Ciclismo, i sogni di Affini: "Voglio il titolo italiano a cronometro e il debutto al Tour"
Il campione europeo delle corse contro il tempo si apre su un 2025 ricco di ambizioni, ad eccezione di quelle iridate: "Penso che il percorso in Ruanda sia più adatto a scalatori come Evenepoel, Pogacar, Vingegaard o Roglic. O come il nostro Cattaneo"

Edoardo Affini (Ansa)
Roma, 27 febbraio 2025 - Mantovano di nascita ma ormai, anche per ragioni affettive, olandese di adozione, come ha dimostrato la recente candidatura a sportivo dell'anno della provincia di Drenthe, Edoardo Affini non ha voglia di fermarsi proprio ora che sta finalmente raccogliendo le meritate soddisfazioni in carriera: su tutte il titolo europeo vinto a cronometro lo scorso settembre in Limburgo, impreziosito anche dall'oro nella staffetta mista a squadre nei Mondiali di Zurigo.
Le dichiarazioni di Affini
Non solo uomo da corse contro il tempo e possente gregario valido anche quando la strada comincia a salire: quasi a voler ripercorrere le orme del 'gemello' Filippo Ganna, il corridore della Visma-Lease a Bike comincia ad affacciarsi anche al mondo delle Classiche a partire dalle imminenti partecipazioni a Omloop Het Nieuwsblad e Kuurne-Bruxelles-Kuurne. La vera attesa del classe '96, come confessato ai microfoni di WielerFlits, sta tutta però nel poter indossare la maglia di campione continentale a cronometro. "Questa maglia e la mia nuova bici sono speciali, ma ovviamente questo non significherà che le userò più spesso anche per allenarmi. Spero invece di farlo tante volte in gara, riuscendo a sfruttare queste carica per ottenere grandi risultati. L'unica cosa sicura ora è che darò del mio meglio". Paradossalmente, Affini, sempre parlando di cronometro, ha raggiunto prima il titolo di campione europeo che quello di campione nazionale, sempre un tabù anche a causa della presenza in gara di un certo Ganna, un rivale quasi imbattibile. "In realtà, quando ero Under-23 una volta ho vinto quel titolo. Riuscirci quest'anno, ovviamente da professionista, è uno dei miei grandi obiettivi, così come in effetti lo era già stato negli anni scorsi. In Italia c'è tantissima competizione, perché ci sono molti corridori forti a cronometro e penso che questa sia una cosa fantastica. Ma, a parte queste considerazioni, mi piacerebbe riuscire finalmente a diventare campione italiano". Più difficile, almeno per il 2025, ipotizzare un salto a livello di titolo dall'europeo a quello iridato. "Quest'anno il Mondiale a cronometro non fa per me. Credo che il percorso in Ruanda sia molto complicato. E' vero, è sempre una prova contro il tempo, ma a causa dell'altitudine penso che sia più adatta agli scalatori, abituati a gestire questa difficoltà in più. In pole position vedo Remco Evenepoel, detentore del titolo iridato e di quello olimpico, ma anche Tadej Pogacar, Jonas Vingegaard e Primoz Roglic. Tra i nostri cito anche Mattia Cattaneo, che potrebbe cogliere questa bellissima opportunità". Non solo il titolo italiano a cronometro: tra i sogni di Affini c'è anche la partecipazione al Tour de France. "Ovviamente mi piacerebbe esserci, ma la scelta non è mia, bensì della squadra. Il sogno è partecipare, magari già quest'anno. Penso di poter garantire il mio apporto anche alla Grande Boucle come faccio nelle altre corse, senza improvvisare cose nuove".
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