Ciclismo, Bardet: "Servono dei cambiamenti o questo sport morirà"
Il francese critica il sistema delle promozioni e retrocessioni e la ripartizione delle risorse finanziarie: "Così si perde attrattività e molte squadre medio-piccole spariranno"

Romain Bardet (Ansa)
Roma, 3 febbraio 2025 – Tra i pochi veterani della classe '90, sempre più in via di sparizione nel ciclismo, c'è Romain Bardet, che nel 2025 vivrà la sua ultima stagione su strada: prima di appendere la bici al chiodo però il francese, ai microfoni de L'Equipe, lancia un appello all'Uci per provare, dal suo punto di vista, a migliorare lo sport del cuore.
Le dichiarazioni di Bardet
"Credo che se la autorità del ciclismo non agiranno nel breve periodo ci saranno delle conseguenze gravi e che la gente smetterà di guardare le corse per la mancanza di attrattività. Alcuni sostengono che questo sport si nutra di grandi duelli, che non ci sia necessità di avere incertezza o squadre minori. Io invece sono convinto del contrario e penso che se si continuerà così avremo un'economia del ciclismo con diversi livelli e quindi non più sostenibile per le squadre di fascia media". Individuato, a suo dire, il problema, Bardet prova pure a tracciare una via per la possibile soluzione di una questione in realtà di recente già sollevata da diverse voci, che temono l'accentramento delle risorse economiche nelle mani di poche squadre. "Si potrebbe varare un sistema stile il draft della NBA per garantire un certo grado di equità e correttezza nella distribuzione delle forze". L'altra criticità indicata dal corridore del Team Picnic PostNL riguarda il sistema di promozioni e retrocessioni varato dall'Uci. "Tutto ciò sta uccidendo il ciclismo e non sta raggiungendo gli obiettivi desiderati al momento dell'introduzione. E' nata come una buona idea, ma oggi si vede come le squadre nella parte bassa della classifica stiano facendo fatica a trovare i fondi necessari per sopravvivere e programmare il futuro a lungo termine. Tutte queste difficoltà diventano ancora più evidenti se si fa il paragone con il dominio delle grandi squadre".
Le dichiarazioni di Wiggins
Dall'esperienza alla gioventù di Ben Wiggins, il figlio d'arte che ai microfoni di The Telegraph ha raccontato le proprie ambizioni. "Non voglio pormi limiti. Voglio farmi trovare pronto e gareggiare un giorno per vincere il Tour de France. Si tratta comunque di obiettivi a lungo termine, magari passeranno dieci anni. Di certo ci sono esempi di corridori con le mie caratteristiche che hanno vinto i Grandi Giri. Penso a Geraint Thomas o anche a mio padre". Si parla ovviamente di Bradley, balzato suo malgrado agli onori delle cronache negli ultimi tempi a causa dei gravi problemi finanziari. Poi c'è Ben, che spera di saltare nel World Tour già l'anno prossimo. "Credo che crescendo potrò giocarmi questa possibilità, ma se non dovesse succedere andrà bene in ogni caso. L'anno scorso ero uno stagista con il Team Jayco-AlUla e quella squadra sarebbe la mia prima scelta, ma non si può sapere cosa accadrà in futuro".
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