Vis Pesaro 1898: un sogno calcistico tra playoff e passione dei tifosi
La Vis Pesaro 1898 vive un momento magico nei playoff, con tifosi entusiasti e un'atmosfera di speranza e passione.

Calcio, lo sport nazionale
Una sciarpa blu a tinte biancorosse con la scritta "Vis Pesaro 1898", campeggia solitaria su un terrazzo di via Belgioioso, attraversata in queste settimane da adrenalina biancorossa. Un contagio pruriginoso che ancora vibra nell’aria. Uno dei tanti segni apparsi in questa umorale e a tratti irreale primavera calcistica pesarese. Se fate un giro dalle parti di via Filzi, ora covo dei tifosi dopo la chiusura dello storico circolo, troverete panchine a righe bianco e rosse, se invece salite a Pantano alta, scritte sui muri e via discorrendo. Il fatto è che questi playoff hanno toccato tutti e (ri) portato allo stadio gente che non veniva da una vita o che addirittura non era mai venuta. Se la scoppola con il Pescara avesse scalfito la gioiosa manifestazione di affetto dei sostenitori acquisiti e non, vessilli, bandiere e sciarpe sarebbero state riposte in naftalina. Invece sono ancora lì, appese tra case e parchi, a dire che comunque vada è stato e sarà un successo. Essere avanzati tre turni nei playoff che portano a un vicolo mai visto, a una lettera che nessuno ha mai voluto pronunciare fino ad ora, ha lasciato un certo brio e ha fatto sognare chi fino all’altro ieri era abituato a ben altri spettacoli e a scenari improbabili. Insomma, la povera mensa vissina ha vissuto finalmente un anno di lieta abbondanza. La coniugazione del verbo al passato serve solo per spiegare il cambiamento in atto. Oggi bisogna usare ancora il presente. Questa Vis con la coperta corta, sfiancata dalla penuria di cambi nel reparto nevralgico e in attacco e dalla fatica, cerca di trovare le ultime energie per versare veleno nel gioioso mare dove nuota il delfino sicuro di arrivare in porto. Se l’avversario presta il fianco, se gli dei del pallone faranno girare il vento al momento opportuno e se si seguirà lo sguardo assassino di Paganini, qualcosa di strano può ancora accadere.
d.e.
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