno, un manifesto del non gioco, costretto a difendersi con affanno persino con il neopromosso Lecco, una squadra che lotta col cuore, nascondendo chiari limiti tecnici con un gioco molto ’inglese’, ma che non avrebbe rubato nulla se avesse portato via l’intera posta, andandoci molto vicino nell’occasione del gol annullato a Novakovich. E soprattutto nella clamorosa palla sprecata dal centravanti americano nella ripresa, a Dragowski battuto. Supremazia costante in tutte le zone del campo, un pressing che nel primo tempo ha lasciato lo Spezia letteralmente senza fiato, impedendogli di sviluppare un qualcosa che anche solo assomigliasse allo straccio di un gioco. Di questo passo si retrocede in C, senza sé e senza ma, non inganni l’ennesimo 0-0 che non porta da nessuna parte: una vittoria su 12 partite, nel calcio dei tre punti, è una media nefasta. Il solo Kouda si è saputo innalzare da una mediocrità senza fine, con gli attaccanti messi nelle condizioni di non nuocere praticamente mai e con un centrocampo che non ha saputo costruire nulla. Particolarmente negativa, e non è la prima volta, la prova di Salvatore Esposito, al quale non si può continuare a dare le chiavi del centrocampo. Troppo modesta la sua regìa: non è da regista scaricare sempre indietro al difensore, magari con l’uomo addosso, costringendolo a sparacchiare via, non è da regista sbagliare quasi tutte le poche verticalizzazioni che propone.
Questo è un nodo da sciogliere al più presto, perché se il centrocampo non produce gioco, si può avere davanti anche dei fenomeni (che non ci sono) ma il risultato non cambia, perché non si vede mai un pallone giocabile. Se poi la palla gol più nitida finisce nei piedi del povero Amian, che sembra avere una questione aperta con la tecnica, non riuscendo a tenere basso un pallone che andava solo spinto in rete, come si può sperare di vincere? In tutto questo squallore non capiamo perché Verde, il giocatore più talentuoso per distacco, debba essere relegato a scampoli di partita. Riusciremo mai a vedere insieme almeno una volta Kouda e Verde, la fantasia al potere, o dovremo sempre rassegnarci a questa noia? Avrebbe potuto essere una strada per provare a vincere nel finale, contro un Lecco stanco, invece si è preferito spegnere la luce e accontentarsi del punticino con i soliti cambi ruolo per ruolo. La fortuna aiuta gli audaci, ma se non la vai mai a cercare, difficilmente busserà alla tua porta.
Mirco Giorgi
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