Vis, l’eliminazione in coppa manda segnali. Centrocampo da rafforzare, fasce da rivedere

Ampia la differenza con l’Arezzo, anche se ancora è calcio d’estate. Ma c’è spirito di squadra ed è ottimo l’atteggiamento dell’attacco

13 agosto 2024
Vis, l’eliminazione in coppa manda segnali. Centrocampo da rafforzare, fasce da rivedere

Ampia la differenza con l’Arezzo, anche se ancora è calcio d’estate. Ma c’è spirito di squadra ed è ottimo l’atteggiamento dell’attacco

Prima di Ferragosto la coppa non c’è più e la Vis dovrà utilizzare la prossima domenica, ultima di precampionato, per una partitella in famiglia. Ci sta di uscire perdendo 1-3 con l’Arezzo, lo stesso forte e collaudato dell’ultima stagione, mentre i biancorossi sono nuovi al 60 per cento. Vedere, però, che tra le due squadre sia rimasta la mezza categoria di differenza (playoff contro playout) ha lasciato un po’ di smarrimento. Il passetto avanti ancora non c’è, e magari agosto non è il mese adatto per cercarlo. Bisognerà però farlo in fretta, perché le gare da 3 punti sono alle porte, e le prime avversarie si chiamano Torres (al vertice nel ranking) e proprio Arezzo.

Non ha giovato neppure il gol del vantaggio immediato, ben confezionato su palla inattiva (Pucciarelli-Molina-Paganini e il cecchino Nicastro, una garanzia). Il resto è stato quasi solo Arezzo (alla fine 15 conclusioni contro 5) e l’ultimo arrivato Vukovic ha capito che per lui sarà una stagione molto allenante. Come spesso accade, la Vis sì è poi scrollata di dosso i pensieri dal 60’ quando è rimasta in dieci, sfiorando il pari con la traversa di Cannavò, prima di beccare il terzo nel finale a fianchi scoperti. Dove mettere le mani: ovvio, sul centrocampo. Problema antico. Poca qualità, tempi dilatati, eccesso di passaggi indietro. Col risultato di esporsi alla pressione, perdere palloni, avviare le ripartenze ospiti. Differenze: palloni spalle alla porta per Nicastro e Molina, uno contro uno per i mancini a piede invertito Guccione e Pattarello, sempre larghi, che a tratti hanno addirittura agito sullo stesso lato, onde chiamare a sé la difesa. "Loro ti aprono sulle fasce", la lettura di Stellone. Prendere nota per il campionato. Zoia ha sofferto molto, semplicemente perché non hanno funzionato i raddoppi. Sull’altro lato Paganini schiacciato all’indietro, col risultato di vederlo addirittura in marcatura sull’ex Gucci (rara intelligenza nello sfilarsi) in occasione dell’1-2 amaranto. Stellone nell’intervallo è corso ai ripari con Neri, ma il ragazzo, già irretito per certe frasi dell’arbitro, s’é fatto subito cacciare.

Le cose buone. Su quel poco che arriva, l’attacco sa farsi valere, anche se Molina deve sgrezzarsi; meglio Cannavò nella ripresa. Tre tiri in porta: un gol, una traversa e un grosso pericolo. Tavernaro, elogiato anche dal mister, sembra un buon prospetto: è lucido, ha gamba, si butta. Ma deve entrare nel clima e come tutti i deb deve sbagliare per imparare: gli ci vorranno una decina di partite, Stellone dixit. Bove a lungo sulla sufficienza, Antolini (vale il discorso per i giovani) e Nina no. Ceccacci con qualche affanno; Zoia meglio quando spinge, e comunque aveva un cliente scomodissimo. Pucciarelli di sacrificio, Paganini incerto nelle diagonali difensive. Tre ottimi interventi e un’incertezza sul primo gol per Vukovic. Lo spirito combattivo di squadra, quello s’è visto. Inutile dire quanto serva il rientro di Di Paola. Su Obi, che ha bucato larga parte della preparazione, ormai è lecito nutrire seri dubbi. Di qui alla chiusura del mercato la Vis dovrà necessariamente interrogarsi.

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